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  • Di armando (---.---.---.210) 14 settembre 2011 15:28

    Non si può che condividere quanto contenuto nell’articolo. Bisogna però capire che chi detiene il potere usa da sempre metodi e strategie che ritroviamo in tante fasi della storia italica e non.

    Dividere gli avversari evitando che facciano fronte comune e creare un buon livello di confusione nel quale l’opinione pubblica non riesca più ad orizzontarsi e finisca per accettare passivamente quanto lor signori decidano.

    Un esempio per tutti è quello che riguarda la strategia condotta negli ultimi anni per varare una serie infinita di riforme previdenziali allo scopo di ritardare l’uscita dal lavoro (per quelli che fortunatamente un lavoro ancora ce l’hanno gli altri … gli altri possono morire). Alla metà degli anni ’90 si scatenò la campagna contro le vergognose pensioni di anzianità dei dipendenti pubblici (quelle dei 15 anni 6 mesi e un giorno).

    I lavoratori del pubblico impiego vennero additati come parassiti alle spalle delle finanze pubbliche come se fossero loro gli autori delle norme che li mandavano in pensione con quella vergognosa anzianità e non altri politici che in altri tempi avevano deciso quei provvedimenti. Con il sostegno del sistema mediatico si scatenò l’indignazione dei cittadini, dei lavoratori del settore privato, ecc. che, ben presto si accorsero che il vero obiettivo era quello di colpire le pensioni di anzianità del settore privato elevando progressivamente il limite dei 35 anni.

    Poco dopo partì la campagna politico-mediatica che potremmo definire della guerra dei padri (definiti egoisti) contro i figli (le vittime dell’egoismo dei padri). Il risultato: i padri vennero penalizzati da nuovi interventi sulle pensioni e i figli con la condanna alla precarietà a vita.

    Gli esempi che si possono fare sono migliaia e, nella confusione creata da una ben precisa strategia di chi detiene il potere, chi paga sono i soliti noti. Ad esempio appena prima delle penultime elezioni amministrative regionali la Regione Sicilia decise di accordare la pensione ad alcune migliaia di dipendenti regionali che avevano raggiunto i 25 anni di anzianità. E questo mentre a livello nazionale si gridava allo scandalo per chi chiedeva la pensione con 35 anni di contributi. Ancora pochi anni fa, su richiesta della Fiat, sono stati prepensionate diverse centinaia di lavoratori del gruppo con meno di 30 anni di versamenti e meno di 50 anni di età. Qualcuno ha gridato allo scandalo ? Direi di più, qualcuno ha notato una campagna di stampa per denunciare questa palese ingiustizia nei confronti di chi perde il lavoro a 55 o 60 anni ed è costretto ad attendere, del tutto privo di reddito, una pensione che gli arriverà dopo un bel numero di anni ?

    Mi fermo qui. Una sola considerazione … o ci decidiamo a prenderci in mano il nostro futuro o continueranno a passarci sulla testa indifferenti a qualsiasi cosa che non riguardi i loro diretti interessi.

    Armando

    PS: “Urliamo piano altrimenti si svegliano gli italiani” Scritta comparsa a Madrid su di uno striscione degli indignati spagnoli in lotta.

     


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