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Alessandro

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  • Di Alessandro (---.---.---.5) 13 dicembre 2011 22:58

    Credo proprio di essere d’accordo con Lei.

    Per quel che riguarda l’Italia, poi, la democrazia è qualcosa che non abbiamo mai conosciuto veramente. Chissà, forse perché è venuta dopo una sonora sconfitta bellica e, a differenza di quanto è accaduto altrove, essa è stata pensata come una punizione, e non come un premio; d’altronde, anche allora non era un paese nuovo alle forzature.

    Quale che sia la vera democrazia, come che essa debba funzionare (certo non come siamo abituati a vederla espletarsi), agli Italiani è sempre stata data in pasto l’idea che repubblica e democrazia coincidano, e che i due concetti siano in definitiva sinonimici. Mi sfugge come qualcuno possa ancora crederci, dopo tutto quello che abbiamo visto e stiamo vedendo. A ogni modo, non si dà via come niente qualcosa di così prezioso, se si ha almeno un’idea vaga di quanto essa valga.

    Forse non è esattamente la democrazia, quello che vogliamo.
    D’altronde, - e questo chi si ammanta tanto di sapere la Storia me lo potrà dire, - chi l’aveva vinto, per davvero, quel Plebiscito?

  • Di Alessandro (---.---.---.5) 13 dicembre 2011 21:25

    Caro Paolo, e chi l’ha mai detto che l’autodeterminazione dei popoli era l’anticamera della perfezione? Ma ti ricordo (benché certamente non occorra) che per darcela sono morti a milioni. Quello che spesso non viene detto quando si parla di lobby sovrannazionali, ma di cui sono assolutamente convinto, è che la nostra vigliaccheria è il primo dei loro punti di forza, e, senza offesa, quando parlo di vigliaccheria mi riferisco ad argomentazioni come le tue.

    Con Berlusconi l’Italia avrà anche dato il peggio di sé (e su questo si può essere o non essere d’accordo), ma addurre ciò a pretesto per lasciarci affossare, come collettività e come individui, da qualcuno che potrebb’essere persino peggio di quel che abbiamo già visto è del tutto fuori luogo. Pensi davvero che peggio di quello non ci sia niente? Tu devi ancora avere un brusco risveglio. Sarà meglio che impariate tutti a guardare un po’ più in là del vostro naso, perché avete prospettive davvero troppo limitate. Questa dozzinale reazione di qualunquismo oltre la quale non sapete spingervi non porterà nulla di buono. È sempre stato il nostro errore, d’altronde, ed è l’errore che ci accomuna a tutto l’Occidente dalla fine della guerra in poi: la vigliaccheria, il non saper fare altro che scappare come conigli quando le cose vanno male, ingranare la retromarcia e gettarci alla cieca sapendo già che quando finiremo in qualche precipizio, troveremo a chi addossarne la colpa.

    Nel nostro comportamento di sempre (e non solo in quello italiano) io vedo i semi dei tempi veramente duri che stanno arrivando. Quello che abbiamo adesso, in confronto, è l’Eden. Mentre noi ci facciamo la guerra a vicenda per esorcizzare i diciotto anni d’inferno che abbiamo vissuto, qualcun altro si fa gli affari suoi, e sfrutta la nostra totale inettitudine, la naturalezza a dir poco inquietante con cui stiamo "lasciando fare". Non ci vorrà ancora molto perché anche quanti hanno sempre detestato Berlusconi e i suoi elettori abbiano a rimpiangere l’Italia che aveva permesso di eleggerlo: potrà anche apparirti agghiacciante come prospettiva, ma tant’è. Con Berlusconi abbiamo visto la Storia ripetersi, a dimostrazione di quanto alcuni hanno più volte detto, ossia che da Essa non s’impara che a sbagliare in modo più eclatante di prima: tra le conseguenze peggiori del suo quasi ventennio, infatti, la più orribile di tutte non l’abbiamo ancora vista, ed è ciò che questo ventennio ha legittimato per l’avvenire. In nome dell’affrancamento dal berlusconismo ci costruiremo la tomba, e quando leggo il tuo commento ne ho la drammatica certezza. Questa cosa, a chi ha letto almeno un libro di Storia in vita sua, fa suonare molti campanelli: da Mussolini a Robespierre, da Craxi a Napoleone, sempre lo stesso copione che si ripete, che si proceda in avanti o all’indietro poco importa.

    Vi consiglio di darvi una sana svegliata, e di mettere da parte l’orgoglio, perché proprio quello farà la differenza tra un futuro decente e uno spaventoso. Il vostro malsano e infantile desiderio di punire il paese in cui vivete per non aver pensato all’unisono col vostro cervello avrà delle conseguenze ben peggiori di vent’anni di Cavaliere. Il prezzo non può e non dev’essere la libertà degli Italiani di scegliersi da sé il proprio destino, anche a costo di sbagliare: la libertà che in preda a un’indignazione incontrollata state dando via, come se non contasse nulla, e magari nella convinzione che quando vi tornerà comodo vi verrà resa dall’oggi al domani... quella libertà rischiate di perderla per sempre, se non si fa quel che va fatto per tenercela stretta. E credimi: non vi conviene affatto fingere di non ricordare cosa succedeva agli uomini quando quella libertà non era stata ancora loro concessa. Non cercate eroi salvatori in questo momento, né al di qua né al di là delle Alpi: non ce ne sono; ci sono solo squali, e non esistono squali meno feroci di altri, solo squali con più possibilità d’attacco di altri. L’essersi affidato a sedicenti eroi ha portato il Paese alle attuali condizioni.

    Rendetevi conto che state facendo il gioco di chi ha voluto tutto questo, di chi ha pilotato e sta pilotando gli eventi per far loro prendere la piega che gli fa comodo. Dalla crisi dei mutui subprime a quella dei debiti sovrani europei, dalla "primavera" araba agli improvvisi cambi di rotta in seno ai governi europei del Mediterraneo... niente di tutto questo è casuale, niente di tutto questo si deve alla «camaleontica cialtroneria» del popolo italico (al quale anche tu appartieni, che ti piaccia o no), e niente di tutto questo sarà risolto sacrificando il paese sull’altare di una non ben specificata Europa dei comuni intenti. Si direbbe che la testa ve l’hanno infarcita d’idiozie come neppure Orwell avrebbe saputo immaginare. La guerra alle Nazioni, e ai popoli che ad esse facevano riferimento, non è iniziata ieri: l’idea del "grande abbraccio di gruppo" che andasse oltre la ricerca del bene comune per collettività circoscritte da esigenze, sentimenti e forme d’espressione di secolare tradizione, in virtù di un presunto "bene supremo" comune a collettività che più diverse e inconciliabili tra loro non si poteva, quell’idea è vecchia... guarda caso quanto l’idea di un’Europa unitaria. Un’idea che ha sfruttato le paure generate da Auschwitz e da Hiroshima per attecchire... e sottomettere. E in effetti siamo ormai circondati da esseri spersonalizzati, addestrati a vedere nel senso della Nazione il diavolo in persona; salvo poi venerare popoli che al senso di appartenenza alla propria Nazione hanno rinunciato molto meno di noi. Il vostro desiderio di sottomessa simbiosi con chi con voi non condivide niente è un masochismo becero che ci danneggerà tutti; ma mentre in voi esso si espleta per una triste mancanza d’idee, per altri è il mezzo attraverso cui giungere a degli scopi ben precisi.

    Non sta né in cielo né in terra che per superare una situazione di crisi, un paese metta in pausa la propria sovranità, le proprie istituzioni, la propria libertà e tutto quello che di più prezioso possiede, affidandosi alla buonafede di persone di cui esistono miliardi di ragioni per sospettare. Monti è un membro fisso della Bilderberg, organizzazione sul cui operato vi è un’impenetrabile e ben costruita cappa di segretezza, e noi cosa facciamo? Gli affidiamo l’Italia.

    Siamo i primi responsabili di quello che ci accadrà.
    Una cosa è certa: se tu non ti preoccupi, io mi preoccupo eccome.


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