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Zapatero: basta romeni in Spagna

Una misura analoga era stata richiesta al Governo Berlusconi nel 2008 dall’allora Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati del Pd, oggi inquisito.

La Spagna sull’orlo del collasso finanziario ed economico, la Spagna i cui cittadini non trovano assolutamente lavoro ed in cui la percentuale di disoccupati raggiunge la spaventosa cifra del 20%, la Spagna che sta attraversando la più profonda crisi dalla fine del regime fascista di Franco grazie anche al fatale ritardo con il quale il governo socialista di Zapatero si è accorto di essere entrato in una fase di grave recessione, sta licenziando alle Cortes una legge che vieterà per i prossimi anni ai cittadini romeni, cittadini dell’Unione europea a far data dal primo Gennaio del 2007, di entrare nel paese per motivi di lavoro. La decisione di Madrid è stata notificata ieri alla Commissione europea a Bruxelles per mano del Ministro al lavoro ed all’immigrazione Celestino Corbacho Chaves “I Romeni in Spagna sono come la gramigna, spuntano dappertutto e portano via il posto di lavoro ai nostri giovani ed ai nostri compatrioti, relativamente ai quali la percentuale di disoccupazione sulla popolazione attiva è pari al 20% scarso” affermano i socialisti ispanici, terrorizzati dall’idea di andare incontro ad un disastro preannunciato alle elezioni politiche generali dell’anno prossimo quando dovrebbero, secondo le stime, venire surclassati dai popolari del centro-destra guidati da Mariano Rajoy.

La Commissione europea si è riservata di decidere in merito alla liceità della misura che, tra i comunitari, discrimina solamente i possessori della cittadinanza romena mentre nessun divieto andrà a colpire per esempio bulgari o polacchi. “Perché i romeni no e gli altri cittadini europei, anche neo-comunitari sì?“ si chiedono a Bruxelles ed i dubbi della Commissione sono stati comunicati ieri alla stampa dal suo portavoce.

La misura in via d’adozione a Madrid è stata ovviamente fortemente criticata dal presidente romeno Basescu e dal Ministro degli Esteri del governo Boc, Teodor Baconschi, che probabilmente solo ora hanno capito di rappresentare una nazione i cui cittadini sono i meno graditi nell’Unione europea. “A questo punto ci chiediamo perché ci hanno fatti entrare nell’Unione. Forse perché volevano trattarci come una colonia e sfruttarne il territorio per impiantarvi le produzioni indesiderate a casa loro, come per quarant’anni ha fatto l’Unione Sovietica?”, ci si lamenta a Bucarest. E’ nell’aria, infatti, l’adozione di un’analoga misura da parte dell’Olanda il cui governo a guida popolare è quotidianamente ostaggio dell’estrema destra xenofoba senza la quale non riuscirebbe ad essere maggioranza.

Pure in Italia era stata richiesta l’adozione di un provvedimento simile nel 2008 da parte dell’allora Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, del Partito Democratico, oggi inquisito per corruzione nell’ambito delle note inchieste sul recupero dell’area ex Falck di Sesto San Giovanni, città di cui Penati fu Sindaco, e sull’acquisto da parte della Provincia meneghina delle azioni della società autostradale Milano-Serravalle. Appellandosi al governo Berlusconi, appena entrato in carica dopo le trionfali elezioni della primavera di quell’anno, concedendo un’intervista al giornalista Riccardo Dragotto del “Giorno”, Penati ebbe a dire :"Ritengo, poi, che il Governo dovrebbe chiudere i flussi dalla Romania” tanto da guadagnarsi la stima del politico milanese della Lega Nord Matteo Salvini che gli intitolò la tessera numero 41508. In realtà sia la sinistra italiana che quella spagnola, pur condannando a parole ogni forma di razzismo, non disdegnano di addossare all'immigrazione romena ogni sorta di malefatta, dimostrando così di stimare gli immigrati provenienti dal grande Stato danubiano come i peggiori tra tutti. In realtà è una posizione pelosa derivante dal fatto che al tempo della ratifica dell'ingresso della Romania nell'Unione europea da parte dei singoli Parlamenti nazionali sia a Roma, secondo Governo Berlusconi, che a Madrid, governo Aznar, governava il centro-destra loro avversario. “La posizione di Zapatero contro i Romeni è pericolosa: innanzitutto perché è discriminatoria rispetto agli altri europei e financo rispetto agli extra- comunitari”, denunciano molti politici popolari ispanici che, poi, aggiungono: ”Non vorremmo che, in armonia con tutta la legislazione anti-cristiana introdotta nel paese dai governi Zapatero, i socialisti tendano ad impedire l'afflusso di romeni solamente perché è una popolazione sorella in Cristo con gli spagnoli e preferiscano invece l'afflusso di immigrati non-cristiani per decristianizzare più in fretta il paese”. La Francia, invece, molto più correttamente ha preannunciato di non voler accettare per il futuro, proprio per non penalizzare troppo in questo difficile momento economico i giovani autoctoni, grandi masse di immigrati extra-comunitari dimostrando così solidarietà con tutti i lavoratori dell'Unione europea.

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