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Vogue: mai più modelle anoressiche sul nostro giornale

I direttori di tutte le 19 edizioni internazionali del famosissimo magazine di moda Vogue hanno stipulato un accordo storico: mai più sulla nota rivista di moda vedremo foto di modelle troppo giovani o che mostrano problemi evidenti di salute dovuti a disordini alimentari.

Finalmente una notizia che da tempo aspettavamo dal mondo della moda e dell'immagine: i 19 editori del popolare settimanale Vogue si dicono pronti a vestire i panni di "ambasciatori per la bellezza di un corpo sano".

L'accordo lanciato da Anna Wintour, direttrice dell'edizione americana dal 1988, prevede che Vogue non pubblicherà più foto di ragazze con meno di 16 anni (grande scalpore fecero le foto pubblicate nel numero di dicembre 2010 da Vogue France che ritreavano foto di modelle-bambine in abiti da donna e atteggiamenti sensuali - vedere foto in basso) o con problemi evidenti di anoressia; inoltre è stato preso l'impegno di mettere a disposizione delle modelle cibo e bevande salutari durante i set fotografici.

Come riportato sul numero di giugno di tutte le edizioni (compresa quella italiana diretta da Franca Sozzani), lo scopo è dunque quello di promuovere un ideale di bellezza femminile legato all'estetica di un corpo sano.

Alexandra Schulman, direttrice di Vogue UK, ha dichiarato: "Vogue è una delle voci più influenti all'interno dell'industria della moda e, per questo, noi abbiamo un'opportunità unica di impegnarcii in questioni rilevanti laddove sentiamo di poter fare la differenza".

L'inziativa parte dal lavoro già avviato dal Council of Fashion Designers americano e britannico che, in sinergia con Vogue US e Vogue UK, hanno già cominciato ad incoraggiare un approccio diverso all'interno dell'industria, al fine di resituire un'immagine più sana del mondo della moda e della stessa bellezza femminile.

Jonathan Newhouse, presidente di Condé Nast International e proprietario del magazine, ha dichiarato: "Vogue crede che la buona salute sia essa stessa bellezza"; secondo Newhouse inoltre, tale scelta non andrà solo a vantaggio delle modelle ma a giovarne saranno anche le lettrici che ne guadagneranno in benessere psichico.

Le grandi sartorie sono state inoltre pregate di "pensare alle conseguenze che la creazione di modelli di vestiti dalle taglie irrealmente piccole può comportare".

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.228) 5 maggio 2012 12:03

    Se la cosa si estende nel resto del mondo della moda, tante modelle che - per lavoro - sono costrette a tenersi a dieta ferrea - e, magari, riempirsi poi di farmaci per stare in piedi - ringrazieranno.

    Rimane una cosa assurda che i direttori delle riviste di moda debbano mettersi d’accordo per porsi questo genere di limiti...

    D’altronde...

    Per il pubblico femminile di tali riviste, che le modelle abbiano una corporeità sotto sotto da’ fastidio. Una modella ben in carne, da calendario per camionisti (non ho mai visto una anoressica, sulle pareti del mio gommista), distrae dall’abito imponendogli curve e volumi propri, e c’è sempre il richio che il compagno di turno apprezzi troppo.

    Per le sartorie, le mannequin a manichino-fil-di-ferro sono comode, facili da vestire.

    Per gli estimatori maschi del genere che - almeno quelli che ho conosciuto - hanno magari un minimo di difficoltà a gestire le donne reali, le donne astratte-cubistico-metafisiche delle passerelle sono rassicuranti.

    Perciò, mi dispiace dirlo, ma non mi metterò a trattenere il fiato aspettando di vedere una generazione di modelle più corporee di un Mondrian.

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