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Vitulazio vuole dimenticare la "barbaria nazzista"

"Sfonnoni" ortografici in una lapide in memoria di una vittima della ritirata tedesca

VITULAZIO - «Signorina, Veniamo noi con questa mia.. addirvi una parola...».

E’ l’inizio sgrammaticato della ormai famosa e mitica lettera dei fratelli Caponi all’attricetta che turbava il sonno e gli studi del loro carissimo nipote. Una sequenza passata alla storia del cinema proprio per quella serie di errori grammaticali che infarcivano la missiva.

Di certo non passerà alla storia, seppur infarcita di cosiddetti "sfonnoni", la lapide scoperta lo scorso 25 aprile in quel di Vitulazio, ridente cittadina alle porte di Capua. Nella giornata di commemorazione della Liberazione, l’Amministrazione ha ben pensato di dedicare una targa celebrativa ad un figlio del paese: Gaetano Di Maio.

Il Di Maio, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, fece parte di quel tributo altissimo di sangue, anzi ne fu la prima vittima, che Vitulazio (all’epoca denominato Villa Volturno) dovette pagare alla seconda guerra mondiale, per il solo fatto di trovarsi sulla linea di ritirata delle truppe tedesche, incalzate dall’esercito alleato che marciava da Salerno verso la capitale.



Era il pomeriggio del 13 settembre 1943 quando un militare "NAZISTA" (con una sola zeta) giunto in Villa Volturno interrogò il tredicenne Gaetano Di Maio, chiedendogli dove fossero i rifugi di militari e civili. Al secco rifiuto del giovinetto di fornirgli informazioni, il graduato lo freddò a bruciapelo dando il via a quella sequela di "BARBARIE" (che va comunque sempre al plurale) che furono perpretate ai danni di inermi cittadini.

Una storia emblematica del coraggio di un ragazzino che, non curandosi della propria incolumità, riuscì a salvare la vita di molte persone. Un coraggio che, dicevamo, il Comune ha voluto ricordare con l’intitolazione di una piazza e con una targa commemorativa.

Una stele che, di certo, non rende omaggio al nobile gesto del giovinetto. Due macroscopici errori di ortografia campeggiano sulle poche righe di dedica: «Alla memoria del giovane Di Maio Gaetano che impavido contro la barbaria nazzista seppe, col proprio silenzio salvare la vita a uomini indifesi».

Due "sfonnoni" che lasciano presagire una certa superficialità con la quale si è giunti ad erigere la targa nella neo-intitolata piazza. Sarebbe bastata, infatti, un’attenta lettura delle quattro righe per evitare i grossolani errori. Il popolo vitulatino adesso, per il rispetto dovuto alla vicenda di Di Maio, chiede a gran voce una immediata correzione della targa ed una sua sostituzione con una epigrafe corretta.

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