Venezuela, la piaga delle detenzioni arbitrarie
Secondo l’organizzazione non governativa Foro penal, in Venezuela dal 2014 oltre 15.700 persone sono state sottoposte a detenzione arbitraria per motivi politici. Attualmente, sarebbero circa 300.
Un rapporto di Amnesty International ne presenta nove, riferite al periodo 2018-2023. Alcune di esse sono direttamente legate all’attivismo politico di opposizione al governo, altre riguardano persone che hanno mere relazioni familiari con persone considerate sospette dalle autorità.
Che tutto ciò faccia parte di un sistema più ampio lo conferma il fatto che si tratta di azioni repressive uguali tra loro ma compiute in tempi e in luoghi diversi da diverse forze dell’apparato di sicurezza dello stato venezuelano.
La varietà delle ragioni politiche che sono alla base di queste detenzioni dimostra come l’intera popolazione, non solo chi si oppone pubblicamente al governo ma anche chi non ha alcuna esperienza di militanza politica, sia altamente a rischio di subire violazioni dei diritti umani.
Alle detenzioni arbitrarie, si accompagnano altre gravi violazioni dei diritti umani e persino crimini di diritto internazionale come la tortura, le sparizioni forzate, il diniego delle garanzie sul giusto processo, l’uso di tribunali speciali dedicati al “terrorismo”, le condizioni inumane di detenzione e l’uso di definizioni ambigue e discrezionali di reato per elevare accuse, senza alcun motivo, di associazione criminale.
Va ricordato che, proprio per crimini di diritto internazionale come le sparizioni e le torture, le autorità venezuelane sono oggetto di indagini della Corte penale internazionale e da parte dei tribunali argentini in base al principio della giurisdizione universale e sono anche sotto osservazione da parte di una Commissione d’inchiesta e dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite.
(Nella foto: Emirlendris Benítez, 42 anni, arrestata il 5 agosto 2018 dopo essere stata falsamente associata ad atti di violenza commessi contro il presidente Nicolás Maduro per il mero fatto di aver condiviso un viaggio in automobile con soggetti che vi avevano preso parte)
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