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Venezia - Danilo Rea all’Auditorium Lo Squero

In una Venezia tachicardica da Mostra Internazionale del Cinema e Biennale, l’isola di S.Giorgio, a tre minuti da Piazza S.Marco, rappresenta una location disintossicata dal turismo per accogliere l’arte.

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La meravigliosa sala dell’Auditorium Lo Squero

Il celebre Auditorium Lo Squero ha ospitato sabato 10 settembre un concerto di Danilo Rea, nell’ambito della stagione concertistica 2022.

Nella sala dall’acustica perfetta, solo una grande vetrata separa il celebre pianista dallo scenario naturale del Bacino di S. Marco e lì le Improvvisazioni di Danilo Rea cominciano a sciogliersi, temi riconoscibili che catturano la platea in un silenzio sospeso. E sospeso sull’acqua della laguna sembra anche l’artista che è una sagoma nera nel controluce mentre suona un pianoforte a coda Zanta. Dire suona è forse ancora poco, perché tutto il suo corpo esegue le sue improvvisazioni, con i piedi calzati di bianco che sottolineano il ritmo e talvolta la voce che accompagna i temi che tutti vorremmo accennare.

Leit-motiv di tutto il concerto è il tema di Moon River che si affaccia a più riprese nell’ora e mezzo di improvvisazioni, tra citazioni da West Side Story, C’era una volta il West, Mary Poppins, brani di Mina, De André, Brindisi di Traviata, mentre attorno sfrecciano barche e svolazzano gabbiani nell’azzurro settembrino lagunare.

Danilo Rea, dopo il diploma il pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia, ha debuttato nel 1975 nella musica jazz e contemporaneamente a questa ha sviluppato particolare interesse per la musica progressive . Numerose sono state le sue collaborazioni nell’ambito del pop come pianista di fiducia di artisti quali Mina, Baglioni, Pino Daniele, Modugno, Mannoia, Cocciante, Renato Zero, Morandi e Celentano e ultimamente con Gino Paoli. Insignito di premi, nell’aprile 2018 viene pubblicata da Eri Rai La sua biografia Il Jazzista Imperfetto, scritta insieme a Marco Videtta col quale ha condotto tra il 2020 e il 2021, l’omonima trasmissione radiofonica su RAI UNO. Lo raggiungiamo in camerino finita la splendida esibizione.

-Danilo Rea, hai intitolato la tua biografia Il Jazzista Imperfetto, qual è l’imperfezione?

-L’improvvisazione su temi può essere oggetto di critica da parte dei puristi del genere. Lo riconosco e me ne approprio.

-I tuoi concerti sono sempre sorprese per chi ti ascolta, ma anche per te, cosa sono le tue improvvisazioni: capricci, fantasie, libere associazioni freudiane?

-Potrei definirle improvvisazioni melodiche di idee che arrivano da quello che vedo e sento. Qui allo Squero, per esempio, le suggestioni visive del Bacino di San Marco sono state talmente presenti e forti che non è stato facilissimo controllare l’istinto musicale.

-E’ talento naturale o frutto di tanto studio la grande agilità pianistica e la velocità mentale nel saper variare, modulare e passare da un tema ad un altro?

-In realtà è stato tutto piuttosto facile, direi talento naturale.

-Il tema di Moon River è emerso spesso in questo concerto, è possibile provare a spiegarne la ragione?

-Potrebbe essere stata l’ispirazione dell’acqua che mi circondava, poi è un brano di un compositore italiano, Henry Mancini, per il film Colazione da Tiffany e gli standards dei jazzisti americani vengono da musiche da film.

Ringraziando, lasciamo dunque il grande jazzista che tra l’altro ha concesso al pubblico entusiasta due acrobatici e funambolici bis.

Concerto memorabile per tutti.

Marina Bontempelli

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Marina Bontempelli con Danilo Rea

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