Vaticano: ora appoggia depenalizzazione omosessualità, ma rimangono distinguo
Il Vaticano ha deciso di sostenere la proposta francese all’Onu per la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità. Monsignor Celestino Migliore, osservatore vaticano all’Onu, precisa però su Radio Vaticana che i dubbi rimangono, poiché si ritiene che «la proposta vada ben oltre questa intenzione, puntando ad omologare ogni orientamento sessuale generando quindi incertezza giuridica». Secondo Migliore, il fatto che solo 66 paesi su 192 abbiano sostenuto la proposta sarebbe la prova che «l’argomento va ancora discusso con calma, trasparenza, rispetto reciproco e molto buon senso».
Contro la proposta francese ne è stata avanzata una dalla Siria, che ha ottenuto 58 voti a favore. L’osservatore vaticano pone inoltre su uno stesso piano di paragone pena di morte e aborto, affermando che molti paesi non sono favorevoli ad estendere il principio dell’«intoccabilità della vita» anche all’aborto, giudicando ciò non coerente: «Si insiste quasi unilateralmente sulla intoccabilità della vita, nel caso specifico della sentenza di morte, e si esita, o addirittura, si è contrari, ad estendere lo stesso principio a tutte le fasi della vita, che per alcuni riguardano il diritto di nascere, per altri il diritto alla sopravvivenza».
Il cardinale Renato Raffaele Martino, intervistato da «L’Osservatore Romano», spiega la posizione vaticana: «La Chiesa si oppone decisamente alle legislazione di quegli Stati che condannano, a volte sino alla pena capitale, l’omosessualità. Anzi è pronta a scendere in campo con tutte le sue forze e in ogni ambito per difendere la vita di ogni persona, dunque anche degli omosessuali». Il prelato però tiene a precisare: «Diverso è il caso in cui si vorrebbe costringere la Chiesa ad accettare l’identificazione del matrimonio naturale tra un uomo e una donna con forme di unione tra persone dello stesso sesso: facciano ciò che vogliono ma non pretendano di equiparare queste realtà, ben diverse tra loro.
Abbiamo ricevuto da Dio il dono preziosissimo della libertà, anche della libertà di scegliere se peccare o no. In nome di quella stessa libertà però non si può impedire alla Chiesa di ribadire la sua posizione. Io credo alla fine che anziché polemizzare su altri presunti diritti da inserire sarebbe molto più importante profondere le nostre energie per far rispettare da tutti quelli sanciti da sessant’anni e ancora negati in tanti Paesi del mondo».
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