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Uno strano suicidio di un dirigente legato alla ’ndrangheta

E’ successo lunedì scorso ma la notizia è emersa solo ora con ben tre giorni di ritardo. Il dirigente dell’ospedale San Paolo di Milano si è buttato, poco prima della pausa pranzo, dall’ottavo piano. Si sarebbe suicidato, pare che i carabinieri non abbiano nessun dubbio.

La moglie però non ci crede, dice che non aveva visto nessun segno di depressione in lui, e poi non ha lasciato nessun biglietto di addio. Ma chi sarebbe costui?

E’ un indagato per legami con la ’ndrangheta, ma quella non tradizionale. Ovvero sarebbe quella stroncata al nascere grazie al lavoro della procura di Milano: l’ inchiesta denominata "infinito" che portò all’arresto di ben 305 ’ndranghetisti e imprenditori legati a loro.

Pasquale Libri non era un personaggio di secondo piano, era ben legato alla cosca calabrese del boss Rocco Musolino, zio della moglie. Ed era sempre lui a complottava con il dirigente dell’ospedale di Pavia: Carlo Antonio Chiriaco, quello che dice che giocava a fare lo ’ndranghetista.

Si divertiva talmente tanto che teneva forti contatti con un altro boss della ’ndrangheta, affiliato anche ad una loggia massonica (ma non è una novità che gli ’ndranghetisti sono anche massoni), il boss Pino Neri. E con lui vari dirigenti, imprenditori e soprattutto politici trattavano per gli appalti in Lombardia.

In sostanza sarebbe quella parte della ’ndrangheta "secessionista" che voleva distaccarsi da quella tradizionale e creare una specie di Cosa Nostra, ovvero non più "orizzontale" ma verticistica. Diciamo una ’ndrangheta stile Lega Nord.

A proposito, il boss Pino Neri si è fatto fotografare mentre si intratteneva a parlare con il leghista recordman delle preferenze Angelo Ciocca.

Io, analizzando bene la portata di questa inchiesta, affermerei che gli arresti sono stati quasi una salvezza per la ’ndrangheta tradizionale, quella di sempre, quella vincente, quella che non viene mai stroncata e se vuole può nascondere per sempre le grandi questioni come ad esempio la storia delle Navi dei Veleni.
 
Quella ’ndrangheta che fa affari con tutto il mondo e riesce ad entrare in collusione con qualsiasi potere e magari ricattarlo anche.

Molto probabilmente si è evitata una terza guerra tra ’ndranghetisti, questa volta tra i "secessionisti" e non.

Ritorniamo al suicidio. Visto le perplessità della moglie, che ricordiamo è la nipote del Boss Musolino, e i retroscena che poteva svelare. Siamo sicuri che sia un suicidio oppure un ennesimo omicidio simulato tramite una caduta dall’ottavo piano?

Quanto ci vogliamo scommettere se Pasquale Libri fosse stato arrestato, sarebbe diventata l’ennesima morte in carcere?

Spero che abbiamo capito tutti che la ’ndrangheta a seconda la necessità "suicida" le persone. Sia quelle coinvolte, sia quelle innocenti.

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