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Un po’ di verde nella chimica

L’utilizzo di sostanze ecocompatibili, l’abbattimento degli sprechi, la riduzione dei costi energetici appartengono agli obiettivi prioritari dell’implementazione di processi di sintesi innovativa. E così, riprendendo Anastas e Warner, pioneri della green chemistry, bisogna non sporcare perché è meglio che poi dover pulire, puntare ad un’economia atomica intesa come riduzione degli scarti di lavorazione, utilizzare solventi non pericolosi come l’acqua (colle, vernici, tinture), la CO2 supercritica (decaffeinizzazione del caffè), alcuni liquidi ionici ecocompatibili.

Non bisogna dimenticarsi di materie prime alternative come alghe e biomasse agricole, il cardanolo estratto dagli anacardi (sostituto dei derivati del petrolio) utile per produrre adesivi, rivestimenti, schiume poliuretaniche, l’amido di mais da cui si genera bioplastica (sacchetti per l’umido, buste del supermercato) e un additivo che riduce la resistenza dei pneumatici al rotolamento al fine di ridurre il consumo di carburante.

Interessanti sviluppi vengono dalla soia nella produzione di toner ed adesivi per legno, dagli oli vegetali per la sintesi di monomeri. In ultimo anche la farmaceutica sta spostando i processi verso il green utlizzando la biosintesi enzimatica, la riduzione dei solventi a base di cloro e la loro sostituzione con altri ecosostenibili.

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