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Un mese di crisi sui social network

Il passaggio da Conte a Draghi visto dalle bacheche dei leader italiani, da Renzi a Berlusconi, da Salvini a Meloni.

di Francesco Cianfanelli

 

Come noto, il premier Mario Draghi non ha profili social, ma tutti gli altri leader politici sì. Tuttavia, anche se i passaggi principali della caduta di un governo e della nascita di uno nuovo si svolgono nell’ombra e a porte chiuse, lontani da telecamere e timeline, anche i social network sono stati teatro degli atti principali di queste settimane – atti che, a crisi finita, vale la pena ripercorrere e analizzare.

 

La caduta

Il 13 gennaio è il giorno in cui scoppia la crisi. Nel pomeriggio Giuseppe Conte si reca al Quirinale e nel ritornare a Palazzo Chigi posta un video che avrà oltre 2,2 milioni di visualizzazioni, risultando uno dei più visti di tutto questo periodo. “Il Paese ci chiede di continuare”, dice.

Poco più di un’ora dopo è però Matteo Renzi ad affacciarsi a Facebook, questa volta dall’interno del Senato, per annunciare le dimissioni di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto. Un’ora e dieci minuti di video in diretta che colleziona oltre 800 mila visualizzazioni.

Il video più visto di questa prima fase della crisi non appartiene però a uno dei principali duellanti, ma a Giorgia Meloni. L’intervento della leader di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, il 18 gennaio, viene visto da 2,5 milioni di persone, superando anche la relazione in Parlamento del Presidente del Consiglio, che si ferma a 1,7 milioni. Il giorno dopo è il turno di Matteo Salvini, il cui intervento in aula in occasione del voto di fiducia è visto da 1,8 milioni di persone. Il video della Meloni sarà superato solo il 4 febbraio dall’ultima conferenza stampa di Giuseppe Conte.

Al Senato il Governo Conte II ottiene 156 voti a favore, mancando la maggioranza assoluta nonostante i discussi voti in extremis di Ciampolillo e Nencini. Nei minuti successivi il post di maggiore successo è quello del premier: 319 mila reaction per il suo invito ad andare avanti (più 2.200 retweet su Twitter, un record nel periodo della crisi). 51 mila reaction invece per la risposta di Giorgia Meloni: “Le chiacchiere stanno a zero – scrive la leader di Fratelli d’Italia – e ora attendiamo di sapere dal Presidente della Repubblica se ritenga che in queste condizioni Conte possa andare avanti“. Meloni già nel pomeriggio aveva condiviso un curioso video da 2 milioni di visualizzazioni in cui si prendeva in giro con ironia, prendendosela con chi la chiama “pesciarola“: “Vendere il pesce è un lavoro duro e nobile, comprare la gente in Parlamento, invece, è un lavoro ignobile…“.


 

Salvini affida i suoi pensieri al live-tweeting della sua ospitata a Cartabianca, Di Maio esprime la sua vicinanza al Premier, mentre tacciono Zingaretti, Speranza e Berlusconi.

Come sappiamo, i 156 voti al Senato non sono cresciuti nei giorni successivi, e dopo aver rinviato la votazione sulla relazione del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, anche alla luce del no annunciato di Italia Viva, Conte si dimette. Benchè si fossero inseguite voci su un possibile video di addio, il premier affida il suo ultimo pensiero ad un post corredato da foto, con oltre mezzo milione di reaction (un record fino a quel momento), in cui si augura che dal Parlamento nasca un nuovo governo europeista che guidi l’Italia fuori dalla pandemia.

 

 

Di tutt’altro avviso Giorgia Meloni, che nel giro di poche ore pubblica tre post in cui chiede elezioni subito (tutti con un grande successo di pubblico). Le fa eco Matteo Salvini.

 

 

Fra i leader a sostegno del governo, solo Di Maio si esprime, mentre rimangono in silenzio Zingaretti e Speranza, anche se il ministro della salute solo il giorno prima si era detto convintamente a fianco del premier, in uno dei suoi tweet più apprezzati. Matteo Renzi invece pubblica la sua Enews.

 

 

Il segretario del PD si esporrà con forza il giorno dopo, il 27 gennaio, dalla direzione del partito, con un live sul suo profilo Twitter. Il PD ha un solo nome, quello di Giuseppe Conte.

 

 

 

Matteo Renzi e l’elogio della politica

Sempre il 27, che è anche il primo giorno delle consultazioni, Matteo Renzi pubblica un video particolare, molto curato, in cui spiega le sue ragioni: “Le vere crisi a cui la politica deve dare risposte”, otto minuti in cui parla delle mancanze del governo Conte e dei veri motivi della crisi.


 

È un video importante perchè Matteo Renzi ci investe circa 1.000 euro di sponsorizzazioni su Facebook (secondo il report reso pubblico dalla stessa piattaforma) e perchè contiene sin dal titolo uno degli elementi chiave della retorica dell’ex sindaco di Firenze in questa fase, l’elogio della politica. “Politica” è la parola chiave, “con la P maiuscola”, che viene declinata con diverse sfumature di significato: prendere decisioni, discutere di temi, progettare il futuro, di volta in volta contrapponendosi al populismo, alla ricerca delle poltrone, alla caccia ai responsabili. Dopo “Presidente”, del resto, è la parola più utilizzata su Twitter da Renzi nel periodo che va dall’apertura della crisi all’affidamento dell’incarico a Draghi, mentre non viene mai utilizzata nel secondo periodo della crisi, quello che termina col giuramento del nuovo premier. Curiosamente, ma non casualmente, nel suo saluto finale Conte riprende la frase “politica con la P maiuscola”, rigirandola proprio contro Matteo Renzi, distinguendo “la buona politica, che ha l’esclusivo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalla (cattiva) politica, intesa come mera gestione degli affari correnti volta ad assicurare la sopravvivenza di chi ne fa mestiere di vita”.
 

 

Meloni protagonista, Salvini arranca

Già dai dati dei primi giorni della crisi sembra chiaro un fatto: è Giorgia Meloni la voce più forte dell’opposizione sui social. La leader di Fratelli d’Italia, che già nell’ultimo anno ha collezionato numeri ottimi su Facebook, durante queste due settimane supera i suoi dati medi di interazioni per post e engagement. Prestazioni leggermente sotto la media, invece, per Matteo Salvini, che fatica a trovare spazio nel dibattito, nonostante durante il mese della crisi abbia speso quasi 6.000 euro in sponsorizzazioni dei post (cosa che ad esempio Conte e Meloni non hanno fatto).

Nonostante il segretario della Lega sia di gran lunga il politico italiano con più fan su Facebook, nei 20 post di maggior successo (sommando reaction, commenti e condivisioni) pubblicati durante la crisi non ce n’è nessuno che porti la sua firma. Undici sono di Giuseppe Conte (compresi i primi cinque), sei di Giorgia Meloni, due di Matteo Renzi e uno di Luigi Di Maio. Molto lontano il segretario della Lega. Come se non bastasse, i tre post migliori di Salvini in questo mese non sono politici, ma riguardano storie individuali e il blitz anti-droga nella casa “citofonata” durante la campagna per le scorse regionali in Emilia-Romagna del 2020.

 

La rottura e l’arrivo di Draghi

Il 2 febbraio sembra chiaro che non si troverà una maggioranza. Ne dà la conferma Renzi su Twitter, con un elenco di questioni irrisolte che anticipa l’esito dell’incontro serale fra Fico e Mattarella.

 

 

Poco dopo arriva la svolta della crisi: Sergio Mattarella annuncia che il giorno dopo inconterà Mario Draghi per conferirgli l’incarico di formare il nuovo governo. Matteo Salvini e Giorgia Meloni chiedono le elezioni subito, Nicola Zingaretti – spesso molto timido sui social durante le fasi calde della crisi – ringrazia su Facebook Mattarella per aver “posto rimedio al disastro provocato dalla irresponsabile scelta della crisi di governo“, mentre Matteo Renzi esprime in maniera molto istituzionale il suo apprezzamento per la scelta del Presidente della Repubblica e più tardi posta una sua foto a suo modo molto cinematografica, che ricorda il clichè dei personaggi dei film d’azione che non si voltano indietro a guardare cosa hanno combinato. Per un giorno, è il leader di Italia Viva il protagonista di Facebook: tre dei quattro post più cliccati sono infatti suoi.

Se il 2 febbraio è il giorno delle frasi di circostanza, il 3 febbraio è il giorno della tattica. Poche manifestazioni di entusiasmo per l’incarico a Draghi, ma più attenzione alle dinamiche interne a partiti e coalizioni: Di Maio richiama all’unità del Movimento, che deve rimanere protagonista anche in un nuovo governo, mentre Zingaretti annuncia che inconterà LeU e il Movimento 5 Stelle per rilanciare l’alleanza. Matteo Salvini saluta (letteralmente, con l’emoji della manina) i protagonisti del governo Conte II, ma a differenza di Giorgia Meloni non si esprime chiaramente sul suo eventuale appoggio o meno al nuovo esecutivo. Al contrario, Silvio Berlusconi pubblica una serie di post sul piano vaccinale elaborato da Forza Italia facendosi implicitamente avanti in vista del nuovo esecutivo. 

 

 

 

Il giorno dopo, Giuseppe Conte pubblica la diretta fuori da Palazzo Chigi, in piedi davanti a un tavolino: venendo visto da oltre 4 milioni di persone, è di gran lunga il video di maggiore successo di questo mese. Si tratta inoltre del suo ultimo post su Facebook fino al giuramento di Mario Draghi.

 

Con l’inizio delle consultazioni, nascondersi diventa difficile: è soprattutto nel centrodestra che inizia il dibattito sulla posizione da tenere. Mentre Giorgia Meloni continua a rifiutarsi di appoggiare un nuovo governo, l’alleato Matteo Salvini – che ancora dopo l’annuncio dell’incarico a Draghi riportava su Twitter la sua voglia di elezioni – cambia idea e dà la sua disponibilità ad appoggiare il nuovo esecutivo. Su Facebook, il suo video con la conferenza stampa post- consultazioni riporta un banner con scritto “prima il bene dell’Italia”, che su Twitter diventa un più familiare “prima gli italiani”.

 

 

Times for heroes

Ma il sostegno al governo passa anche dalla presenza fisica dei leader. Il 9 febbraio, proprio pochi minuti dopo che si era sparsa la voce del suo forfait, Silvio Berlusconi twitta dalla scaletta del suo aereo: il fondatore di Forza Italia è a Roma per partecipare alle consultazioni, in una delle sue ormai rarissime apparizioni pubbliche. I video del saluto con Mario Draghi, l’arrivo alla nuova residenza romana e altri contenuti che mostrano una quotidianità politica di Berlusconi che non si vedeva da tempo rappresentano l’eccezionalità del momento e la convinzione dell’appoggio di Forza Italia più di qualsiasi messaggio scritto.

 

 

La sera stessa, Beppe Grillo (che ha partecipato a entrambi i giri di consultazioni) condivide un video in cui spiega perchè la sua formazione dovrebbe appoggiare il governo Draghi. Anche in questo caso, si tratta di una delle ormai rare apparizioni di Grillo nell’ambito del Movimento, in un tentativo di convincere la base ad approvare l’entrata nel terzo governo della XVIII legislatura. E non stupisce che l’11 febbraio, giorno della votazione su Rousseau, Di Maio posti una card che lo ritrae proprio insieme a Grillo e a Conte, per incoraggiare i suoi a votare per il sì, come alla fine sarà.

 

 

Si tratta di uno dei contenuti di maggiore successo di questa ultima fase della crisi, in giorni in cui molti leader hanno comunicato pochissimo, preferendo la cautela dell’attesa, ma raccogliendo comunque buon successo: meno post su Facebook, ma più interazioni per post. Nell’ultima fase, quella che comincia con l’incarico a Draghi, torna anche a crescere il numero dei fan di Matteo Renzi su Facebook (+700 fan in 11 giorni), numero che nell’ultimo anno è stato in lenta ma costante discesa.

 

L’epilogo

Fra i post di maggiore successo di questa seconda fase della crisi ci sono però quelli sull’annuncio della squadra di governo: 70 mila reaction per Matteo Salvini, che elenca i ministeri e le deleghe della Lega; 29 mila per l’entusiasmo di Matteo Renzi, che scrive “una squadra di alto livello, con alcuni ingressi di straordinario valore“. Ma il post che ottiene maggiore successo rispetto alla fanbase dell’autore è quello di Roberto Speranza, il quale, confermato al ministero della salute, si limita a riportare la prima frase dell’articolo 32 della Costitituzione.

 

 

Chiude questa rassegna il post con cui Giuseppe Conte saluta gli italiani dopo aver lasciato Palazzo Chighi. Una lettera aperta che supera il milione di reaction. Non solo è il post di maggiore successo sulla crisi di governo, ma è il post politico di maggiore successo di sempre in Italia, doppiando il secondo.

È la fine di un mese in cui i social network sono stati usati meno del solito, ma con più ponderazione. Anche in questa fase delicata i leader hanno però cercato di arrivare direttamente ai loro follower/elettori, spiegando la propria posizione, convincendoli della bontà di un cambio di posizione, spingendoli ad appoggiare le scelte prese e comunicando con la propria presenza fisica il proprio peso politico.

Del resto, questo è ciò che la politica cerca di fare da sempre, con i mezzi che si trova a disposizione, nel contesto in cui si trova a navigare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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