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Tre domande educate (e indignate) al Governo: guerra, economia, democrazia

PROF. DRAGHI: INTERROGATO! 

Ci sono cittadini che ci chiedono: sulla base di quale mandato ha potuto Lei usare le nostre tasse per armare un Paese che non ci è neppure alleato? Può un decreto legge o un decreto interministeriale scavalcare la Costituzione? Alcuni addirittura chiedono: cosa ha a che fare Lei con noi, se non possiamo sentirci rappresentati da deputati e senatori che Le accordano la fiducia, ma non abbiamo effettivamente scelto? Come dovremmo rispondere a questi concittadini? 

CITTADINO DI MAIO: INTERROGATO! 

Ci siamo stretti la mano sette anni fa nel palazzo del Consiglio Regionale della Toscana, quando il più giovane vicepresidente della Camera nella storia della Repubblica ci propose un incontro sull’uso appropriato delle risorse pubbliche nelle infrastrutture. Parlammo del progetto – oggi ancora incombente - di doppio sventramento.

TAV di Firenze: opera costosissima, inutile e dannosa, descritta come “stipendificio” della politica. Col Suo Movimento 5 Stelle, Ella annunciò in quell’occasione di scendere in campo assieme a noi contro l’uso sconsiderato di risorse pubbliche così ingenti. Ora i nostri associati ci chiedono: che fine ha fatto quell’impegno sulla TAV? E si può definire un buon governo della spesa pubblica la scelta di destinare armi (secretate) a un teatro di guerra fuori controllo? 

Lei è Ministro dei delicatissimi Affari Esteri: a chi giova, Le chiediamo, usare epiteti offensivi nei confronti di uno degli attori protagonisti del conflitto in corso? O azzardare che “quando avrà finito con Zelenskij, inizierà con un altro Paese”? O esaltare acriticamente il suo avversario? Quando, e dove, Ella ha verificato l’interesse della popolazione a violare, se non il programma politico del Suo Movimento, quanto meno la volontà dei Costituenti, che nei principi fondamentali della Repubblica hanno scolpito nel 1948 il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? 

Lei pensa che il consenso riscosso nel collegio di Acerra fosse fondato su questo tipo di attese? 

DOTT. CINGOLANI: INTERROGATO! 

Apprendiamo che partecipare attivamente alla sciagurata guerra militare e commerciale ci costerà scenari energetici che non si annunciano né ecologici né convenienti: approvvigionamenti costosi di gas liquido dagli USA e da altri Paesi non esattamente stabili o democratici; flotte di navi cisterna su e giù per i mari e gli oceani; impianti di rigassificazione ingombranti davanti alle coste (uno aggiuntivo proprio in Toscana); trivelle per estrarre idrocarburi nei mari e nei parchi nazionali; vecchie centrali a carbone a pieno regime; deforestazione, impermeabilizzazione e degrado paesaggistico per pale eoliche impattanti in habitat protetti… 

La domanda che la Next Generation pone è: cosa c’entra tutto questo col nuovo paradigma promesso in cambio dell’immane debito aggiuntivo accollato a figli e nipoti? E ancora: dopo Chernobyl e Fukushima, perché tornare a investire nel nucleare, un cantiere fallimentare delle cui scorie, tossiche per secoli, neppure sappiamo ancora come liberarci? E infine: procedure semplificate per autorizzare veri e propri capitomboli all’indietro escludendo ancor più le popolazioni dalla protezione dei territori che abitano, rispondono forse a un’esigenza di democratizzazione e trasparenza? 

Anche Lei, Ministro di un Dicastero nuovo di zecca e chiamato alla cultura della complessità, dove e quando ha verificato il consenso informato dei cittadini intorno a queste misure? 

Associazione di volontariato Idra 

 

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