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Totti calcia Balotelli. Storace lancia una cartellina a De Luca. L’alibi della provocazione

Totti calcia Balotelli. Storace lancia una cartellina a De Luca. L'alibi della provocazione

La frase della settimana scorsa è stata "Sono stato provocato".

Balotelli avrebbe urlato a Totti "Nonno sei finito": quindi secondo Totti quel calcione che poteva spezzargli tibia e perone se l’è cercato.

De Luca, membro del PD, avrebbe urlato a Storace in consiglio comunale di dimettersi da Presidente della Commissione di Roma Capitale dopo la condanna di Laziogate: Storace prima gli lancia una cartellina, poi sbatte un tavolo per aria, il tutto mentre urla "Mascalzone, Figlio di Mignotta, Ti rompo".

Ok, Totti e Storace sono stati provocati.


La provocazione diventa un’alibi, una giustifica per poter dire sono un essere umano, ed ho sbagliato. Il giorno dopo poi, ciò che avrebbe dovuto distruggere un’immagine pubblica, la fortifica.

Totti continuerà a vendere telefonini e ad essere super-ricercato dai marchi e dalle griffe, il suo fascino da marito e da sex symbol un po’ ignorante non risulterà per niente scalfito.

Storace continuerà a sedere sulle sue poltrone, si ripresenterà alle prossime elezioni, ed avrà ancora più voti. Ha dimostrato di avere le palle, non ha permesso 
a nessuno di intaccare la sua dignità personale e la sua onestà intellettuale.

Poi può succedere che un bimbo spappoli la milza
 alla maestra a scuola. I genitori dichiarano di voler querelare la direttrice dell’Istituto, il bambino era vittima già da un bel po’ di bullismo e non era stato tutelato.

Eh già, anche lui era stato provocato.


Poi il bambino manda una lettera di scuse alla maestra, le regala un vangelo, e la maestra lo perdona. Venerdì il bambino ha avuto dei colloqui con uno psicologo, perché dovrà essere riabilitato.

A Totti e Storace invece non serviranno né psicologi, né letterine di scuse, né vangeli. Ci penserà la televisione a riabilitarli, anzi dovremmo scusarci noi, se anche solo per un secondo abbiamo pensato male di loro, abbiamo condannato i loro gesti malsani pretestuosamente, senza valutare le annesse e precedenti provocazioni.
 
Per fortuna, come ha scritto l’ottimo Gramellini sabato, che la maestra ha perdonato il bambino ed il bambino prontamente ha tenuto a scusarsi.
 
La vicenda della scuola di Barra racconta una società che oggi in Italia quasi non esiste più. I bambini cattivi devono essere riabilitati. Chi li ha abilita continuamente alla violenza fisica e verbale no.

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