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The Fountain – L’albero della vita: un film denso di misticismo

The Fountain – L’albero della vita (The Fountain) è un film di Darren Aronofsky. Tomas creo lavora in una clinica dove si studia il cancro al cervello, studio mirato a sconfiggere la terribile malattia attraverso continui esperimenti condotti su delle scimmie.

La moglie di Tomas, Isabel(“Izzi”), è malata di cancro al cervello e Tomas spera di trovare una cura per salvare la vita alla moglie. Una sera Izzi è sul tetto di casa per osservare le stelle con il cannocchiale: la donna, in particolare, sta osservando Xibalba, una stella morente presente nella costellazione di Orione. In tale sera Tomas si rende conto che lo stato sopravanzato della malattia della moglie le ha tolto la facoltà di distinguere il caldo dal freddo.

Izzi sta scrivendo una storia che parla di un condottiero spagnolo, che, per servire la sua regina, si reca nelle terre dei Maya per trovare l’albero della vita e diventare immortale. Il condottiero, dopo una serie di eventi, raggiunge l’albero della vita e si cura una ferita con la linfa dell’albero. Poco dopo, da tale ferita, cominciano a germogliare dei fiori e in poco tempo il condottiero diventa parte della natura.

Il film mostra anche una terza storia, ossia la storia di un monaco che è dedito alla cura dell’anima, un monaco che mortifica il suo corpo per arrivare alla conquista della vita, simboleggiata dall’albero della vita e dalla nebulosa che contiene Xibalba. Monaco che arriva ad una sorta di illuminazione grazie alla sua perseveranza, portata avanti in un percorso di ascesi alquanto surreale ed onirico.

Un giorno Izzi si sente male e viene portata all’ospedale: non le rimane molto da vivere. Tomas non riesce ad accettare in nessun modo l’eventualità della morte della moglie. Egli si dispera ed è spesso preda di attacchi di rabbia. Izzi regala al marito una penna ed un calamaio, che serviranno a Tomas per scrivere la fine della storia da Izzi inventata. Lei è convinta che il marito troverà le parole per finirla. La fine della storia inventata da Izzi è rappresentata dalla “morte” del condottiero, su narrata. Izzi vivrà per sempre con il suo amato, così come l’albero della vita vivrà per sempre sia con il monaco che con il condottiero spagnolo.

Il film è caratterizzato, tra l’altro, da un senso del mistico abbastanza preponderante: l’asceta che è dedito alla cura dell’anima vive in una sorta di bolla d’aria, luogo immerso in una luce mistica e dorata, luce color ambra che simboleggia la luce dello spirito e dell’anima.

Il condottiero è spinto, dalla sua missione, a giungere in terre selvagge ed inesplorate, terre dove domina l’arcano e il soprannaturale, terre che nascondono i segreti dell’anima, terre nelle quali si celano i segreti dell’eternità e dell’assoluto.

La regina spagnola sembra una figura sacra e mistica, figura che alberga in un edificio monumentale, ieratico e solenne, un edificio che, allo stesso tempo, è caratterizzato da un’aria divina ed impalpabile. Il monaco, spesso in meditazione, sembra anche egli una figura inviolabile e divina, una figura impenetrabile e colma di mistero.

Insomma, il film in questione, parla di misticismo, parla di spirito, parla di anima,parla di vita eterna. Un film oltremodo complesso ed esistenziale, un film prezioso sia per forme che per contenuti, un film che si presenta come un gioiello di rara fattura, un monile pregiato da custodire con estrema cura.

Suggestive, oniriche e surreali molte scene del film: un film che fa viaggiare lo spettatore in universi irraggiungibili come anche nello spazio profondo sia dell’universo che dell’anima. Inoltre, nel film in questione sembra essere raggiunto il connubio perfetto tra scienza e soprannaturale: Tomas, sia nella sua veste di scienziato che di asceta, è in cerca dell’immortalità come anche dell’imperscrutabile senso della vita o della morte.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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