Spagna, comuni faranno pagare imposta sugli immobili alla Chiesa

Il comune di Elda, nella provincia di Alicante in Spagna, farà pagare alla Chiesa cattolica la tassa sugli immobili: la locale Ibi (Impuesto de Bienes Immuebles), il corrispettivo della nostra Imu, ex Ici. Sia per gli edifici che fanno capo all’episcopato, sia a quelli degli istituti religiosi. Una decisione approvata martedì e sostenuta dal sindaco Adela Pedrosa, in una città governata a larga maggioranza proprio dai popolari.
Scelta che desta qualche imbarazzo nel partito popolare, che si è proclamato difensore degli interessi della Chiesa. Proprio il leader Mariano Rajoy aveva recentemente definito “irresponsabile” tassare le proprietà della Chiesa cattolica.
Anche in due comuni nella zona di Valencia governati da Izquierda Unida e partito socialista, Aspe e Faura, è stata introdotta la tassa. Anche Rafael Vilarino, il sindaco socialista della piccola cittadina di Amoeiro nella zona di Ourense in Galizia, ha annunciato che farà pagare l’Ibi alla Chiesa, minacciando altrimenti messa in mora con rincaro delle tariffe e persino il pignoramento dei beni ecclesiastici.
La mossa dei popolari, sebbene limitata a livello locale e senza aver fatto breccia in altre aree, sembra comunque un segnale dei dubbi che attraversano persino il partito più legato alla Chiesa in Spagna. In particolare sull’opportunità di far pagare in maniera equa le imposte alle attività che hanno finalità commerciali e superare certi privilegi di derivazione franchista. E rendendo bipartisan un tema cavallo di battaglia soprattutto dei socialisti anticlericali. Sebbene il dibattito sia vivo soprattutto sui numeri e altri comuni scelgano di chiedere meno o di non chiedere affatto il pagamento della tassa alla Chiesa, sulla base del Concordato del 1979 che consente questa corsia preferenziale.
Ma intanto se ne parla pubblicamente, mentre in Italia invece ancora si attende che la politica prenda una decisione chiara e davvero laica, dopo i mille tentennamenti del governo di Mario Monti per l’introduzione dell’Imu sugli immobili commerciali di proprietà ecclesiastica. Sebbene il risparmio per la Chiesa sia, come rilevato anche dall’inchiesta Uaar I Costi della Chiesa, tutt’altro che trascurabile specie nel momento di crisi che sta vivendo il paese.
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