Un'Italia povera, stabilmente povera ("La povertà assoluta - sottolinea il Rapporto Istat - risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2010, sia a livello nazionale sia nelle singole ripartizioni geografiche"), è quella che esce fuori dal “Rapporto sulla povertà” presentato questa mattina dall'Istat. Sono il 7,6% le famiglie a rischio povertà trovandosi poco al di sopra di quella fatidica linea che separa chi è considerato povero da chi non lo è. Quella linea che un imprevisto economico potrebbe far scavalcare in un secondo. Una famiglia su 5 è povera. Tra le famiglie povere (l'11,1% del totale delle famiglie residenti), il 6% risulta “appena povero'' cioè poco distante dalla linea standard, oltre la quale si diventa poveri; il 5,1% è “sicuramente povero”. E ovviamente a peggiorare è la condizione di chi già stava male.
Il report dice che tra coloro che se la passano peggio troviamo le famiglie senza occupati e ritirati dal lavoro che passano dal 40,2% al 50,7% in un anno.Lo stesso vale per le famiglie con tutti i componenti ritirati dal lavoro, essenzialmente anziani soli e in coppia: il valore passa dall'8,3% al 9,6%. Per loro aumenta anche l'incidenza di povertà assoluta: dal 4,5% al 5,5%.
E se una volta la classe operaia andava in paradiso oggi sembra che si stiano liberando posti solo all'inferno. Gli operai, infatti, sono una delle categorie più colpite. Sempre secondo l'Istat, infatti, il 15,4% di queste (15,1% nel 2010) è relativamente povera, il 7,5% (6,4% nel 2010) è assolutamente povera. Conseguenza questa dell'aumento dell'incidenza di povertà per le famiglie con a capo una persona con profili professionali e/o titoli di studio bassi: famiglie di operai, appunto, con licenza elementare (dall'8,3% al 9,4%) o di scuola media inferiore (dal 5,1% al 6,2%).
E' il Mezzogiorno la parte del paese in cui la povertà è più diffusa. A parte l'Abruzzo è lì, come da molto tempo a questa parte, che risiedono le famiglie più disagiate con la Sicilia a fare da capofila. Nella regione di Lombardo la percentuale è del 27,3%, mentre la Calabria segue con il 26,2%, un quarto della popolazione, insomma. Al nord, invece, si sta meglio: la provincia di Trento (3,4%), la Lombardia (4,2%), la Valle d'Aosta e il Veneto (4,3%) presentano i valori più bassi dell'incidenza di povertà. Si collocano su valori dell'incidenza di povertà inferiori al 6% la Toscana, l'Emilia Romagna e le Marche (5,2%), il Friuli Venezia Giulia (5,4%) e il Piemonte (5,9%).