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 Home page > Tribuna Libera > Sognare di sconfiggere la mafia applicando la legge

Sognare di sconfiggere la mafia applicando la legge

Marco Travaglio qualche anno fa ebbe un idea “sproporzionata”.

Per sconfiggere la mafia bastano “350 mila uomini in armi, polizia, carabinieri e finanza, potrebbero sconfiggere camorra, ‘ndrangheta e mafia che insieme hanno massimo 40mila uomini”… le guerre si vincono con le munizioni.

No Marco, la MAFIA è un’altra storia.

Eppurein quel modo, quello indicato da Travaglio, durante il fascismo ci ha provato, con un discreto successo, il prefetto di ferro, Cesare Mori.

Applicava mezzi di esemplare durezza, “lacrime e sangue”, pur di condannare un mafioso, non esitava a “incarcerare” tre persone innocenti.

Poi “finì come fini". Mussolini, quello vero, il grande capo in persona, lo trasferì a Roma. Il prefetto nel tentativo di annientare la mafia, con i suoi metodi, “raggiunse” tutti i notabili siciliani, che poi erano quelli che sostenevano il fascismo.

Insomma finì.

Poi, qualche decennio dopo, arrivò un certo Giovanni Falcone la cui modalità di combattere la mafia si può sintetizzare nelle parole di Paolo Borsellino: “ … il più testa di minchia di tutti… uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”.

Poi “finì come fini. La mafia (e le menti raffinatissime) lo uccisero, prima però, una parte (la maggioranza) dei colleghi, una parte (la maggioranza) della stampa e soprattutto i “professionisti dell’antimafia” lo avevano colpito a morte.

Insomma fini.

Anche se, la storia di Giovanni Falcone, il più grande magistrato dell’antimafia ed un’immensa persona deve essere ancora scritta.

Infine c’è l’antimafia mediatica di carriera e di facciata, un ampio schieramento “professionale”, nel senso di “professionisti”. Un insalata mista, che per passatempo tra giornali, aule e apparizioni a favor di telecameta combatte la “mafia”.

Si può dire con Pietrangelo Buttafuoco, apologeta della solennissima trinità, l’esistenza contemporanea di “mafia, lotta alla mafia e mafia dell’antimafia.” 

Ecco, non è con la lotta al potere della politica che si sconfigge la mafia, quella serve solo a cambiare i governanti.

Paolo Giardina

Questo articolo è stato pubblicato qui

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