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Sette strategie per sopravvivere alle crisi

“Sopravvivere alle crisi. Sette lezioni di vita” è l’ultimo saggio di Jacques Attali, un grande studioso di economia esperto di futurologia (www.fazieditore.it, 2010).

Attali adotta una prospettiva eclettica e pragmatica e ci offre un manuale molto snello e agile per aiutarci a vivere la vita come persone, cittadini e lavoratori liberi e intraprendenti. Quindi il saggio non contiene programmi politici, ma ci indica alcuni percorsi di riadattamento e di miglioramento individuale.

Nei momenti di crisi è possibile cercare le vie di fuga tra una sventura e l’altra, adottando nuove strategie di sopravvivenza, senza affidarsi troppo agli altri. Infatti gli stati di crisi possono riservare alcune inaspettate opportunità e possono rendere migliori gli individui e le società.

Attali ci indica sette strategie principali: il rispetto di sé, l’intensità, l’empatia, la resilienza, la creatività, l’ubiquità, il pensiero rivoluzionario.

1)  Il rispetto di sé. Occorre sfuggire i gorghi della sopravvivenza per seguire una ragione di vita. Non bisogna svendersi e occorre accettare la verità anche se non è piacevole.

2) L’intensità. È meglio stabilire obiettivi di medio e lungo periodo, anche se “si vive una volta sola, e bisogna vivere ogni momento come se fosse l’ultimo”. Non buttate via gli anni migliori della giovinezza rendendovi schiavi di un lavoro specialistico che non offre prospettive di crescita per il futuro. Rendete la vita più significativa svolgendo più attività.

3) L’empatia. Per comprendere le ragioni degli avversari o degli alleati bisogna essere amabili e mettersi al posto degli altri con umiltà e senza pregiudizi. E “una delle tecniche più efficaci per farsi un’opinione sul carattere di qualcuno e sui suoi comportamenti futuri consiste nel cercare di ritrovare nel suo viso da adulto le tracce del bambino di un tempo. Se, così facendo, è possibile riconoscerlo, vuol dire che in generale ha conservato la freschezza e l’integrità e che ci si può alleare con lui” (p. 119).

4) La resilienza. Bisogna adottare un atteggiamento stoico per affrontare le minacce con le giuste difese ed eventuali piani alternativi. Se si perde una battaglia non significa che si è persa la guerra.

5) La creatività. Le persone flessibili, coraggiose e intelligenti trasformano i propri punti di debolezza in vantaggi concreti e riescono a limitare i vantaggi della forza dell’avversario.

6) L’ubiquità. A volte bisogna modificare l’identità e anche cambiare radicalmente posizione imitando i comportamenti degli avversari. Occorre abolire gli atteggiamenti pregiudiziali.

7) Il pensiero rivoluzionario. In questo caso “occorre essere pronti, in una congiuntura estrema, in situazione di legittima difesa, a osare il tutto per tutto, a forzare se stessi, ad agire contro il mondo violando le regole del gioco, pur persistendo nel rispetto di sé”. Poco prima dell’inizio della seconda guerra mondiale André Gide scrisse: “Il mondo sarà salvato, se mai potrà esserlo, soltanto da coloro che non si sottomettono. Senza di loro, ne va della nostra civiltà, della nostra cultura, di ciò che amiamo e che dà alla nostra presenza sulla Terra una giustificazione segreta. Questi ribelli sono “il sale della Terra” e i responsabili di Dio”.

Secondo Attali i settori economici più promettenti saranno quelli legati alle nanotecnologie, alle biotecnologie (www.linv.org), alle scienze cognitive e alle tecnologie dell’informazione (3D, cloud computing, parallel processing, web semantico, tracciabilità, i costi energetici delle banche dati).

Comunque l’economista francese descrive molto bene anche l’evoluzione della varie “porcate finanziarie” delle banche d’affari (che continuano in parte ancora oggi). E sottolinea un punto fondamentale: a differenza delle perdite delle banche che sono state in buona parte assorbite dai bilanci statali grazie ai soldi dei cittadini e all’aumento debito pubblico, “I fondi di investimento invece (che hanno 400 miliardi di debiti da pagare nei prossimi cinque anni) faranno molta fatica a finanziarsi, se non svendendo i loro attivi o provando a ottenere un prolungamento dei tempi dei prestiti. Allora tutto si bloccherebbe: senza finanziamenti… sarebbe impossibile una ripresa dell’investimento” nell’economia reale (p. 68). E più un albero è grande, più attira vento (proverbio cinese).

Io posso consigliare di apprendere fin da bambini almeno due lingue straniere e di leggere più saggi per ampliare la mente e superare la deriva iperspecialistica della formazione accademica. E in particolare posso affermare che il riciclaggio dei rifiuti, il risparmio energetico e i prodotti e i servizi relativi alle persone anziane sono già il business del presente e saranno i grandi business del futuro (di certo in Italia non abbiamo più bisogno di avvocati, di medici e di operatori finanziari).

Infine, è molto probabile una “riduzione della durata settimanale e annuale del lavoro, coniugata però a una vita lavorativa sempre più lunga”. E per godersi la vita è meglio seguire la strada indicata da Gandhi: “Siate voi stessi il cambiamento che volete vedere nel mondo”.

Jacques Attali (www.attali.com) è stato consigliere di Mitterrand e primo presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Nonostante l’orientamento di sinistra ha presieduto la Commissione per la Liberazione della Crescita nel governo Sarkozy. Tra le numerose pubblicazioni segnalo “Amori. Storia del rapporto uomo-donna” (2008) e “Breve storia del futuro” (2007). Attualmente dirige “Planet Finance” (www.planetfinancegroup.org), Organizzazione Non Governativa per la diffusione della microfinanza nei paesi in via di sviluppo.

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