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Servizio pubblico: o la piazza o il re

Nel giorno dove si festeggia il 25 aprile (con un intervento in trasmissione di Roberto Saviano) e la giornata della liberazione dal nazifascismo, il dibattito politico è concentrato sulla formazione del nuovo governo e sulle spaccature dentro il PD. Il partito della non vittoria alle passate elezioni.

Nella copertina della puntata, Santoro ha difeso le celebrazioni di questa giornata (il 25 aprile è ancora vivo) e ha parlato della crisi dentro la sinistra citando una vecchia puntata di Samarcanda. Era il 1992, e nel quartiere delle Vallette a Torino si protestava contro la chiusura degli asili. Santoro mandò in quel quartiere Maurizio Torrealta, chiedendo alla gente di scendere in strada.
 
Il giornalista si trovò di fronte un mare di folla che gridava basta tasse, basta tagli alla scuola, nessuno ci rappresenta in politica.
 
In studio chiese a D'Alema “tutta questa gente in un quartiere dove lei prende voti non le dice niente?”.
“Mi dicono che la televisione ha grande potere”
. Dopo la caduta del muro di Berlino la politica doveva cambiare forma, e invece è successo che ha cambiato gli elettori. Ora quelle persone, delle Vallette, avranno votato per Grillo o per Berlusconi.
 
Anni dopo - è sempre Santoro a ricordare – Nilde Iotti mi chiese “ma lei cosa ne pensa di D'Alema?”. Santoro rispose “lo trovo distante e supponente... dovrebbe almeno tagliarsi i baffi”.
“Non credo servirebbe, e a una certa età il carattere non cambia”.



E così gli elettori delle Vallette hanno cambiato partito e D'Alema non ha tagliato i baffi. Il sogno dei partigiani del 25 aprile si è allontanato: una Repubblica fondata sul lavoro significa che il diritto al voto non è sufficiente. In questo punto di rottura sembra che la soluzione sia la repubblica presidenziale: ma questa fa nascere nel paese il bisogno di un uomo forte.
 
Ora c'è Napolitano. E dopo, cosa succederebbe?
Gli abitanti delle Vallette volevano solo essere rappresentati, mentre i partiti non hanno risposto alle loro esigenze. Oggi ci hanno tolto il diritto di scegliere, hanno tolto ai territori il diritto di scegliere i propri rappresentanti.

Noi dobbiamo ricordare che questo sogno (quello del 25 aprile) è democrazia che vuol dire che è il governo di un popolo intero.
 
Il palazzo circondato dai cittadini.
Il voto per il presidente della Repubblica ha messo da parte gli elettori, in nome di un equilibrio di potere che fuori dal palazzo non trova comprensione e lascia spazio a troppi sospetti.
Le immagini delle proteste, dei deputati del PD circondati dalla folla, dallo stato maggiore del partito fermo, sotto il palazzo. Giovani, vecchi, precari, esodati, ex elettori delusi.
Dovendo scegliere tra il re e la piazza, è stato scelto il re.



In studio gli ospiti della puntata di ieri erano Massimo Cacciari, il giornalista Mario Giordano, il segretario Fiom Landini e l'onorevole Fassina.

Massimo Cacciariha esordito ricordando il discorso di forte accusa del presidente contro i partiti. E la delusione degli elettori PD cui era stato detto mai un governo col PDL nelle settimane passate. Ora, se parte un governo, Grillo non terrà più i suoi eletti che si apparteranno da qualche parte. E dunque deve collocare la sua forza da qualche parte per condizionare il nuovo governo: l'unico suo gioco è l'allenza PD + PDL che è quello che voleva.
 
Prima di sentire gli altri ospiti, sono stati trasmessi due spezzoni di intervista.
Bertazzoni Bersani: Vogliamo un soggetto politico o uno spazio politico?”. Il paese ha bisogno di soggetti politici che prendano decisioni per il paese. Rammarico? Di non aver detto subito qualcosa al partito.

Bertazzoni Ferrara: il giornalista si è detto fiducioso del governo che potrebbe dare al PD la posibilità di diventare forza di governo. E il cavaliere uomo di Stato.

Se non ci fosse stata la rigidità di Grillo, ha ricordato Ferrara, oggi avremmo Rodotà o Prodi: Berlusconi si è salvato per un capello.

Fassina è partito da qui. Il PD non è stato all'altezza in queste giornate drammatiche. Affronteremo i problemi al congresso: ma ci sono altri responsabili, come Grillo per la sua indisponibilità nel trovare una forma di collaborazione. Bersani ha cercato di costruire un punto di intesa per far partire un governo di cambiamento. Il responsabile di questa situazione è Grillo: voleva l'accordo PD e PDL per lucrarci sopra.

Travaglio e Fassina hanno avuto un vivace scambio di opinioni su questo punto: perché il vicedirettore del Fatto ha ricordato a Fassina la proposta di votare Rodotà.
Dopo qualche bu da parte della platea, Santoro ha rimesso tutti all'ordine: “i bu non sono accettati, non siamo allo stadio. Già vedo troppi tifosi in giro”.
 
Fassina è poi ritornato all'elezione di Napolitano: il presidente non deve essere una figura partigiana, sarebbe stata una torsione nella nostra Costituzione. Voglio vedere cosa diranno nel PD quando verrà eletto col presidenzialismo Berlusconi....
 
L'auto manifestazione del M5S.
Sono state immagini bellissime: elettori ed eletti in un faccia a faccia quasi inedito (quanti altri onorevoli o senatori potrebbero permettersi questo). 


Lo scontro Fassina – Travaglio è andato avanti quando Travaglio ha ricordato le parole di Letta “la prospettiva di una alleanza col PDL...”.
Inciucio è una parola che nessuno vuole sentire nel Partito Democratico, eppure mi viene da chiedere, come mai il PD ha eletto persone di cambiamento, con un blitz a maggioranza, alla Camera e al Senato, mentre al Quirinale ha cercato l'accordo con Berlusconi. Significa che la strada col M5S era stata già accantonata?

Cacciari si auspicato allora una rottura nel PD, dove le divisioni sono ormai insanabili. Si potrebbe comunque arrivare ad una soluzione politica di governo ma con persone competenti in materia sociale ed economica. 
Altrimenti, si chiedeva il filosofo, a chi arriveranno i voti persi dal PD? Speriamo veramente che finiscano a Grillo e non ad altri.

La strada di un governo con persone competenti non è stata percorsa nemmeno da Grillo, d'altronde. I nomi non li ha fatti.
 
Ora, vista la situazione, varrebbe la pena di provarci almeno a fare un governo, il commento di Santoro.

Landini: Le elezioni hanno posto un problema di rappresentanza nei partiti e nei sindacati: è venuta fuori una domanda di cambiamento e coerenza. I partiti che hanno sostenuto Monti hanno perso voti: molti non sono andati a votare o hanno votato Grillo. Questo è indice di una scarsa rappresentanza politica.
Anche Landini ha ricordato il diverso comportamento del PD alla Camera e Senato , rispetto a quello per il presidente della Repubblica. 
Il punto è cosa vogliamo fare adesso, visto che Grillo ha detto che non vuole mescolarsi con questi partiti.

Landini ha parlato di un governo di scopo, per fare la legge elettorale e poche altre cose. Ma teme che il governo delle larghe intese abbia in mente anche altro. I guai giudiziari di Berlusconi, le sue aziende...

Il giornalista Mario Giordano ha tirato in ballo un argomento che oggi passa in secondo piano. I privilegi della Casta, nati grazie ad un sistema di leggi, che favorisce chi è nel Palazzo. Le case degli enti pubblici comprate a prezzi stracciati (da Grasso, a Marini), i vitalizi. È un sistema legale che non funziona e che, aggiungo io, grida pure vendetta e che allontana la gente dalla politica.
Ora ci sarà un governo politico Letta: Berlusconi cosa farà? Ha stoppato i falchi su Imu e sulla presenza di politici di primo piano del suo partito nel governo. Ma B. non fa le cose gratis. Cosa vuole fare questo governo? 

Landini ha indicato tra le priorità il lavoro e la rinegoziazione dei vincoli europei. Ma per “battere i pugni in Europa”, ha ricordato Cacciari, serve un governo credibile e forte. 
Programmi e promesse alla mano, PD e PDL hanno poco in comune. 
Ma in politica le cose cambiano in fretta.
 
L'intervento di Marco Travaglio.



L'intervento di Roberto Saviano “la storia ci chiederà conto”.

 

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