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Scherzando col Grillo. Se la politica non teme i forconi

E' quel che sta facendo una politica che lo demonizza ma non sembra aver la minima intenzione di togliere motivazioni al suo potenziale elettorato.

Provo per Grillo un’avversione simile a quella che sento per Umberto Bossi, a cui peraltro somiglia quanto a posizioni sul diritto di cittadinanza e sull’immigrazione e a cui, stando agli studi di chi s’occupa di queste cose, pare stia sottraendo una fetta d’elettorato.

Detto questo, non posso però credere che i nostri politicanti, ed i giornalisti che fan loro da megafono, lo considerino davvero il pericolo per la democrazia che dicono; fosse così, visto il comportamento che continuano a tenere, andrebbero ritenuti dei completi mentecatti, e non arrivo a pensare tanto male di loro.

Volessero far evaporare il M5S, i partiti non dovrebbero che mettere al primo punto del proprio programma una riduzione dei costi e del perimetro della politica; se non lo fanno, limitandosi al più a proporre misure cosmetiche e differite nel tempo, nella speranza evidente di non doverle mai mettere in pratica, vuol dire che, oltre ad avere capito ben poco dei problemi strutturali del Paese, non si sentono affatto addosso le punte dei forconi grillini.

Eppure servirebbe solo un minimo di senso della decenza per capire che la politica non dovrebbe imporre un solo centesimo in più di tagli o tasse ai cittadini della Repubblica prima di aver portato i propri costi perlomeno in linea con quelli della media dei paesi dell’unione europea; che gli stipendi di deputati e assessori dovrebbero essere abbassati, anzi, fino ad avere un rapporto, con quelli di loro colleghi di Francia o Germania, per esempio, uguale a quello che esiste tra i salari dei dipendenti italiani e quelli di quei paesi.

Non solo. Anche i costi delle campagne elettorali andrebbero ridotti; fare politica, se è concesso ai candidati ai consigli regionali e comunali di spendere centinaia di miglia di euro per la propria pubblicità, diventa cosa da ricchi o per chi, senza troppi scrupoli, pensa poi di ricavare dalla propria carica assai più di quanto ha investito per ottenerla.

Da ultimo, oltre ad una seria riduzione dei privilegi dei nostri politici (le auto blu dovrebbero essere riservate alle altissime cariche dello Stato; dovrebbero diventare una decina o poco più. Sono esattamente venti quelle a disposizione dei politici svizzeri), chi avesse a cuore il recupero del rapporto tra politica e cittadini, oltre a quello della competitività del Paese, dovrebbe affermare l’incompatibilità tra attività politica e ruoli amministrativi nelle aziende pubbliche.

L’esatto contrario di quel che avviene ora? Sì, e già questo dovrebbe farci capire d’essere sulla strada giusta, se non fosse ancora più semplice considerare che allo stato attuale, parlando di conflitti d’interessi, controllori (i politici) e controllati (gli amministratori) sono una sola cosa, con il risultato che le aziende di trasporto, per esempio, non hanno più per scopo primario far funzionare le metropolitane o circolare gli autobus, ma fornire alla peggior politica posti di lavoro da distribuire in cambio di voti e contratti d’appalto su cui lucrare.

E la politica migliore? C’è da chiedersi dove sia finita mentre i grandi capi dei vari partiti, piuttosto che proporre quelle poche e semplici norme che cambierebbero questo stato di cose, preferiscono parlare di massimi sistemi, riservando a chi ricorda loro la realtà, di un Paese anche moralmente allo stremo, l’epiteto di “populista”.

Un populismo che evidentemente non temono, vista la loro inerzia, ma che potrebbe assumere volti assai peggiori di quelli del comico genovese e, soprattutto, che non si fermerà solo a forza d’insulti.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.157) 16 ottobre 2012 16:23

     beh dovè la differenza? tra quello che sta scritto in questo articolo e quello che dice Grillo?

  • Di paolo (---.---.---.210) 17 ottobre 2012 14:05

    Non esiste "pericolo per la democrazia" perché non può esserci pericolo per una cosa che non c’è .
    Insomma sarebbe come se un disoccupato cronico avesse paura di perdere il lavoro . Un nonsense .

    Il populismo di Grillo paradossalmente rappresenta il sale della democrazia proprio perché Grillo non appartiene alla classe politica che ha distrutto ogni forma di democrazia reale in questo disgraziato paese ,con la complicità dei "sudditi " che li hanno votati.

    Anch’io non ho simpatia per Grillo ,come non ce l’ho per Bossi ,per Silvio o per Renzi ,insomma per tutti quelli che si propongono come il messia di turno ,il santone ,il demiurgo che plasma la politica a sua immagine e somiglianza .
    Ma almeno Grillo dice cose sensate . E vi sembra poco ?
    Grillo deve servire per smantellare e poi se è anche in grado di ricostruire tanto di guadagnato , ma non è la priorità .

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