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Sarà la volta buona?

A giochi fatti si evidenzia il grande successo elettorale del Movimento 5 Stelle, successo previsto e prevedibile perchè gli italiani non ce la fanno più a sopportare la vecchia classe dirigente e pur diliberarsene sono disposti a tutto, anche di votare al buio personaggi sconosciuti.

E' il caso dei sindaci di Torino e di Roma, tanto per fare un esempio, dove sono stati eletti persone senza dubbio di specchiata onestà e di buona volontà ma con poco o nulla esperienza nella gestione di grandi comuni, con tutti i problemi che si portano appresso.

Diciannove ballottagi su venti sono stati vinti dal Movimento di Beppe Grillo, a conferma di come la protesta sia corale e riguarda tanto il Nord quanto il Sud.

La Lega che, sfruttando il momento di difficoltà di tutto il centro destra, spera di allargare i suoi orizzonti in tutta Italia è rimasta delusa, segno indubbio che la sua classe dirigente non convince, tanto è vero che ha perso le elezioni nel suo feudo di Varese.

A Roma in particolare, dove alleandosi con i Fratelli d'Italia, Salvini sperava di sfondare un fronte tradizionalmente ostile, ha trovato le porte chiuse e meraviglia come un politico accorto come la Meloni si sia prestato al gioco trovando conveniente allearsi con un partito scomodo, anziché con Forza Italia, Marchini e Storace, con i quali sarebbe arrivata sicuramente al ballottaggio.

Un ballottaggio Raggi-Meloni, credo, sarebbe stato più equilibrato e forse la maggiore esperienza dell'ex Ministero della Gioventù l'avrebbe spuntata.

Come si dice “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, ed ora è inutile piangere sul latte versato; una occasione così non si presenterà più.

Stesso discorso per Alfio Marchini, voglioso di fare il sindaco di Roma a tutti i costi, ha ondeggiato fra destra e sinistra per trovarsi bruciato definitivamente e trascinando nel suo insuccesso un Berlusconi in disarmo.

A Milano l'ha spuntata Sala, da me definito più navigato e capace di un Parisi, dall'aria sottomessa da ragioniere della ditta che aspetta gli ordini da chi lo ha messo lì.

Con sorpresa, mica tanto, a Torino ha vinto Chiara Appendino. La figura di Fassino perdente fa riflettere sulla caducità delle fortune politiche, trattandosi di “un pezzo da novanta” del PD, erede diretto del PCI. Auspicabile una uscita “dolce” di questo personaggio che fu uno dei protagonisti della Seconda Repubblica.

A Bologna sono state rispettate, caso forse unico, le logiche del passato: Virginio Merola è stato confermato Sindaco e non si è ripetuto il miracolo Guazzaloca, quando un onesto macellaio riuscì ad espugnare, imprevedibilmente, una roccaforte del comunismo storico.

A Napoli si è confermato De Magistris, un sindaco incolore in tutti i sensi, che ha fatto del quieto vivere la sua arma migliore. Non toccando certi santuari è destinato a durare con soddisfazione, pare, dei napoletani della media borghesia.

Fermo restando queste conferme, la novità del ciclone 5 Stelle, che comincia a entrare nei gangli vitali della politica italiana, porta aria nuova nei comuni a cominciare da Roma, i cui problemi sono noti e difficilmente risolvibili a causa dei sistemi di garanzia del nostro sistema giudizirio amministrativo e delle tutele sindacali. Infatti la nuova classe dirigente pentastellata non può fare il repulisti come auspicano chi li ha votati, è già capitato a Parma dove Pizzarotti nominando nuovi funzionari al comune è stato denunciato per abuso d'ufficio, oltre a essere accusato di aver promosso un inceneritore che non era nei programmi presentato alla vigilia delle elezioni.

Anche Filippo Nogarin sindaco di Livorno ha avuto noie nella gestione del Comune; anche per lui problemi con l'igiene pubblica e falso in bilancio, tutti problemi legati a vecchie e nuove gestioni che poi vanno a finire sulle spalle di chi governa in quel momento.

Aggiungiamo che lo statuto del Movimento 5 Stelle prevede le dimissioni obbligate per chi riceve un semplice avviso di garanzia e la confusione al riguardo raggiunge il suo massimo.

Occorre procedere con cautela tenendo conto di tutti quegli orpelli e intrecci che rendono impossibile una serena gestione della cosa pubblica e l'inamovibilità di una classe dirigente scadente o corrotta.

Importante è che 38 comuni, fra grandi e piccoli, sono amministrati dal Movimento fondato da Grillo poi, se non vengono inquinati dall'ambiente e dall'andazzo tutto italiano del compromesso e dell'equivoco, si può sperare di cambiare mentalità e metodo.

Ma ci vorranno anni e una tempra che non tutti gli eletti hanno.

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