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San Raffaele, prima notte in tenda

Hanno passato la prima notte in tenda, al presidio permanente, i lavoratori in lotta dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il presidio è iniziato nel pomeriggio di ieri, dopo l’annuncio della dirigenza Rotelli di 244 licenziamenti fra personale amministrativo, infermieri e tecnici. ‘Rumor’ all’interno dell’ospedale dicono che più probabilmente a perdere il lavoro saranno gli amministrativi: “Ci sono dirigenti che hanno più di una segretaria a testa”.

Se arrivi al San Raffaele sulla metro che collega Cologno Monzese alla stazione centrale due cose catturano l’occhio: sulla destra il cupolone dell’Ospedale, a sinistra l’antennone di Mediaset. Il cupolone è quello che Don Verzè ha voluto più grande di San Pietro a Roma, nel suo delirio di onnipotenza. Quello dentro cui è conservata la voliera coi pappagalli che allietavano l’esistenza del Don. Sotto questi simboli di un potere ormai decaduto da ieri c’è una tenda, con le bandiere sindacali, e lì hanno dormito stanotte i lavoratori che scrivono su facebook: “Prima notte di presidio, lavoratori e simpatizzanti hanno portato cibo e bevande ai ragazzi che si fermeranno nelle tende! Grazie e non ci abbandonate l’unione fa la forza”.

Foto dal presidio (di P. Manzoni)

Altri invitano i musicisti a partecipare: “A partire da domani sera, 2 novembre, si invitano musiciste e artisti solidali a partecipare al presidio con parole, musica, balli e spettacolo”. La sindacalista Margherita Napoletano (Usb) ha detto che il presidio accompagnerà tutta la trattativa. Ed è un presidio che più di tutti è un simbolo dell’Italia di oggi: da una parte l’antenna di Mediaset e il cupolone, dall’altra i licenziamenti e le notti in tenda. Il presidio si trova in via Olgettina 60, la stessa via Olgettina casa delle escort di Berlusconi.

E allora ti chiedi se la crisi esiste davvero, se tutti questi licenziamenti non siano dovuti alla corruzione sistemica dell’Italia. Al San Raffaele solo un anno fa nessuno poteva immaginare che ci sarebbe mai stato un presidio di lavoratori. La struttura ospedaliera è un polo di eccellenza nella medicina e nella ricerca di tutto il mondo. Fino a poco tempo fa lo si diceva con orgoglio: “Io lavoro al San Raffaele”. Ma dopo la chiusura dei poli romani, ora tocca tagliare a Milano, e ci si chiede se questi 244 licenziamenti verranno ritirati, e se poi basteranno, dato che all’inizio la richiesta era per 500.

Fra i dipendenti la paura è che Rotelli voglia modificare i contratti esistenti da pubblico impiego a sanità privata, con ridefinizioni del salario e tutele minori. Il risparmio complessivo del gruppo che ha preso in mano il polo ospedaliero dopo il crollo dell’impero di Don Verzè si aggira attorno ai 10 milioni di euro. Basteranno?

Vi aggiorneremo dal presidio, giorno dopo giorno.

di Michele Azzu | @micheleazzu

Questo articolo è stato pubblicato qui

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