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Roma | GS Retail in sciopero contro i trasferimenti

Giovedì 23 novembre saranno di nuovo in sciopero i lavoratori di Grandi Stazioni Retail, un ex azienda di Ferrovie dello Stato che si occupa della vendita degli spazi commerciali e pubblicitari all'interno delle quattordici stazioni ferroviarie più grandi d'Italia, Lo sciopero si terrà sotto la sede di Ferrovie dello Stato e ad esso parteciperanno anche lavoratori di altre aziende a rischio come Sky, Almaviva e Aci Informatica.

Commistione fra interessi privati e patrimonio pubblico, appalti e privatizzazioni nell'interesse di grossi nomi del capitale italiano e internazionale: nella storia di Grandi Stazioni Retail compaiono tutti gli ingredienti di un modus operandi i cui costi, alla fine, vengono scaricati sui lavoratori, nel totale disinteresse della qualità di gestione del patrimonio pubblico.

La storia di GS retail inizia tra il 1998 e il 1999 con la creazione di Grandi Stazione Spa a opera del primo governo di centrosinistra (presidente del Consiglio: Massimo D'Alema). In linea con il leitmotiv di quegli anni, dietro il fantomatico obiettivo di valorizzare l'esistente e aumentare gli investimenti, il progetto Grandi Stazioni serve a cedere ad alcuni "capitani coraggiosi" quote fondamentali e strategiche di società pubbliche; in questo caso, circa il 45% della società passa in mano ad Eurostazioni Spa, controllata da Pirelli, Caltagirone e Benetton, mentre il restante 65% rimane a Ferrovie dello Stato


Questa situazione cambia nel 2015, di nuovo grazie al centrosinistra (presidente del Consiglio: Matteo Renzi); nel Documento di economia e finanza di quell'anno infatti vengono proposte la privatizzazione del 40% di Ferrovie dello Stato Spa (ancora non andata in porto) e lo scorporo di Grandi Stazioni in tre società: GS rail, per gestire le infrastrutture ferroviarie, controllata al 100% da FS; GS immobiliare, destinata alla valorizzazione delle aree e degli edifici, partecipata da FS e Eurostazioni; e infine, GS retail, da vendere al miglior offerente. 
Nel giugno 2016 quest'operazione si conclude con successo, e GS retail viene ceduta a una cordata di aziende italo-francesi (Antin, Icamap e Borletti), che acquistano i diritti commerciali e pubblicitari delle grandi stazioni italiane fino al 2040 per la cifra di 953 milioni di euro. Si consuma così l'ennesimo assurdo delle privatizzazioni del patrimonio pubblico italiano: i locali commerciali sono di proprietà dell'azienda pubblica, vengono commercializzati da professionisti che lavorano negli uffici della stazione Termini (sempre di proprietà di FS) ma l'azienda per cui lavorano è privata, e, come se non bastasse, di proprietà di fondi speculativi che non hanno alcuna competenza in materia.

In questo quadro arriva la decisione della nuova proprietà di trasferire 22 lavoratori a Milano, una mossa che i lavoratori denunciano essere una forma di licenziamento mascherato: si costringono i lavoratori con anzianità di servizio ed esperienza a dimettersi, per poi essere sostituiti da lavoratori esternalizzati o stagisti. Non a caso le ragioni di questa scelta non sono in alcun modo motivate dal nuovo amministratore delegato, che si limita a definire il trasferimento a Milano come una "grande opportunità" per la vita dei suoi dipendenti. Nei tre tavoli interlocutori che ci sono stati fino ad oggi non si è ottenuto molto, anzi la dirigenza ha rifiutato ogni richiesta presentatagli (lavoro a distanza, slittamento e progressività del trasferimento) e progressivamente ridotto gli ammortizzatori (per chi si trasferisce a Milano un mese di residence, sei di affitto e alcuni viaggi tra Roma e Milano; per chi rifiuta quattro mensilità). Alla fine, è stata l'azienda stessa a far saltare il tavolo delle trattative tra lo sconcerto dei lavoratori. L'azienda ribadisce che per i lavoratori non si tratta di un licenziamento, forse nemmeno di un trasferimento, ma solo di un'opportunità: quindi perché combatterla o discuterla?

Di qui la scelta dei lavoratori di tornare a incrociare le braccia dopo lo sciopero del 26 ottobre. A partire dalle 9, per tutta la mattina si terrà un presidio di protesta sotto la sede di Ferrovie dello Stato. Il luogo è stato scelto per mettere l'azienda pubblica di fronte alla sua responsabilità: indiretta per continuare ad ospitare i lavoratori nelle proprie sedi e ad essere il loro vero e unico committente; ma anche e soprattutto responsabilità diretta, in quanto Ferrovie dello Stato ha ceduto e continua a cedere servizi strategici a tutto vantaggio di imprese private, incapaci e inefficienti, come sempre interessate solo al loro profitto.

Privatizzazione dei servizi pubblici, esternalizzazione delle mansioni interne, e impoverimento del lavoro sono tre momenti separati dello stesso processo, a cui dobbiamo dire basta. Per questo è importante manifestare la propria solidarietà ai lavoratori GS retail partecipando a questa giornata, come faranno tanti lavoratori che in questi mesi hanno sofferto vicende analoghe e che hanno già dato la loro adesione al presidio di protesta.

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