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Riace, i nodi dell’accoglienza nella ‘Fortezza Europea’

Frontex, la riforma del regolamento Dublino e i vari esempi positivi sparsi nell’UE. Alcuni delle questioni più stringenti dalla due giorni a sostegno di Lucano.

Alice Pistolesi - Atlante delle guerre

L’arrivo e l’accoglienza dei richiedenti asilo nell’Unione Europea ha molti nodi scoperti. Di alcuni di questi si è parlato nella due giorni organizzata a Riace a sostegno dell’ex sindaco Mimmo Lucano con gli europarlamentari Rosa D’Amato e Damien Careme del gruppo Verdi/Ale, e Cornelia Ernst della Sinistra.

Una delle questioni più aperte è il ruolo di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. “Sono anni – ha detto Damien Careme – che ci battiamo per denunciare l’operato di Frontex accanto a molte Ong europee. La prima cosa che abbiamo ottenuto sono state le dimissioni del direttore Fabrice Leggeri”. In un’inchiesta del Parlamento Europeo, infatti, l’ex direttore era accusato di non aver provveduto all’assunzione dei 40 osservatori sui diritti umani previsti dal regolamento dell’agenzia. L’inchiesta del Parlamento si è unita a un rapporto dell’Olaf, l’agenzia antifrode dell’UE, presentato al board di Frontex, ma anche all’inchiesta giornalistica delle testate Lighthouse Reports, Der Spiegel, Le Monde, Srf Rundschau e Republik.

In questa ottica l’europarlamentare verde Rosa d’Amato ha sottolineato anche l’auspicio che il Parlamento Europeo diventi organo con funzioni più determinanti per le politiche dell’Unione perché è l’organizzazione europea “più efficiente e democratica”. “Frontex – ha ribadito Cornelia Ernst del gruppo Left – è un’agenzia non trasparente. Noi crediamo di non aver bisogno di questo tipo di agenzia, ma di altri interventi di solidarietà e accoglienza”. “Sarebbe bello – continuano i tre europarlamentari– se ad esempio non ci fosse bisogno delle Ong che fanno recupero in mare, ma che questa diventasse una responsabilità pubblica europea”.

Foto di Fabrizio Maffioletti

E tra le azioni virtuose che l’Europa potrebbe sostenere c’è anche l’attenzione verso le molte Riace che ci sono sparse in Europa. “Anche se il modello del borgo calabrese – hanno spiegato – resta unico, ci sono molti esempi di accoglienza diffusa in Europa. In Bretagna, ad esempio, ci sono Comuni che hanno ospitato centinaia di ragazzi per la formazione in agricoltura, mentre ci sono altri casi positivi in Spagna e in Germania”. “Un passo che potremmo fare – ha concluso Rosa d’Amato – è convocarli tutti al Parlamento Europeo per ascoltare le varie esperienze e condividere le buone pratiche”.

Un ulteriore nodo spinoso che gli europarlamentari hanno sottolineato a Riace è la riforma del cosiddetto ‘sistema Dublino‘, il regolamento che stabilisce i criteri e i meccanismi per determinare quale Stato membro è competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale. “Quello che non dobbiamo fare – detto Careme – è riformare Dublino per adeguarci a standard di accoglienza ancora più bassi. Il dibattito per modificare il trattato sta andando male. È fondamentale risolvere l’aspetto collegato alla solidarietà”. Il tentativo di riformare il sistema è in corso da anni, ma continua ad affrontare duri contrasti politici, sia tra partiti di diverso orientamento che tra gli Stati. I membri bagnati dal Mar Mediterraneo hanno infatti esigenze molto diverse dagli altri, che si sentono invece più tutelati dal sistema in vigore.

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