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Report: i ladri di spid, l’acqua in Val Stura, la carota del senatore e i pannelli per il superbonus

Ladri di Spid, l'acqua in Val Stura e i pannelli del Superbonus: i servizi della puntata di Report.

 

UNO, NESSUNO E CENTOMILA SPID di Lucina Paternesi

Col bonus cultura i ragazzi possono comprare libri, biglietti per un concerto: fino ad oggi si sono spesi 1 miliardo di euro per questa misura voluta dal governo Renzi (e che il governo Meloni ha tagliato come fondi).

Per avere il bonus serve registrarsi al sito con lo spid: una volta registrati, si usa la App per comprare libri e biglietti in modo abbastanza semplice.

Ma ad alcuni ragazzi il plafond è sparito: è una truffa che ha coinvolto 600 ragazzi, al momento. Dietro il furto del bonus si nasconde però il furto dell’identità: i bonus sono stati prosciugati da qualcuno che ha creato i buoni per acquisti, in due ondate. Il ministero ha inizialmente dato la colpa agli studenti e ai genitori. Ma l’account spid dei ragazzi non è stato violato: in molti casi i buoni sono stati creati a favore di un esercente, residente a Novara, che però non esiste.
L’esercente è associato ad una partita IVA, con un indirizzo inesistente: forse era il ministero che doveva controllare meglio chi siano gli esercenti controllati per i bonus.
Tutti gli esercenti della truffa sono inventati: è bastato accreditarsi al sito con una partita IVA, poi avranno attivato una nuova identità associata agli studenti, senza che gli studenti ne avessero consapevolezza.

Non è una buona notizia: col lo spid si vedono i nostri dati medici, il fascicolo sanitario.

Il punto è che l’identità digitale potrebbe non essere unica, per una stessa persona, questo è legato al fatto che abbiamo 12 provider, se c’è stata una duplicazione è molto probabile che ci sia stata connivenza da parte di qualcuno (serviva l’identificazione in presenza per rilasciare lo spid).
È possibile, in base alla convenzione di AGID, che una persona possa attivare una seconda identità digitale, con un diverso provider: il punto è che quando si attiva un nuovo spid, la persona non viene notificata. Ecco come si è creata la truffa.

Uno dei provider che ha generato i doppi spid, non richiesti dagli studenti, è Namirial: sono stati già sanzionati da AGID, dovrebbero certificare le mail e le identità.

Come ha spiegato a Report un consulente informatico, si possono creare identità digitali con una delega, con questa si possono ritirare delle firme digitali fittizie: in questo modo si salta l’identificazione di persona, basta avere già uno spid.

Dopo il servizio di Report Agid avvierà una verifica sui 12 provider, ma la domanda rimane, esistono altre nostre identità digitali?

WATER-GATE di Chiara De Luca

I Tir attraversano i paesini della Valle Stura, per trasportare l’acqua dallo stabilimento di Acque Sant’Anna verso il valico in Francia, che viene preferito perché gratuito.
Questo passaggio ha reso impossibile la vita in Valle, a Demonte i tir passano proprio in mezzo ai portici medioevali, che alla fine trattengono lo smog.
Sono polveri cancerogene, emesse dai motori diesel: a Demonte secondo Arpa si respira la stessa aria che c’è a Torino, la città più inquinata. C’è poi il rumore, le vibrazioni che creano problemi ai palazzi storico.
I tir, dal primo servizio di Report, continuano a passare, anzi sono in aumento: le persone stanno abbandonando la valle, i negozi chiudono, le case hanno il cartello vendesi.
L’azienda ha fatto una scelta, quella del profitto, facendo passare i tir lungo il percorso più economico: il presidente e AD di Acque Sant’Anna non ha voluto commentare questa storia, l’azienda non si ritiene responsabile di quello che succede nella valle da cui trae le risorse per fare i ricavi, stiamo parlando 300 ml l’anno, di fronte ad un canone di 2 ml di euro.

Almeno pagassero un canone più alto.

Dietro l’acqua nel cuneese c’è una guerra sui marchi: nei sei stabilimento di Cuneo c’è anche quello di Acqua Eva, l’acqua più alta in Italia.

Questa acqua è finita nel mirino di Bertone: voleva comprare le quote della società Acqua Eva, ma alla fine hanno vinto i Rivoira.

Ma dietro c’è stata una battaglia usando delle notizie non vere: nel 2018 era uscito un articolo per cui Acqua Eva era di proprietà di Lidl, notizia che creò un allarme nella GDO.
L’acquisto di Acqua Eva fu sospeso da alcune catene di supermercati, per non favorire Lidl: un danno per Acqua Eva, che fece una denuncia in procura.
L’indagine portò alla scoperta che l’articolo fu scritto da persone dentro Acqua Sant’Anna.

Si parla di pressioni da parte del direttore commerciale e dell’AD verso il blogger che scrisse l’articolo.

Per questa brutta storia, Acqua Eva ha perso quote di mercato, non è riuscita a fare un accordo per l’internazionalizzazione del marchio.

SPY GAME 2 – Carote e spyware di Lorenzo Vendemiale e Carlo Tecce

Report è tornata sul caso Gasparri e all’origine della carota: la convocazione in commissione Rai, gli attacchi a Report e a Ranucci avevano una motivazione chiara, ora che l’inchiesta è ben nota.
Gasparri conosceva dell’inchiesta da fine settembre, quando la trasmissione ha mandato una mail al senatore con le domande riguardanti una società di cybersecurity, che dentro ha persone legate ai servizi segreti israeliano.

Nel servizio andato in onda Report ha dimostrato che il senatore ha fatto attività di lobbying, che non è stata comunicata al Senato e alla giunta per l’elezione, di cui Gasparri fa parte.
 

L’ingresso nel mondo della sicurezza informatica nasce dai tempi di Telit, quando il senatore ha conosciuto Leone Ouzana e Ouzi Cats: il primo è stato contattato da Report mentre era in un bunker, facendo intendere che stia svolgendo un incarico delicato coi servizi.

Il secondo invece sta ancora svolgendo la sua attività in Italia: sarebbe stato mandato ad un incontro presso l’agenzia delle Dogane, a cui Cyberealm, era interessata, incontro anticipato da una telefonata introduttiva del senatore Gasparri.

“Gasparri? Mi aiuta a capire lo scenario italiano nel settore della sicurezza”, dice l’italo-israeliano Leone Ouazana quando Report gli chiede perché abbia scelto lui per la presidenza della sua Cyberealm.

Gasparri è sia membro della commissione esteri, che un lobbista per Cyberealm assieme a Ouzi Cats e Ouzana o Arik Ben Haim, ex dell’intelligence israeliana.

Nel 2016 lo stesso Gasparri si era opposto alla nomina di Marco Carrai a capo della società di sicurezza informatica del paese, per i rapporti di amicizia con Renzi.

È tutto normale questo genere di relazioni, tra il senatore Gasparri (che ha in mano dossier sulla sicurezza) e uomini legati a servizi stranieri (ufficiali o occulti)? È normale che faccia attività di lobbista? Forse no, visto che su questo si sta interessando il Copasir.
Per Cyberealm Gasparri dovrebbe curare i rapporti con le istituzioni, altro che solo una nomina di facciata come il senatore aveva inizialmente detto nell’intervista a Report.
Alla giunta delle elezioni e delle immunità avrebbe dovuto dichiarare tutte le cariche: nel 2021 sulla sua eleggibilità avrebbe dovuto decidere lo stesso Gasparri, presidente della giunta.

Oggi la giunta per le elezioni del Senato ha aperto una istruttoria: nel frattempo Gasparri ha anche partecipato al congresso della cybersecurity, annunciando nuovi investimenti pubblici in un settore dove lui stesso ha degli interessi.

Ora che succederà? Sarà la maggioranza a dover decidere sulla incompatibilità del suo senatore, immagino con quale imparzialità.

Cyberealm è una società che vende tecnologie di sicurezza di altre aziende israeliane: tra i prodotti venduti c’è il Trojan Achille, simile al software Pegasus usato nell’omicidio Khasshogi.
Ma possiede anche quote di una società che si chiama Atlantica Cyber: nel 2022 queste azioni sono vendute a Smart4 (un gruppo francese) con la regia del manager Carlo Torino, ricavandone delle plusvalenze. Come mai questa plusvalenza? Cos’ha in pancia questa azienda di sicurezza informatica?
Atlantica Cyber Security lavora con Atlantica Digital per software “aggressivi”, ovvero in grado di fare attacchi informatici di tipo pen test, in pancia ci sono commesse anche appalti con la pubblica amministrazione.

Come racconta Alessandro Mantovani oggi:

 

Francesi e israeliani propongono software di spionaggio anche molto invasivi. “Soluzioni d’attacco –­spiega a Report l’esperto Francesco Zorzi –­ Anche tool hardware per intercettazione massiva che sono attività di fatto vietate”. È il caso di Achille di Magen, simile a Pegasus, usato per l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Ma propongono anche qualche apparente patacca: in una nota al bilancio 2022 Atlantica Cyber si attribuisce un ruolo chiave nella vittoriosa partecipazione di Deloitte ed EY a un’importante gara Consip, valutandone il guadagno possibile in 7 milioni di euro, ma Deloitte ed EY negano qualsiasi collaborazione. Se non mentono la nota è falsa. E le false comunicazioni in bvilancio sono ancora un reato.

 

IL BONUS È FINITO di Luca Bertazzoni

Per ristrutturare un palazzo, nel senso del risparmio energetico, in Olanda ci mettono pochi mesi: questi interventi di efficientamento energetico hanno creato un indotto, posti di lavoro, sviluppato nuove tecnologie.

I pannelli per l’isolamento, il trasporto dei materiali, i materiali scelti, sono sottoposti a specifiche regole stabilite dallo stato: in pochi mesi si mettono pannelli solari, pannelli esterni per il cappotto. Cappotti caldi ed ecologici con cui si possono ristrutturare vecchie case.

Questo succede in Olanda nelle case popolari, dove si è fatta una precisa scelta politica: in Italia il superbonus in Italia ha avuto una diversa musica.

In tre anni si sono spesi 94 miliardi, rinnovando solo il 3% del patrimonio immobiliare italiano.

Il servizio di Bertazzoni ha raccontato con che criteri sono stati messi questi pannelli: non certo quelli della sicurezza, come è emerso dall’incendio del palazzo di Colle Aniene la scorsa estate.

I materiali usati per il cappotto erano fatti con materiale combustibile, più economici per i lavori.

Oggi le famiglie del palazzo, seppur continuando a pagare l’affitto, non sanno quale sarà il loro futuro: i lavori di ristrutturazione sono fermi, l’azienda ha chiesto alle persone di pagare i lavori, se li vogliono vedere finiti.

Gli italiani sanno che stanno mettendo materiale combustibile attaccato alle loro case?

Dobbiamo aspettarci altri incendi come quello di Colle Aniene?
Il governo Meloni metterà una pezza alla legge sui lavori di ristrutturazione. proibendo l'uso di materiali che prendono fuoco così facilmente?

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