Qui Radio Londra: Ferrara contro i magistrati

A Ferrara non è andato giù:

il comizio le trasmissioni televisive di Ingroia;

l’invettiva a del segretario dell’ANM contro questa maggioranza ,accusata di non avere la legittimazione politica e morale per una riforma della giustizia.

Cosi il giornalista accusa i magistrati di criticare la riforma della giustizia, e ricorda che essi sono soggetti solo alla la legge e come tali non possono assumere posizioni politiche.

Devono essere ma anche apparire imparziali.

Dimentica, però, il nostro Ferrara che la reazione dei magistrati arriva dopo venti anni di offese e in vista di una cosiddetta riforma, che colpisce al cuore l’autonomia della magistratura e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Ignora il direttore del Foglio che:

i magistrati hanno anche il diritto di cittadinanza, e quindi il diritto di esprimere le loro opinioni anche quando investono la politica;

essere magistrati non comporta la perdita di tale diritto;

l’imparzialità del magistrato va valutata nelle carte del processo.

Per ciò che concerne la norma che subordina i magistrati solo al potere della legge, al conduttore di Qui Radio Londra,va forse chiarito che

i magistrati nell’esercizio delle loro funzioni, devono solo applicare la legge anche se non la condividono.

Al di fuori di tale esercizio, al di fuori del processo, conservano il diritto, che compete a ciascun cittadino, il diritto di critica delle leggi che non condividono specie se esse riguardano la loro funzione, il loro ruolo rispetto alla politica.

Non devono essere soggetti a nessun altro potere e meno che mai al potere esecutivo.

Questo il significato della norma costituzionale: i magistrati sono soggetti solo alla legge.

E allora:

i magistrati devono tacere quando non condividono una legge?

I magistrati devono tacere quando vengono insultati e derisi dal capo del governo?

Evidentemente no.

Se non ora quando i magistrati hanno diritto di parola?