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Quella mafia che viene dall’Africa

In esclusiva per AgoraVox, un’anteprima di MafiaAfrica.

Quella mafia che viene dall'Africa

La medicina tradizionale ha lasciato il passo ai sacrifici umani. Retaggio culturale millenario. Uccidere animali o essere umani. Lo scopo? Trarne benefici immediati: soldi, potere, salvarsi dalla morte, protezione dai nemici. Se qualcosa va male è perché non è stato compiuto un sacrificio. Se qualcosa va bene, è perché hai sacrificato alle divinità. Hai versato sangue. Anche la chiesa cattolica in Nigeria si è piegata a millenni di sacrifici. Almeno una gallina deve essere sgozzata, altrimenti le chiese si svuotano di fedeli. Ogni parte di un corpo umano ha un virtù. I testicoli valgono anche mille euro. Le mani e i piedi qualcosa in meno. Un menù macabro da cui ordinare per le proprie esigenze e in base ai costi. Ma sono soprattutto le esigenze che guidano la scelta. Il denaro lo si trova. In una maniera o un’altra.
 
Gerard Labuschagne, capo dell’unità di psicologia investigativa della polizia del Sud Africa, elenca le proprietà attribuite ad ogni parte del corpo umano: “I seni vengono tagliati per essere una fonte di fortuna per le mamme, o per attirare le donne in un affare commerciale. I genitali servono per procurare virilità, fertilità e fortuna. Le mani, invece, servono per attirare clienti in un negozio. Vengono seppellite all’entrata. Gli occhi per riuscire avere una visione del futuro, mentre la lingua per diventare un oratore persuasivo. L’urina e lo sperma sono considerati talismani portafortuna, e il sangue una fonte di grande forza”. E l’elenco continua: “Sello Chokoe, una ragazzo di dieci anni ucciso nel piccolo villaggio di Moletjie, nella provincia di Limpopo, a 250 chilometri da Johannesburg è morto tra atroci sofferenze. Gli hanno staccato le orecchie, per qualcuno che probabilmente aveva problemi di udito. Gli hanno perforato il cranio posteriormente per prelevare parti di cervello. Qualcuno le avrà mangiate per migliorare la sua intelligenza”. Ma perché tutto questo abbia effetto, perché il sacrificio sia valido e procuri i benefici sperati, la vittima deve essere viva durante le mutilazioni.
 
Anche Adam era vivo durante il rituale che si ripete da millenni. Doveva essere vivo. E la fava del Calabr era servita a questo scopo. Una fava lunga quindici centimetri. Al suo interno due tre semi ognuno di quasi tre centimetri di grandezza. Ingerito nella giusta dose paralizza il sistema nervoso. Ma rimani vivo. Appena in più e si muore avvelenati. Avevano provocato la paralisi nel corpo di Adam. O’Reilly cercava di immaginare che cosa avessero visti gli occhi. Ma non erano neanche riusciti a trovare la testa. I pezzi del corpo vengono trattati in pozioni, triturati, mangiati, bevuti. Avevano solo un tronco di bambino. E Scotland Yard avrebbe speso milioni di sterline pur di venire a capo dell’identità del bambino ucciso e dei suoi assassini. Si poteva lavorare solo su quello che avevano: un corpo anonimo.

 

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