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Quel tricolore bruciato a Terzigno, lo stesso che Bossi chiedeva di mettere al cesso

"Guardiamo insieme queste immagini che vengono da Terzigno. C'è un signore che mette una bandiera italiana davanti ad un camion della polizia che sta passando poi applaude irridendo i poliziotti. Vedete la bandiera resta sull'asfalto. Poi prende la bandiera e la brandisce a mo' di scudo davanti alle forze dell'ordine. Poi sale su un cumulo di rifiuti ancora con la bandiera... no no andiamo avanti con le immagini perchè sta per arrivare l'immagine più importante, perchè lì nella rotonda di Terzigno c'è una pianta d'Ulivo intorno alla quale si sviluppano questi incidenti. E guardate l'uomo è salito sulla pianta d'ulivo e da lì dà fuoco alla bandiera italiana, al Tricolore. Questa è la seconda volta che avviene, era già avvenuto ieri, il Tricolore, la bandiera italiana bruciata dai manifestanti a Terzigno".

"Sta per arrivare l'immagine più importante", esclama il giornalista del TG1 esattamente ad un minuto e venti secondi. Questa è l'espressione che mi è stata fatale: in quel momento non ho potuto fare a meno di pensare e di ricordare la Signora Lucia di Venezia, a cui quel 16 settembre del 1997 quel Tricolore fu chiesto di mettere al cesso.

 
Invece ora cosa succede: dopo 13 anni qualcuno o qualcosa ha sovvertito le leggi della fisica e della natura, il fuoco di Terzigno ha spento l'acqua del cesso di Bossi.
 
L'impeto nazionalistico del TG1, unitamente all'appello accorato di Fini di ieri ("L'immagine del tricolore, bruciato nei giorni scorsi durante gli scontri a Terzigno, non può che costituire motivo di dolore e preoccupazione - AGI 26 ott"), sembra aver dato una nuova versione alla storia, con i Terzignesi da anni impegnati a spaccare l'Italia, ad abbaiare al federalismo ed a sognare la secessione in salsa padana, mentre i leghisti furiosi da alcune settimane presidiano il Po, per difendere le proprie falde acquifere, le proprie terre e i propri figli, dalla monnezza, dalla diossina e dalle contaminazioni inquinanti.
 
Così è se vi pare: qualcuno vedendo il Tricolore bruciare a Terzigno in questi giorni si è sentito italiano. Tant'è che la monnezza ora è in viaggio, e non andrà più in Germania o verso terre estere, resterà in terronia e per la precisione si fermerà in Calabria.
 
"Una fogna da bonificare" disse qualche anno fa Calderoli di Napoli. E se l'Italia metaforicamente oggi fosse un gatto che non c'è, morto in disgrazia o per dolore, bisognerebbe chiedersi quei topi se stanno ancora ballando, ma soprattutto DOVE.

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