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Quale futura ragione?

Il "Pensierino di Natale" di paolodegregorio che la Redazione di AgoraVox ha opportunamente ’creduto’ di collocare in ’pole position’, ha suscitato un ’sostanziale’ botta e risposta fra l’autore ed il simpatico e valente Prof. Pellegrini al quale approfitto per attestare la mia stima e la mia ’vicinanza nel dolore patito’.

Quanto sostiene Rocco Pellegrini circa il "passare di moda delle visioni palingenetiche (...) che a suo avviso "risalgono ad un’epoca nella quale l’essere umano era sempliciotto", ancorché da un lato possa risultare ineccepibile, dall’altro lascia aperti interrogativi fondamentali e finanche inquietanti su quale sia la ragione dominante del ’sistema’ e della ’sua’ creatrice distruzione.

Del resto, la iperscientifica ’visione’ del remoto futuro di resurrezione sotto forma di informazione che ha sviluppato il fisico americano Frank Tipler nel suo "La fisica dell’immortalità", (tradotto da Mondadori nel 1995), si direbbe che vada ben oltre qualunque ’ragionevole’ ipotesi ’terrena’.

Sulla sicura estinzione delle divinità che ’supportano’ tutta questa allegra creazione, nutrirei qualche ulteriore riserva anche pensando al recondito senso della società segreta Skull and Bones (Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Skull_and_Bones) attorno alla quale ruotano e si aggregano i più forti poteri che guidano il corso della Storia. Una questione sulla quale ho già avuto occasione di argomentare in qualche mio ’problematico’ intervento su AgoraVox. E, come recitava una pubblicità del fernet Branca, "sopra-Tutto" una questione che sembra non invecchiare mai... Presumibilmente si tratta di una questione e-terna.

Peraltro, restando ancora temporanea-mente con i ’piedi per terra’ (quelli sì ormai un tantino obsoleti), la divisione sociale del lavoro e la distribuzione del reddito nel sistema vigente che, con il Severino de "Il declino del capitalismo", possiamo più opportunamente definire Apparato scientifico tecnologico, non sembra davvero essere per tutti quella più allettante. Non proprio tutti dispongono di una ’cattedra’ più o meno ben pagata e non proprio tutti hanno la possibilità di vedere legittimati i loro ’argomenti’. Ad esempio gli argomenti sia astratti che concreti della cosiddetta "Guerra infinita" e di ’ciò’ che una tale ’visione’ rappresenta.

Dando quindi per scontata l’imprescindibile esigenza di resettare il sistema nei termini tratteggiati in alcuni miei precedenti articoli, riprendo qui a seguire qualche riflessione in materia estratta dal pro-vocatorio ’vangelo’ del terzo Millennio.

Da CortocircuitOne. Storia di un’astrazione fatale


...Tuttavia ci sembra che, della ragione la hegeliana astuzia possa risultare ancora più sottile dell’ immaginabile; ci pare cioè che la rifondazione della base concettuale del pensiero logico lo conduca verso nuovi e stimolanti paradossi. Quanto più cerchiamo risposte esaustive ai nostri interrogativi, tanto più sembrano invero ritrovarsi gli antichi enigmi. (...)

... ci atteggiamo a conoscitori delle cose, senza renderci conto come il magico cerchio dei linguaggi in cui ci muoviamo non ci permette se non tautologiche valutazioni. Parliamo cioè delle cose senza mai riuscire a sollevarci al di sopra di loro e, quando vogliamo rispondere alle questioni più profonde, dobbiamo sempre giocoforza uscire da ogni possibile argomentazione logica; è altamente probabile che, a fronte della enorme quantità di tentativi di decifrare gli eventi, la realtà ultima sia essenzialmente extra-razionale, quantomeno nel senso fin qui dato alla nostra ‘ ragione abituale’ (...)




...Le antiche tradizioni orientali su menzionate erano già peraltro ben consapevoli di questa dimensione paradossale dell’ esistere, quando sviluppavano la loro speculazione fino a giungere a ricondurre al nulla tutte le cose. Come dunque districarsi da un simile dilemma? Siamo qui di fronte all’ aspetto ultimo delle questioni e la logica sembra essere posta di fronte al suo limite estremo dove si prospetta o una sensata interpretazione di oggetti ancora in qualche modo discernibili, ovvero la débacle della stessa ragione come fin qui conosciuta. (...)


...ma la cosa di fondamentale importanza è che, se a dominare è l’ irrazionale, questo pone in un certo senso tutti sullo stesso piano, mentre se si vuole il dominio di una qualche razionalità è, come Severino ripete spesso, sempre quella più forte ad imporsi sul piano storico, senza che la sua forza ne garantisca in alcun modo verità o giustezza. Se ci si incammina sulla strada dell’ analisi razionale, si attraversa il mare sconfinato dell’ arbitrio e delle prevaricazioni, almeno fin quando non se ne riconosca il limite e ‘ la regola’ proprio nel suo opposto.(...)

...La storia così come fino ad oggi è stata intesa nella sua forma processuale, è di certo la storia della ragione dominante che ha continuato a mutare le sue forme, ma sempre restando nella sostanza storia di un dominio e dei suoi abomini. E non ci pare affatto che, laddove la ragione ufficialmente non dorme il suo sonno, i mostri si rivelino storicamente meno presenti e attivi, anzi. Cosa poi abbia in realtà fin qui dominato, il proliferare delle analisi non riesce mai a dire fin tanto che esso resta configurato all’ interno del medesimo quadro concettuale; rompere un tale quadro significa attuare la sola autentica forma di comprensione dell’ essere, l’unica vera ‘rivoluzione’.





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