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Processo Bassolino: perchè si vietano le telecamere impedendo una corretta informazione?

Per la registrazione e fruizione audiovisiva del processo per le irregolarità nella gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania, contro l’ex governatore della Campania Bassolino, Impregilo ed altri, processo di rilevante interesse pubblico e nazionale.

Non tutti gli Italiani sanno che a Napoli si sta celebrando dal 14 maggio 2008 il processo a carico dell’ex governatore della Campania Antonio Bassolino e di altri imputati (Impregilo ed altre Società) per il dissesto senza precedenti della gestione dei rifiuti in Campania. Tra gli imputati, oltre all’ex governatore, figurano l’ex vicecommissario all’emergenza rifiuti Raffaele Vanoli, l’ex subcommissario Giulio Facchi, Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti, rispettivamente ex amministratore delegato dell’Impregilo ed ex dirigente dell’Impregilo e della Fisia Italimpianti. Ma imputate sono anche le "persone giuridiche", ovvero le società Impregilo, Fibe, Fisia Italia Impianti, Fibe Campania e Gestione Napoli, rinviate a giudizio per illecito amministrativo.
 
I reati contestati, tra cui ’truffa aggravata ai danni dello Stato’, ’interruzione di servizio di pubblica utilità’, ’abuso d’ufficio’, ’violazione della normativa ambientale’ e ’falso ideologico’, risalgono ad un periodo tra il 2001 e il 2004, quando Bassolino era stato nominato commissario per l’emergenza rifiuti. Dal momento che il processo sta per entrare finalmente nel vivo del dibattimento, ed in esso sono coinvolte più di cento parti civili (Ministeri, Comuni della Campani, Enti, cittadini) e, considerato l’altissimo numero di avvocati presenti in aula, il dibattimento si è trasferito in una più capiente aula bunker del carcere di Poggioreale, dove però, per "motivi di sicurezza", si impedisce alla stampa di adempiere pienamente al diritto-dovere di cronaca e d’informazione, malgrado il processo sia di rilevante interesse pubblico enazionale . 
 
La Procura Generale di Napoli infatti ha emesso inspiegabilmente ordinanze con cui si vieta a tecnici e giornalisti l’introduzione in aula di qualsivoglia strumento tecnologico di comunicazione e per la ripresa audio-visiva delle fasi del processo.

Ricordiamo che ad oggi non risulta, da parte delle parti coinvolte nel processo, alcuna opposizione alla ’pubblicità’ delle fasi dibattimentali. E questo non per volere degli illustri imputati, che non poterebbero opporsi neanche se volessero perché il codice di procedura penale non glielo consente, ma per decisione straordinaria, nel senso che ciò non era mai successo prima, della procura generale di Napoli. Decisione apparentemente legata a tematiche di sicurezza attinenti l’aula bunker di Poggioreale. Eppure queste problematiche non sono mai venute fuori in passato, neanche si badi bene nei processi alla camorra. 
 
Ricordiamo difatti che le aule bunker del carcere di Poggioreale sono state costruite all’inizio degli anni 80 per la celebrazione dei primi maxi-processi alla camorra e concepite, dunque, come strutture, di per sè, della massima sicurezza. 
 
Ricordiamo anche che un’emittente nazionale come Radio Radicale, che da più di 30 anni registra e trasmette integralmente migliaia di processi dalle aule di giustizia di tutta Italia, ha mandato in diretta radiofonica dalla stessa aula bunker in cui oggi si giudica Bassolino, lo storico primo maxi-processo alla camorra, che vide, tra gli altri, imputato anche Enzo Tortora. E molti altri processi, sempre celebrati nel medesimo ’bunker’, Radio Radicale li ha anche semplicemente registrati e poi trasmessi in differita.

Tanti cittadini italiani increduli e perplessi per il provvedimento e la sua motivazione, chiedono dunque con una petizione al Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli che si adoperi affinchè, nel rispetto delle dovute norme di sicurezza ed ai sensi dell’art.21 della Costituzione italiana, sia garantito alla stampa (e alla cittadinanza) il diritto-dovere ad una informazione completa e documentata su processi, come quello a carico di Antonio Bassolino, che rivestono il carattere di interesse nazionale particolarmente rilevante.

Perchè reati che vanno dalla frode in pubbliche forniture alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al falso e all’abuso d’ ufficio e le irregolarità nella gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania, non possono essere coattivamente relegate nel dimenticatoio della coscienza collettiva.
 
Ma soprattutto perché ci sono persone imputate che dovranno spiegare dove sono finiti i soldi dei cittadini italiani che dovevano essere impiegati per lo smaltimento dei rifiuti nell’inceneritore di Acerra ammucchiati, invece, in discariche abusive.
 
http://www.firmiamo.it/telecamere-al-processo-contro-bassolino/elenco%20firme

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albodoro

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Che se ne vadano via tutti Gli "arrivisti" e le "arriviste" del marketing, che ignorano trionfi e valori Che se ne vadano gli indegni, i mentitori, i mafiosi, gli assassini Che se ne vadano i carcerieri dell'allegria. Che se ne vadano via le maschere Maschere senza sole, schiavi che schiavizzano Corpi senz'anima Che se ne vadano via tutti quelli (...)

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