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Prestiti ancora in discesa, lontana la fine della crisi

Qualche segnale di ripresa si intravvede sul piano economico nella maggior parte dei paesi europei, ad eccezione degli stati maggiormente in difficoltà fra cui, obbligatoriamnte, va inserita anche l’Italia in cui gli stessi segnali sono, almeno apparentemente, tutt’altro che incoraggianti.

C'è chi parla di una timida ripresa e chi invece la vede ancora come un miraggio, ma il succo è che gli italiani non si sbilanciano e non fanno ripartire i consumi, e non solo per sfiducia, dato che spesso le famiglie del Bel Paese non hanno la liquidità necessaria per far fronte anche agli impegni meno onerosi, anche in funzione del fatto che ottenere un prestito, ad oggi, è comunque molto complicato.

Da un'indagine effettuata da Altroconsumo, anche coloro che hanno una reputazione creditizia impeccabile, e uno stipendio medio di almeno 1500 euro, si vedono spesso rifiutare un finanziamento ‘standard’ (ad esempio 10 mila euro da rimborsare in 10 anni). Crescono intanto coloro che cercano delle soluzioni alternative ai finanziamenti, come il prestito cambializzato (che per molti diventa una necessità a causa del deterioramento della propria crif) o il prestito tra privati, nella forma del social lending. Esulando dal piano legale, cresce anche il numero di disperati che cade nelle mani degli usurai.

Per il futuro, i più ottimisti, pensano che ormai il peggio sia alle spalle, e che finalmente si stia verificando una inversione di tendenza, grazie al cambio di politica sull'erogazione del credito da parte dei grandi gruppi bancari. Ma c'è da notare che parlare di un cambio di trend è troppo prematuro, perché, anche se soprattutto per l'erogazione dei mutui si è passati a una cifra a doppio zero, si è ancora ben lontani dai numeri che venivano messi a bilancio nel 2009, con una drastica riduzione di poco inferiore ai 100 miliardi di euro.

Di contro le emergenze non stanno ad aspettare che i vertici delle banche decidano che sia giunto il momento per riaprire i propri rubinetti. Quindi nel frattempo a chi rivolgersi per non rischiare? Stando a guardare i numeri è meglio lasciare i grandi gruppi bancari in coda alle proprie preferenze, e rivolgersi per primi agli istituti di credito con un legame profondo a livello territoriale, come avviene per le banche di credito cooperativo e le casse rurali.

In ogni caso bisogna diffidare di quelle banche che subordinano l'erogazione del prestito alla sottoscrizione di una polizza venduta dall'Istituto stesso: subordinare l'erogazione di un prestito alla sottoscrizione di una polizza non è illegale, ma se si impone quella della stessa banca erogatrice lo è eccome, e bisogna immediatamente segnalarlo, dato che fa parte delle pratiche commerciali scorrette.

 



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