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Presadiretta: caccia al tesoro (della Lega)

L'inchiesta sui tre commercialisti della Lega, la caccia ai 49 ml che la Lega deve restituire allo Stato, l'acquisto di un capannone a Cormano da un ente regionale, soldi che escono dalle casse della Lega (o di Radio Padania) e passano per fornitori (della Lega) per tornare nelle disponibilità dei commercialisti.

I soldi che la Procura ha chiesto indietro alla Lega non ci sono più così, dicono dal partito del prima gli italiani.

O forse i soldi sono stati fatti sparire dalla casse, un poco alla volta, con operazioni poco legali.

Presadiretta ha fatto questa caccia al tesoro, partendo dalla storia della compravendita dello stabile comprato dalla Lombardia Film Commission, un'operazione fatta in concerto tra venditore e acquirente, con Luca Sostegni come prestanome e i tre commercialisti (Scilieri, Di Rubba, Manzoni) come menti dietro l'operazione.

Tutto in famiglia con la Lega: Di Rubba è presidente della LFC su input di Salvini, perché doveva sistemare i conti della Lega, spiega l'ex assessore alla cultura in regione.

Un modus operandi che si è ripetuto in altre operazioni, alcune segnalate dalla Banca d'Italia, che portano dritto a quei 49 ml spariti dalle casse della Lega.

Non è stato un affare per la regione Lombardia e nemmeno per il comune, perché il capannone è stato pagato il doppio della cifra pagata dalla Andromeda SRL ed era pure in pessime condizioni, necessitando di opere di restauro. Presadiretta e la giornalista Francesca Nava hanno sentito il consigliere David Gentili, che ha confermato le cattive condizioni dell'immobile e anche di come il bando di acquisto fosse fato su misura per quella società, portando alla luce anche la situazione di conflitto di interessi di Scilieri, consulente della regione.

Ma alla LFC non si sono accorti di questi problemi, il conflitto di interessi di Scilieri (che era cognato di Barbarossa, amministratore di Andromeda)?

L'avvocato che segue la vigilanza per questo ente, che ha lavorato nel passato con Di Rubba e Manzoni (sempre loro) sentito dalla giornalista, ammette di non essersi accorto di niente.

Dove sono finiti gli 800mila euro?

Secondo la procura questa è una delle operazioni ideate per creare fondi neri, che passavano per una filiare della UBI Banca, che hanno insospettito Banca d'Italia.

Ci sono intercettazioni dove Scilieri si lamenta di non ricevuto soldi dai commercialisti, definiti ladri, gente che ha “ciucciato una montagna di soldi dalla Lega”.

Soldi finiti alle Leghe regionali, soldi spartiti tra queste persone, soldi spostati in un vorticoso giro di affari, per milioni di euro.

Segreti che Scilieri sembra essere a conoscenza e che, si intuisce, potrebbe usare per ricattare qualcuno nel partito della Lega.

In studio il primo ospite era il giornalista Emiliano Fittipaldi di Domani: ci sono diverse anomalie in questa storia, nata da uomini della Lega vicini a Salvini.

Di Rubba è stato messo dal tesoriere Centemero dentro l'ente regionale LFC ed è anche l'uomo che gestisce la cassa della Lega alla Camera. E' una storia imbarazzante, perché parliamo di soldi pubblici che finiscono nelle loro mani.

C'è una responsabilità politica di cui deve rispondere anche Fontana presidente della regione: prima Maroni e poi Fontana scelgono Di Rubba, possibile che non fossero a conoscenza di nulla di questa storia?

La metà di questi soldi rimane in possesso ai commercialisti e ad alcuni fornitori del partito: un modo per rientrare in possesso dei 49ml e sottrarli al sequestro della procura?

Salvini ha protetto i tre commercialisti, non ha detto una parola su Scilieri che per anni ha preso soldi come consulente dalla regione. Cosa potrebbe raccontare alla procura, se parlasse?

Forse aiuterebbe a capire come sono stati spesi i soldi, la procura ha trovato solo 3 ml dei 49 da sequestrare. Siamo un partito povero, ha raccontato Salvini, i 49ml li abbiamo spesi. Ma non ha mai spiegato come sono stati spesi questi soldi.

 

La storia dei 49 ml

 

L'inchiesta di Danilo Procaccianti e Raffaella Pusceddu parte dal 2012, da Belsito l'ex tesoriere, dall'inchiesta sui rimborsi elettorali della Lega e sulle spese personali della famiglia Bossi.

“Un partito può buttare i soldi dalla finestra” è stata la difesa di Bossi: ma non è così, i rimborsi sono soldi che devono essere spesi per la politica e non per il diploma falso del figlio, per camicie o macchine.

Daniela Cantamessa è l'ex segretaria di Bossi: ha raccontato di come agiva l'ex tesoriere Balocchi e di Belsito che ne ha preso il posto. È stato deposto dopo lo scandalo, un'operazione politica, tutti sapevano delle spese di Bossi e sono stati zitti fino al 2012.

La Lega era al governo, come mai la banca ha fatto uscire la notizia (con tanto di documenti interni) dei fondi spesi all'estero? Un dubbio che è venuto anche all'ex procuratore Robledo, che vede anche una mano di certi servizi.

Dal 2012 il cerchio magico di Bossi viene fatto fuori e subentra Maroni: magicamente si iniziò a dire che i soldi non ce n'erano, nonostante si spendessero soldi per avvocati e commercialisti, nonostante le strutture della Lega non venissero più usate.

Dopo Belsito, il nuovo tesoriere diventa Stefani, oggi ottantenne, che in una intervista aveva raccontato di tante spese fatte in fretta durante la segreteria Maroni. Sono cose denunciate a Salvini e Maroni da Stefani e dalla Cantamessa: si stavano succhiando tanti soldi dalla Lega federale.

Alla fine i soldi finiti alle strutture esterne hanno reso povero il partito. L'unico che ha pagato è stato Belsito, mentre Bossi e figlio sono stati assolti, parte dei reati prescritti. Per i bilanci falsi, la procura ha chiesto di sequestrare 49ml alla Lega, in tutti i suoi conti: soldi che rientreranno in comode rate per 80 anni.

Un favore alla Lega, secondo l'ex senatore Fruscio: il suo partito, tenendo conto di tutti i fattori avrebbe dovuto pagare una cifra molto superiore, “non esiste una dilazione di debito in 70 80 anni”.

Ma dove sono finiti i soldi della Lega, quelli frutto dei rendiconti falsi?

Belsito lascia in cassa 33ml di euro, un totale attività di 47 ml: il partito era in attivo per 48ml circa, cosa è successo negli anni dopo Belsito?

Il consulente della procura di Genova racconta di spese progressive dal 2012 al 2017, titoli disinvestiti, senza una rendicontazione dettagliata (le singole fatture, l'elenco dei soggetti che hanno fornito le prestazioni pagate).

Danilo Procaccianti si è confrontato coi giornalisti Stefano Vergine (Fatto Quotidiano) e Giovanni Tizian (de l'Espresso), che su quei soldi (e sulle tracce che hanno lasciato dietro) hanno fatto diverse inchieste, assieme hanno scoperto la vicenda di una villa in Sardegna, in Costa Smeralda: la casa è stata acquistata da Francesco Barachetti, imprenditore bergamasco tra i principali fornitori della Lega.

Ha acquistato la villa con un bonifico ricevuto dalla Lega per Salvini premier, dalla Cafin SPA, azienda bergamasca della famiglia Carrara anche loro fornitori del partito di Salvini. Anche questi soldi poi finiscono in società che portano ai commercialisti della Lega.

Anche questa compravendita potrebbe far parte del vorticoso giro di denaro per far sparire i soldi della Lega, il sistema ideato dai commercialisti della Lega Di Rubba, Manzoni e Giulio Centemero (il tesoriere del partito). Da quanto Centemero è stato nominato tesoriere, gli altri due sono stati nominati nei cda di società della Lega e sono diventati i responsabili contabili del gruppo Lega alla Camera e al Senato.

Quello che emerge da alcune segnalazioni di operazioni sospette fatte dagli investigatori di Banca d'Italia (e da cui è partito una indagine di riciclaggio al momento a carico di ignoti) è che i fornitori della Lega dopo aver preso i soldi li avrebbero rigirati in favore dei commercialisti.

Tra i fornitori che ha preso più soldi c'è proprio quel Francesco Barachetti (già citato nella storia della villa) che incassa, tra il 2015 e il 2018 dalla Lega Nord, Lega per Salvini premier e altre società della galassia leghista 1,3 ml di euro. Dopo che riceve questi soldi – spiegano Tizian e Vergine – Barachetti paga i singoli commercialisti o a società a loro riconducibili.

Dalla Sardegna a Casnigo, qui vive l'ex idraulico Barachetti: a lui la Lega ha versato più di un milione di euro. Perché ha disposto bonifici per i commercialisti, dopo aver incassato i soldi dal partito?

Non solo auto è una società di noleggio, dentro cui fa parte Di Rubba: è un altro fornitore della Lega. 

 

Con questo schema sono usciti 3,3 milioni di euro” raccontano i due giornalisti “perché quando questo avveniva i conti sono finiti sotto sequestro da parte della magistratura per la vicenda della truffa, per cui c'è stata una condanna definitiva. Quando la Finanza è andata a cercare i soldi sui conti della Lega non ha trovato i 49 ml. In questo periodo nelle casse della Lega entravano soldi ma così come entravano uscivano.”

 

Questo sistema si deduce dai documenti della UIF, l'unità di investigazione in tema antiriciclaggio della Banca d'Italia: è uno schema chiaro, che passa per professionisti e fatture, che indica un tentativo di riciclaggio.

C'è anche Radio Padania in questo giro dei 49 ml: sono sempre i due giornalisti a raccontarlo.

Tra il 2016 e il 2017 vende molte delle sue frequenze incassando 2 ml di euro ma invece di tenerli in pancia li gira alle società che ci portano ai commercialisti della Lega.

Dall'ultimo bilancio della radio, quello del 2016, si vede che era in perdita: anziché ripianare il debito la radio decide di pagare fatture ad una società che si chiama SDC riconducibile al giro dei commercialisti. A sua volta, arrivati alla SDC, questi soldi sono finiti in bonifici a favore di Di Rubba, Manzoni e il tesoriere Centemero.

La sentenza della Cassazione con cui sono sequestrati i conti della Lega, ha stabilito che i 49ml debbano essere recuperati dai conti della Lega ma anche dalle sue società, potenzialmente anche da Radio Padania (che figurava come una cooperativa, ufficialmente slegata dal partito). Così, nel 2017 quando arriva la sentenza, non c'è più un euro sui conti.

Quando nel febbraio 2020 Danilo Procaccianti inizia a fare domande su Barachetti e su Non solo auto, i commercialisti intercettati, iniziano ad andare in agitazione e invitano i dipendenti della società di noleggio a non dire nulla ai giornalisti.

Le società dei commercialisti

Bergamo in questi anni è diventato il nuovo centro finanziario della Lega: sono di Bergamo Di Rubba e Manzoni, che fino a poco tempo fa avevano sede del loro ufficio in un palazzo di Bergamo bassa. Nello stesso palazzo erano domiciliate decine di società della Lega di cui sette con un reale proprietario difficile da scoprire.

Qui avevano sede sette società di cui era difficile capire chi fosse il reale proprietario, la cui catena di comando porta fino in Lussemburgo, ad una holding lussemburghese che dietro ha una fiduciaria italiana.

Queste società sono sospettate di aver riciclato quei 49 ml: una di queste era amministrata proprio da Centemero e tutte sono state create tra il 2013 e il 2014.

L'ipotesi della procura è che almeno dieci milioni siano stati riciclati così.

C'è poi un altro filone dell'indagine sui soldi della Lega, quello che riguarda i 500mila euro dati dalla Lega all'associazione Maroni presidente. Lo scorso 11 dicembre la Finanza ha perquisito gli uffici dell'assessore lombardo Stefano Galli indagato per riciclaggio nella sua funzione di presidente di questa associazione.

I soldi sono qui finiti sotto la voce prestito, ma sarebbe stato un prestito fittizio. La vicenda parte da un esposto di Marco Tizzoni, ex consigliere della lista Maroni che, diventato capogruppo, si è reso conto che qualcosa non tornava.

Tizzoni ha pagato dei commercialisti esterni per capirci qualcosa e ha voluto allora vedere i documenti di questo prestito:

 

Io ho questo i documenti, al dirigente della lista civica Maroni presidente, ho chiesto a Galli con mail, telefonate, io voglio vedere per correttezza, trasparenza il prestito della Lega nei confronti dell'associazione. Non è che un partito presta 500mila euro così, a babbo morto, senza neanche uno straccio di firma, garanzie, fideiussioni.. Non c'è niente, sono scappati tutti.”

 

Secondo la procura, quei soldi formalmente usati per comprare il materiale per la campagna elettorale, in realtà non sarebbero mai stati spesi e sarebbero tornati in altri conti correnti riconducibili al partito (attraverso fatturazioni false o scorrette, racconta Tizzoni).

 

Noi abbiamo chiesto materiale per fare campagna elettorale ma non ci hanno mai dato nulla”, prosegue l'ex consigliere Tizzoni, “dopo due anni mi arriva una voce, 110 mila euro per manifesti pro referendum, noi che abbiamo girato tutta la Lombardia non abbiamo visto un manifesto in giro, ci torna strano.”

 

L'ipotesi della procura è che la vostra associazione sia servita per far transitare i soldi dalla Lega e farli rientrare poi sotto altra forma.

Il giornalista ha intervistato anche il procuratore di Genova Francesco Pinto:

“Quello che si può dire è che essendo dubbia la circostanza che tutti questi soldi siano stati spesi con delle somme ingenti, le possibili ipotesi è che siano stati reimpiegati con strumenti definiti dal nostro ordinamento giudiziario come riciclaggio, visto che la provenienza iniziale dei soldi era delittuosa.”

 

Né Galli né Maroni hanno voluto rilasciare dichiarazioni a Presadiretta.

L'ex Ilva di Taranto è oggi affittata alla Arcelor: la Lega ha investito in Arcelor, Gas Natural, in Mediobanca, in Telecom, tutti investimenti mantenuti da Maroni e da Salvini. 

Sono quasi 6 ml di euro che nel 2015 sono stati dismessi: sono tornati come liquidità nel conto della Lega, soldi poi finiti in spese, perché non sono stati trovati.

In dieci anni la Lega ha venduto titoli per dieci milioni tra azioni e obbligazioni, ma non generano liquidità: nei bilanci si trova una voce, oneri di gestione, che assorbe una cifra superiore a dieci milioni. Un modo per coprire le spese reali?

L'associazione più voci è stata creata da Centemero: ufficialmente si occupa di difendere il pluralismo dell'informazione ma in realtà ha fatto poca attività, ma ha incassato molti soldi da imprenditori esterni.

Un qualcosa che fa pensare ad operazioni di finanziamento illecito al partito della Lega: da Esselunga, all'imprenditore Parnasi di Roma.

LE associazioni satellite erano le vere casse del partito, povero solo sulla carta (e che aveva i conti sotto sequestro)? Questa è l'accusa di due procure, Milano e Roma e che oggi vogliono processare Giulio Centemero.

L'associazione di Armando Siri

Quella di Siri, ex sottosegretario, si chiama “Associazione Spazio Pin”: si occuperebbe di formazione politica.

LE conversazioni che fanno i vertici dell'associazione sono strane, parlano di pesci e di altri strani simboli: questa ha ricevuto tante donazioni da finanziatori privati che sembrano finanziamenti al partito. Uno arriva da una società di Fincantieri.

 

“Questo lo dice lei” risponde Siri. No lo dice Banca d'Italia.

“Sono dati sensibili ..”

Dal 20 dicembre scorso, Salvini ha archiviato la vecchia Lega nord (quella dell'indipendenza della Padania), con un congresso straordinario che ha commissariato il movimento fondato da Bossi e lanciato definitivamente un nuovo partito persona, Lega per Salvini premier.

Il vecchio partito, racconta Danilo Procaccianti nell'anteprima, rimane solo una scatola vuota, come farà a pagare 49 ml di euro?

Si tratta di capire se un partito che nasce dalle ceneri di un vecchio partito si ponga anche in successione giuridica perché qui, a quanto ho capito, non sarebbe venuto meno il vecchio soggetto politico Lega nord, se ne sarebbe soltanto aggiunto un altro che si chiama in un altro modo. Si tratta di vedere se il vecchio è una band company oppure se rimane con una sua autonoma soggettività giuridica” il commento del procuratore Pinto.

Trasformare il partito non sarà facile: dentro la Lega c'è una opposizione, come quella di Gianni Fava, che vorrebbe riprendersi il vecchio partito e onorare il debito.

IL partito che oggi chiede trasparenza al governo, per i verbali del CTS, per la vicenda Tridico, si è dimostrato poco trasparente, quanto meno nei confronti dei giornalisti che sulla vicenda dei 49 ml non si vogliono accontentare della storiella che gli è stata raccontata.

Non sono storie solo precedenti alla gestione Salvini, perché si è visto come dopo il 2013 la Lega abbia prosciugato le sue casse.

Spese che non vengono giustificate, non ci sono soldi, non ci sono soldi, ….

La prossima puntata si occuperà degli effetti economici della pandemia: la tempesta perfetta.

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