Presa diretta: intelligenza artificiale e la strage di Cutro
Sono sorpreso come da una rappresentazione statistica si possa creare una previsione del mondo: anche Horvitz, capo dei ricercatori di Microsoft, non ha ben chiaro il modo con cui “lavora” l’intelligenza artificiale.
Sappiamo però che cambierà la nostra vita: ci consente ora di parlare altre lingue, costruirà un corso (di qualsiasi materia) con un finto avatar che presenta i contenuti. Questo è quello che si può fare ora con ChatGPT.
Ci sono imprenditori che, con ChatGPT hanno inventato un’azienda, che non esiste realmente, che vende magliette e felpe con loghi creati dall’intelligenza artificiale.
L’uomo, Joao Ferrao Dos Santos, è solo un assistente umano che deve negoziare il suo stipendio con l’AD, ovvero ChatGTP.
Si possono creare nuovi brand, articoli, ricerche: l’intelligenza artificiale costa meno di un giornalista free lance.
Costano anche meno dei venditori online, quelli che ti chiamano al telefono per aiutarti in un acquisto: NL Pearl è un’azienda israeliana che ha realizzato assistenti virtuali indistinguibili da quelli umani. Basta ChatBot che parlano come robot: Pearl può essere addestrata per avere una sua sensibilità. E non deve essere pagata quando è in ferie o in malattia.
Tutti gli umani saranno sostituiti nei call center.
ChatGPT ha lasciato senza parole persino i suoi inventori: in 5 giorni ha raggiunto milioni di utenti, è l’invenzione più rivoluzionaria dopo internet, secondo Bill Gates.
Non serve essere programmatori per usarla, ha una interfaccia utente come ogni servizio online: ChatGPT sa indovinare la sequenza di parole che ci interessa, sa riconoscere gli errori e, per gli utenti premium, sa anche parlare.
Dietro c’è OpenAI un laboratorio con la missione di creare una intelligenza artificiale per tutto il mondo: dietro c’è Elon Musk e Artman, inventore di Dropbox e AirBnb.
Nasce come no profit, Open AI, nel 2019 cambia forma, per raccogliere dei fondi: entra Microsoft nel 2019, che investe miliardi di dollari in questo progetto.
La start up californiana si trasforma in una azienda meno Open, col rischio che questa tecnologia rimanga nelle mani di pochi: si quali informazioni si è addestrata, su quali computer?
Per comprendere come sono fatti questi supercomputer, su cui si addestra l’intelligenza artificiale, Presadiretta è andata a Bologna a visitare Leonardo, uno dei più grandi computer al mondo: ha una grande capacità computazionale, necessaria per elaborare informazioni per l’AI, che si appoggiano ad una rete neurale simile a quella nel nostro cervello.
Leonardo è composto da 25mila server, con km di tubi di acqua per raffreddarlo e altrettanti km di cavi che collegano i server tra loro.
Che applicazioni si possono realizzare con questa tecnologia? Persone non vedenti possono essere aiutate da App montate sul cellulare “Be my eyes”, che raccontano del mondo attorno che non possono vedere.
Che libro ho un mano? Che quadro ho in mano? Cosa posso cucinare con quello che ho in cibo?
L’intelligenza artificiale generativa sta trasformando anche il mondo dell’istruzione: si scrivono relazioni e tesi da studenti pigri.
Ci aiuterà in casa, non solo accendendo le luci, ma dandoci le informazioni cercandole in rete, gestendo gli elettrodomestici di casa. Come un altro essere umano in casa.
Secondo Matt Wood, di Amazon, l’intelligenza artificiale impatterà la nostra vita più di Internet: Alexa sarà considerata come una di famiglia, imparerà a conoscere i nostri gusti.
GPT4, secondo i ricercatori di MS, dimostra scintille di intelligenza generale, sa fare qualunque cosa possa fare un cervello umano. Ovvero GPT4 ha risolto un captcha, gli strumenti per riconosce se di fronte al video è un umano, ricorrendo all’aiuto di un umano, “non ci vedo bene”.
Sono emerse anche proprietà emergenti, cose che non ti aspetteresti in una macchina, parlare di filosofia e di fisica, è capace di vedere: secondo Horvitz GPT4 la macchina crea una rappresentazione del mondo, “come se tutte le storie digitalizzate aiutano il computer a comprendere il mondo ..”.
Viene in mente Hal 9000, non proprio un esempio positivo del futuro che ci aspetta.
L’intelligenza artificiale ha aiutato anche a comprendere la struttura molecolare delle proteine: questo grazie al lavoro di Deepmind, di AlphaFold, che ha accelerato il lavoro dei ricercatori, che oggi grazie all’algoritmo hanno in pochi minuti una previsione della struttura molecolare che devono solo verificare.
Se domani dovesse arrivare un nuovo virus come il Covid, in pochi minuti avremmo la visione della sua struttura, risparmiando tempo e anche vite umane.
L’algoritmo può essere usato per trovare nuove medicine: è il lavoro che stanno facendo in Svizzera a Losanna, partendo dalla molecola colpita dal tumore.
A Seattle c’è il più grande laboratorio per creare le proteine: da una cellula cancerogena possono, potenzialmente, arrivare a medicine per curarle.
Lo hanno fatto a Boston, nel laboratorio di Bioingegneria, dove grazie all’intelligenza artificiale hanno trovato un antibiotico resistente ai nuovi batteri.
Ma servono soldi, servono strutture: qui il pubblico dovrebbe guidare, ma alla fine tutto questo potere è nelle mani di poche compagnie private.
Una sessione di training di ChatGPT costa 100ml di dollari – racconta una ex ricercatrice di Google Meredith Whittaker, licenziata dal colosso perché non voleva collaborare con l’esercito.
L’intelligenza artificiale ha un lato oscuro, racconta a Presadiretta: poche aziende si sono arricchite coi nostri dati personali, con cui hanno costruito questi modelli. Sono Google, Amazon, Facebook.
Gli stessi che hanno guadagnato fino a ora continueranno a guadagnare coi nostri dati: non saremo noi i diretti beneficiari, nemmeno i governi e nemmeno le università.
Come faremo a fare la ricerca sull’intelligenza artificiale se non si hanno i mezzi? Se questa tecnologia è chiusa?
L’Europa ha pianificato di spendere 2 miliardi di dollari, Microsoft nello stesso anno ne ha speso il doppio di miliardi: globalmente nel 2021 le aziende private hanno speso 340 miliardi di dollari, ua cifra superiore a quella che i governi nel mondo hanno speso.
Le aziende private si sono lanciate in questa corsa all’oro: si stanno accaparrando i migliori ricercatori, i migliori docenti che vengono tolti dalle università, prosciugandone la possibilità di ricerca.
Questo costringe i governi a fare accordi con le aziende private: così Amazon entrano nelle università, e questa è una grande forma di influenza, si crea una grande concentrazione di potere, chi critica questo modello delle industrie private è tenuto lontano dalla ricerca, dai fondi.
Non possiamo permetterci che sia solo l’industria privata a lavorare sull’intelligenza artificiale, perché queste hanno interessi diversi, si preoccupano solo del profitto. E non della ricerca contro le malattie, per esempio.
L'illusione della realtà e la realtà illusoria.
L’intelligenza artificiale consente di realizzare immagini e video falsi: case bombardate, persone che osservano le rovine, immagini che susciterebbero grande commozione. Peccato che siano false: siamo immersi in un mondo di immagini, racconta a Presadiretta la fotografa Zanon e oggi con queste tecnologie si creano foto indistinguibili o quasi dal vero.
Come possiamo fidarci allora di quello che vediamo? Crolla la nostra empatia, diventeremo tutti più diffidenti? Se nemmeno i video sono più la testimonianza di una realtà, che futuro ci aspettiamo? Solo una serie di possibili verità alternative…
Oppure, di fronte ad una immagine vera, potremmo pensare che, non è reale, è stata creata con ChatGPT.
Con l’intelligenza artificiale sono proliferati i siti generati da BOT, siti che portano clienti verso altri portali per fare profitto: sono siti di politica, sanità, attualità e che diventano la lente con cui guardiamo il mondo.
Con ChatGPT le notizie false possono proliferare o, meglio, non è in grado di bloccare notizie false.
Anche le nostre relazioni sociali potrebbero cambiare: Replika è un altro frutto dell’intelligenza artificiale che crea un amico artificiale, coi nostri gusti. Sono software che forse potranno anche aiutare qualcuno, ma ci renderanno sempre più distanti dagli altri.
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