Presa diretta. Il processo agli scienziati sul terremoto
Presa diretta, con la giornalista LisaIotti, ha seguito l'intero processo ai sette scienziati della Commissione Grandi Rischi, a l'Aquila: un processo la cui sua sentenza di condanna ha fatto scalpore, anche nel mondo (in Italia il processo è stato seguito solo dai giornalisti di Presa diretta).
Processo alla scienza, hanno commentato in molti, probabilmente senza aver seguito il dibattimento. Le immagini del processo, le parole del pm Billi, le testimonianze raccolte dalla Iotti nel suo bel servizio dicono ben altro.
Gli avvocati difensori hanno dato la colpa ai giornali (e ai TG) che, effettivamente, dopo il 31 marzo portarono avanti un messaggio rassicurante. Ma certe parole furono usate dagli stessi scienziati durante la conferenza stampa quella sera, non se le sono inventate i giornalisti. De Bernardinis “non ci si aspetta una crescita della magnitudo”. L'assessore Stati conferma che fu detto anche che erano “scosse che scaricavano l'energia”. E il sismologo Del Pinto ha sentito dire, sempre durante la conferenza: “lo sciame sismico è un fenomeno normale”.
Eppure c'era già stato l'aumento del magnitudo. E lo sciame è anche un sintomo per annunciare una scossa più grande. È stata molto interessante l'intervista al prof. Boschi: sulla riunione “avevo la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava”. Perché fu una riunione che non deliberò nulla, fatta solo per dire che i terremoti non si possono prevedere. Per non creare problemi a Bertolaso: chi è in quella posizione, la gente che si aspetta da te un aiuto, tende a sentirsi come un Dio. Ed è una cosa pericolosa: chi fa quel mestiere deve avere il senso della misura. Lo fa dire alla giornalista, ma non smentisce: fu una riunione farsa.
Ma gli scienziati avevano altri strumenti per valutare il rischio: il rapporto Barberi (uno dei sette della Commissione): questo volume corposo indica, città per città, quartiere per quartiere, quale è il rischio per i terremoti in Italia. Il 70% degli edifici in Italia ha una vulnerabilità medio alta.
Eppure agli aquilani fu detto che non c'era pericolo. La parte del servizio in cui la giornalista ha dato la parole ai parenti, mi ha colpito molto: per la dignità che hanno saputo dimostrare, sia in aula che fuori. Per la volontà nel volere giustizia, contro queste persone che si sono comportati non come scienziati. In quella riunione la scienza era assente. E la Commissione non si dimostrò indipendente dalla politica e dalla Protezione civile.
Servirebbero 1,2 miliardi di euro all'anno, per mettere in sicurezza il territorio, spiegava a Che tempo che fa il professor Settis. Ma si dice sempre che i soldi non ci sono: sono usati per le grandi opere e per le spese militari. Soldi spesi per gestire, poi (quando è troppo tardi) l'emergenza.
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