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Polonia, continuano gli attacchi al diritto all’aborto

Ha suscitato sdegno e impressione in tutta Europa la denuncia giunta dalla Polonia sull’impossibilità per le rifugiate ucraine di ricorrere all’aborto anche nei casi in cui la gravidanza derivi da uno stupro di guerra avvenuto nel loro paese ad opera dei soldati dell’esercito russo.

La denuncia è partita da Oleksandra Matviichuk del Centro per le libertà civili ucraino, che su Twitter ha prima denunciato il fatto che in Polonia, anche se l’attuale legge restrittiva ammette l’aborto in caso di stupro, deve esserci un procedimento legale avviato (difficile, considerate le circostanze, ndr) e poi informato che, in collaborazione con le attiviste polacche, sarà organizzata una campagna informativa rivolta alle rifugiate ucraine sulla possibilità, in caso di necessità, di recarsi all’estero per abortire.

La situazione difficile è stata confermata anche dal portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che già in febbraio aveva messo in guardia sulla vulnerabilità delle donne in fuga dall’Ucraina in relazione anche alla normativa sull’interruzione di gravidanza, particolarmente restrittiva in Polonia a causa delle ultime decisioni della Corte Costituzionale.

(“L’aborto salva le vite”, immagine di Kaja Kochnowicz per la campagna #IAmJustyna)

La difesa del diritto all’aborto in Polonia, in questi giorni, è tra l’altro sotto attacco anche per il caso di Justyna Wydrzyńska, sotto processo per aver aiutato, fornendo pillole abortive, una donna incinta con un partner violento. L’udienza dell’8 aprile si è tenuta in un’aula talmente piccola da non consentire l’ingresso di una gran parte del pubblico che desiderava assistere e, nonostante il tentativo (respinto) di ricusazione del giudice non ritenuto imparziale da parte degli avvocati della difesa, ha avuto regolarmente luogo con l’inaccettabile ammissione dell’organizzazione reazionaria Ordo Iuris in rappresentanza dei diritti del feto, decisione senza precedenti e con possibili conseguenze aberranti. Il team legale di supporto a Justyna Wydrzyńska, in una conferenza stampa a conclusione della prima udienza, sottolinea che Ordo Iuris è un’organizzazione che lavora contro i diritti umani e in particolare contro quelli delle donne, con proposte ad esempio per la punizione delle donne che tentano di praticare l’aborto, e che è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a indicare come l’azione fatta da Wydrzyńska è perfettamente lecita e addirittura consigliata. La prossima udienza sul caso si terrà il 14 luglio, e siamo sicuri che nei prossimi mesi la battaglia delle donne polacche continuerà con ancora maggiore intensità.

Loris Tissino e Ika Puszczykowska

 

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