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Polemiche su"Mission" il nuovo reality show sui rifugiati

Non il classico show, non un reality come tutti gli altri, ma una lente di ingrandimento che vuole sfruttare la television come mezzo di comunicazione di massa per far conoscere a tutti la difficile realtà dei rifugiati.

Questa è l’idea alla base di “Mission”, il reality show sui rifugiati in programma per il prossimo novembre su RaiUno, realizzato con l’aiuto di Unhcr e della ong Intersos che, solo nel 2012, ha supportato una quindicina di paesi in tutto il mondo, erogando oltre 2 milioni di servizi alla persone, fornendo aiuti di emergenza, acqua potabile, cibo, riparo, cure sanitarie, beni di prima necessità, riattivando i mezzi di sostentamento economico e contribuendo a garantire la sicurezza e la dignità di ciascuno. 

“Oltre mille operatrici e operatori umanitari della nostra organizzazione lavorano instancabilmente nei posti più remoti del mondo e nelle situazioni più difficili e complesse, fianco a fianco con persone in pericolo". Per questo, ha continuato, "un nostro imprescindibile ruolo è parlarne e far conoscere al pubblico cosa sta accadendo e cosa stiamo facendo”, ha spiegato Marco Rotelli, direttore della ong Intersos che in un intervista a “Redattore Sociale” non sembra essere meravigliato delle critiche e delle reazioni dei media alla notizia della preparazione del programma.

“Le reazioni alle prime informazioni su un nuovo programma televisivo non ci sorprendono. Quando abbiamo deciso di aderire a questo esperimento di comunicazione eravamo ben consapevoli di esporci a critiche, commenti, di suscitare punti interrogativi e riflessioni, di poter ricevere, purtroppo, anche qualche. Da molti anni le organizzazioni umanitarie dibattono sulla comunicazione, su metodi e limiti del loro rapporto con il pubblico. Quanto alle crisi umanitarie, l'opinione condivisa da molti è che se ne parli troppo poco: tranne in rare eccezioni, solo quando gravi tragedie scuotono le emozioni del grande pubblico e si accende la luce mediatica sulla sofferenza di milioni di persone, altrimenti dimenticate”.

Ma accendere il faro mediatico dei media su una questione così delicata come quella dei rifugiati non poteva non generare critiche che andranno via via aumentando con l'avvicinarsi della messa in onda; critiche alle quali lo stesso Rotelli ha preferito non rispondere immediatamente, ma ha prefetiro commentare così:

“Non c’era in realtà nulla da dire, ma ci auguriamo che queste righe possano contribuire a dare un primo contributo di chiarezza. Il programma, che non ha forma di reality show, è infatti alle fasi preparatorie, in continua costruzione, e quindi non è possibile divulgare quanto ancora non è concreto senza rischiare di provocare grossolani errori di interpretazione, con commenti a informazioni incomplete e quindi non corrette”.

Tra le polemiche anche quella - facile - del ricompenso di eventuali ospiti. Secondo le indiscrezioni, pare che ci saranno dei vip a dare una mano agli operatori delle ong, per aiutare i rifugiati. Tra i nomi usciti ci sono quelli di AlbanoMichele CucuzzaBarbara De Rossi e Emanuele Filiberto

 

Foto logo: Al Jazeera English/Flickr

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