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Pluriparentalidad: Cuba all’avanguardia per i diritti civili

Il nuovo Codice della Famiglia entrato in vigore a seguito del referendum del 25 settembre scorso, è stato definito tra i più avanzati e moderni perché legalizza il matrimonio ugualitario, l’adozione ad opera di persone dello stesso sesso e introduce il concetto di pluriparentalidad.

Dalla fine dello scorso settembre, a Cuba, è entrato in vigore il Código de las Familias, approvato a seguito del referendum tenutosi nell’isola pochi giorni prima.

Il Codice, ratificato ufficialmente dal presidente cubano Miguel Diaz-Canel e dal presidente dell’Asamblea Nacional del Poder Popular, Esteban Lazo Hernández, rende legale il matrimonio igualitario e l’adozione ad opera di persone dello stesso sesso, riconoscendo così la cosiddetta pluriparentalidad.

Definito all’unanimità come uno dei documenti più rivoluzionari e inclusivi dell’America latina, il Código de las Familias si distingue, in particolare, per due aspetti: in primo luogo, non si fanno distinzioni di genere e, in secondo luogo, le famiglie sono considerate come l’unione di persone che hanno un legame affettivo, sentimentale e psicologico. Inoltre, il Codice riconosce il valore economico del lavoro delle donne e dispone sanzioni per casi di violenza domestica. In un contesto come quello latinoamericano, caratterizzato dal machismo e dall’omofobia, il risultato favorevole all’approvazione del Código de las Familias rappresenta senza dubbio un risultato straordinario.

Su 8.447.467 elettori, 6.251.786 si sono recati alle urne e 3.936.790 hanno votato per il “Si”, pari al 66,87% dei voti validi, mentre i voti contrari sono stati 1.950.090, pari al 33,13%. Il voto del 25 settembre è stato quindi considerato come un atto di protezione verso tutte le forme di famiglia presenti a Cuba. Nell’isola il divorzio era stato istituito nel 1869 e, quanto al matrimonio igualitario, l’aspetto principale su cui si è sviluppata la campagna referendaria, oltre a Cuba, in America latina era già stato approvato in Argentina, Brasile, Colombia, Costarica, Ecuador, Messico, Uruguay e Cile.

Il Codice, che introduce il termine di “responsabilidad parental”, il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione per ragioni di identità e orientamento sessuale, rappresenta un aggiornamento di quello vigente dal 1975 e il suo scopo è quello di rendere reale la protezione della famiglia.

In particolare, sono quattro i tipi filiación: la procreazione naturale, l’atto giuridico dell’adozione, l’utilizzo di qualsiasi tecnica di riproduzione assistita e il riconoscimento della socioaffettività.

Più in generale, il Código de las Familias si configura come uno schiaffo ad una concezione e ad una pratica patriarcale e omofobica nell’organizzazione della famiglia e della società.

Il Codice ha dovuto combattere contro le perplessità della Conferencia de Obispos Católicos di Cuba che, pur riconoscendone alcuni aspetti positivi, ha fortemente criticato l’”ideologia di genere” e il matrimonio ugualitario, ma ad, esempio il Centro Óscar Arnulfo Romero (OAR), di ispirazione cristiana della società civile cubana, ha evidenziato che “dà voce a soggetti che sono stati silenziati per molto tempo e rappresenta un modo per ridisegnare la vita dei cubani nella ricerca del bene comune”.

Definito un diritto di famiglia tra i più avanzati e moderni, il Codice della Famiglia ha ridisegnato i rapporti tra i generi rappresentando un passo avanti molto significativo sul tema dei diritti civili.

I principi su cui si basa il Codice sono stati tradotti sul sito web della Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba: https://italiacuba.it/2022/09/26/legge-n-156-codice-delle-famiglie/

Questo articolo è stato pubblicato qui

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