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Piombino a Firenze, Firenze con Piombino: stamattina i comitati della costa davanti alla Regione

Il commissario governativo Giani elude le osservazioni dei cittadini. Idra contesta le procedure e avanza nuovi rilievi

Questa mattina, lunedì 19, a partire dalle 10, è annunciato un presidio in Piazza Duomo dei comitati di Piombino e della Rete No Rigassificatori No Gnl, “Non siamo soli”.

Idra esorta la cittadinanza dell’area fiorentina ad attestare con la presenza, o con messaggi di sostegno, la consapevolezza di quanto è grave – attraverso il progetto di rigassificatore-a-tutti-i-costi dentro il porto di Piombino - la minaccia alla qualità del nostro mare, alla sicurezza della popolazione, alla stessa tenuta democratica del nostro Paese. Il caso riassume infatti emblematicamente gli effetti economici, sociali, ambientali che l’attuale condizione di sospensione dei diritti determina nel mondo del lavoro e nei territori. Quella dell’emergenza (prima sanitaria, poi bellica, poi energetica) è diventata una vera e propria tecnica di governo che sottrae alla società civile ogni opportunità di conoscere, discutere, contribuire a decidere.

E’ del resto radicalmente inaccettabile installare un’enorme nave rigassificatrice, affiancata ogni cinque giorni da una nave metaniera carica di gas liquefatto a –162° che fa la spola da Mozambico, Angola, Congo o USA, dentro il porto di una città che serve il traffico turistico da e per l’Elba, l’arcipelago toscano, la Sardegna e la Corsica, a poche centinaia di metri dalle abitazioni, già segnata da decenni di degrado ambientale. Dopo l’esperienza del Moby Prince, della stazione di Viareggio, del Cargo Venezia e della Costa Concordia, è semplicemente folle anche solo immaginare sul litorale toscano una localizzazione così sciagurata per un nuovo impianto industriale che – oltre a confermare, ulteriormente peggiorandolo, il vituperato modello energetico fossile: transizione o tran$azione? – al minimo incidente produrrebbe un disastro ben più devastante. Non a caso, al largo di Livorno, un’analoga piattaforma è stata collocata lontana 22 km dal bagnasciuga.

E’ proprio in nome di un’emergenza energetica artificiale, figlia di un’altra emergenza (la guerra nell’Europa dell’est) costruita a tavolino dalla peggior classe politica nazionale in barba all’art.11 della Costituzione, che il presidente-commissario Eugenio Giani, mai comparso sui radar della cittadinanza, si permette il lusso di fare e disfare dichiarazioni contraddittorie a ruota libera dinanzi al Consiglio regionale della Toscana, al Consiglio comunale di Piombino o ai microfoni compiacenti di tanti cosiddetti ‘organi di informazione’.

Idra prosegue intanto nel proprio cammino di contestazione del progetto a livello istituzionale. Lo scorso 15 settembre è stato depositato presso la Struttura commissariale della Regione Toscana il secondo gruppo di osservazioni – di merito e di metodo - al progetto Snam riveduto e corretto dopo i rilievi formulati dagli enti istituzionali chiamati a esprimere un parere (solo) consultivo.

Primo destinatario delle critiche mosse dall’associazione, iscritta al registro regionale del volontariato della Toscana, il presidente-commissario Eugenio Giani. Idra fa notare che le uniche controdeduzioni pervenute provengono dalla Snam, mentre tace su tutta la linea il Commissario straordinario di Governo“Non appare ragionevole – scrive Idra - che il soggetto pubblico chiamato ad autorizzare l’opera affidata a un privato si sottragga alla fase della valutazione e dell’interlocuzione, laddove la cittadinanza invitata a ‘osservare’ chiede al soggetto pubblico conto della validità tecnica, della legittimità giuridica e dell’accettabilità sociale e ambientale del procedimento adottato ai fini dell’autorizzazione”.

Idra invita inoltre Eugenio Giani a considerare con la dovuta attenzione ciò che Costituzione prevede in materia di ripartizione dei poteri fra Stato e Regioni. In particolare evidenzia che, in relazione all’esenzione per le valutazioni ambientali accordata dal DL 50/2022, nella gerarchia delle fonti appare prevalente il dettato dell’Art. 117 della Carta Costituzionale, che recita: “Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa”. Fra queste materie ci sono per l’appunto la tutela della salute, la protezione civile, il governo del territorio, i porti, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e la promozione e organizzazione di attività culturali. Tutti temi che il progetto-rigassificatore attraversa in maniera non certo indolore. “Appare dunque legittimo - scrive Idra - e financo doveroso, dopo le dichiarazioni rilasciate in occasione della seduta di illustrazione del progetto presso il Consiglio Regionale il 29 giugno scorso (minuto 30:07: “Non esiste nessuna indicazione che mi limiti rispetto alle cose che devo decidere! Non c’è la VIA nella legge sui commissari? Io voglio la doppia VIA!”), che il responsabile del territorio sul quale si progetta l’opera, ovverosia il Presidente della Giunta Regionale, titolare in quanto Commissario della competenza esclusiva a rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’opera, promuova – come già suggerito nell’Osservazione depositata il 20 agosto scorso - un’azione normativa speciale di iniziativa della Regione per sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale il progetto”.

Quanto all’aspetto della salvaguardia della vita e della sicurezza, primo fattore di ansia nelle popolazioni che il commissario vorrebbe sottoporre al rischio di “incidenti rilevanti” in cambio di nuove promesse di vecchi crediti mai erogati, l’associazione sottolinea che “a dispetto della caratterizzazione di un progetto che comporta l’istallazione ex novo di un impianto e di un’attività produttiva a rischio di incidente rilevante, nonostante la peculiare vulnerabilità dell’area per effetto delle attività commerciali e produttive ivi insediate, e benché quote consistenti di popolazione residente anche all’esterno dell’area (turismo locale e turismo in transito per Sardegna, Corsica, Elba e altre isole dell’Arcipelago) siano coinvolte nel contesto di rischi connessi all’istallazione di progetto, non appare essere stato attivato il procedimento previsto dal Decreto Legislativo 26 giugno 2015, n. 105, Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose”.

Infine, nuove indicazioni sull’impatto ambientale - e di conseguenza economico e sociale nel contesto della Val di Cornia, di Follonica e dell’Elba - dell’insediamento previsto. Quanto agli impatti sull’ambiente marino, e sull’economia che ne dipende, delle lavorazioni necessarie alla rigassificazione del GNL secondo il progetto proposto, la scrivente Associazione segnala che il tema del raffreddamento delle acque all’interno di una baia chiusa non sembra essere stato adeguatamente affrontato. E’ necessario identificare infatti un modello di circolazione e diffusione dello scarico freddo di acqua che permetta di prevedere in quanto tempo e a che distanza vengono smaltiti i volumi d’acqua da immettere a temperatura inferiore a quella d’origine, perché possano essere calcolati gli impatti cumulativi dell’immissione di acqua via via più fredda nel piccolo bacino su cui si esercita l’azione industriale in programma.

Inoltre si segnala come nel ciclo aperto, rendendosi necessario l’utilizzo costante dell’ipoclorito di sodio ai fini del processo industriale, ancorché si possa provvedere ad abbattere in parte la concentrazione del cloro nelle acque restituite all’ambiente marino così da farle rientrare nei limiti di legge alla stregua di acque di acquedotto, il risultato del processo, per l’ambiente marino, è un’immissione continuata di acqua sterile, ossidata, morta.

La sinergia negativa che deriva dalla somma dei due interventi (raffreddamento e sterilizzazione delle acque) appare con ogni evidenza incompatibile con le esigenze di un ecosistema sano, capace di mantenere la qualità sia della sua flora e fauna selvatica, sia delle importanti produzioni legate alla pesca e all’itticoltura che del territorio costituiscono fonte primaria di reddito e di immagine.

Quand’anche poi si intendesse rinunciare, in nome di una scelta gravemente contestabile, all’adozione del procedimento ordinario di Valutazione di Impatto Ambientale, già solo il principio di precauzione dovrebbe ad avviso della scrivente Associazione guidare le scelte, evitando anche per questa strada la propagazione dell’onda di freddo e la sterilizzazione di un notevole quantitativo di acqua di mare”.

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