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Pensieri sul giornalismo incompetente

Ieri mattina ero a Roma. Immaginerete la svogliatezza di prendere un treno puzzolente affollato di persone puzzolenti alle otto del mattino che regala la consapevolezza che se certa gente emana immondizia già a quell’ora, figurarsi alla pausa pranzo cosa avranno sotto le ascelle.

Compro La Repubblica. Compro pochi quotidiani, mi ripeto sempre che un giorno comprerò il Corriere della Sera, o la Stampa o il Messaggero... Ma alla fine dico sempre "un biglietto per Roma e La Repubblica" e lì va a farsi benedire l’intento di abbeverarmi dell’informazione apparentemente imparziale.

Sarò di parte quindi, anzi lo sono e lo confermo. Però La Repubblica è un quotidiano pieno di contenuti, dalla cronaca alla cultura, dallo sport all’economia (lungi da me leggere la parte economica)... Gli altri mi sembrano vuoti, grigi, freddi. Oltretutto La Repubblica cerca sempre comunque di celare la sua faziosità dietro all’intellettualismo e alla capacità dei suoi articolisti.

Basta fare un confronto col Giornale del grandissimo Vittorio Feltri, uno che ne sa una più del diavolo in fatto di giornalismo fazioso.

Lì capisci la differenza tra l’intellettualismo sinistroide e il relativismo di destra, tra la competenza del giornalista rosso e la comicità dello scribacchino nero.

Leggo il Giornale ed è come se stessi leggendo un libro di Flavio Oreglio, o il copione di uno spettacolo di Brignano o addirittura se avessi tra le mani un giornalino porno gay... Il ribrezzo è esattamente lo stesso.

La base del giornalismo è l’esposizione dei fatti, delle cinque W (where, when, what, why, e who), l’oggettiva stesura di un testo che presenti un evento per come è successo, lasciando poi al lettore la possibilità di attuare un processo logico che lo porterà all’elaborazione di un suo pensiero al riguardo. Forse sto confidando troppo nella capacità cerebrale dell’italiano medio, capacità di molto ridotta dall’avvento di serie televisive quali Beautiful e Centovetrine o da reality come Grande Fratello o la Talpa, ma per me è così.

Comprendo anche che se fosse realmente così ci sarebbe in edicola un solo quotidiano che ti presenta il fatto così come sta e poi sei libero di pensare ciò che ti pare sono fattii tuoi, anzichè quella sfilza di periodici giornalieri dall’aspetto sempre credibile ma dai contenuti scabrosi.

Comprendo anche che è impossibile pretendere che un giornalista, per quanto si impegni a non far trasparire nelle sue parole una benchè minima faziosità, non finisca sempre col regalare al lettore attento (uno su 50) la sua personale visione tra le righe.

L’oggettività è impossibile. Controllare l’emotività del pennivendolo è utopistico, ma ci sono firme del Giornale che andrebbero radiate dall’albo dei giornalisti e da quello dei pubblicisti, così da contribuire alla creazione di un altro, grande albo: quello degli imbecilli.

La base del Giornale è la derisione. Si parte dal presupposto assodato che sei uno del gregge maggioritario sei uno serio, sei un duro, sei un "torero" come il tuo Premier. Se la pensi diversamente invece sei uno stupido, un ridicolo (come Fini del resto, no?), un impotente che se Tarantini ti porta le puttane neanche ti si addrizza (ecco allora perchè faceva molte più festicciole col Berlusca anzichè con quelli del PD).


Mi chiedo io che genere di informazione possa scaturire da un quotidiano di tale spessore.

Anzi no.

Ora che ci penso la colpa non è di Berlusconi o di Feltri, non è di Bossi o Calderoli e neanche di La Russa e Gasparri (due che verranno tesserati nel grande albo di cui sopra).

La colpa è della gente, del gregge, della stupidità dell’indigeno italiano che pensa di informarsi, crede che ciò che vede in televisione o legge sul giornale di partito sia cosa vera, buona e giusta. E si fa manipolare, si fa infinocchiare da belle parole, da immagini di cronaca struggente o dal gossip dei tronisti, delle letterine, delle letteronze, delle puttanelle e dei cocainomani impomatati.

Si parla dell’influenza A, di Noemi Letizia, di querele. Tutto mentre in parlamento viene approvato il lodo Bernardo (che ha definitivamente privato la figura del Pubblico Ministero del potere di dirigere un’indagine) e sta per passare il lodo Alfano con il quale il beneamato premier la scamperà sull’indagine di Mediatrade e sul caso Mills.

Lo sapevate? Beh se accendete la tv vedete Bossi che arranca a parlare ed è meglio così perchè se non ci fosse il suo organismo a limitarlo sarebbe una betoniera di stupidaggini, Boffo che deve smentire una intervista su Chi (altra carta straccia), Berlusconi che parla di tori e toreri e dice che nessuno lo lascia lavorare (perché se non perdesse tutto il tempo a difendersi dalle diffamazioni, forse avrebbe qualche prostituta in più da farsi mandare a Palazzo Chigi), Mike Bongiorno che poverino ci ha lasciati e ora verrà sfruttato per fare ancora più audience, Patrizia D’Addario che arriva a Venezia e i giornalisti sembra che abbiano visto il fantasma di Marilyn Monroe e Cassano che, porca miseria, neanche stavolta è stato convocato.

Ovvio che non si parli di Bernardo e Alfano... Mica giocano in serie A questi. Naturalmente la critica riguarda ogni giornale eccessivamente fazioso, ogni media in generale dove la notizia sia storpiata per convincere che sia qualcos’altro. Quindi secondo il mio punto di vista anche i quotidiani di estrema sinistra sono inutili... E a Roma c’è gente che fino a qualche anno fa distribuiva le copie di Lotta Comunista.

Siamo nel 2009, lo sanno?

Meno male che c’è il grande Vittorio.

Grazie Feltri perché se non ci fossi tu a fare casino probabilmente non sarebbe mai uscito così palesemente allo scoperto il piano per mandare a quel paese il "compagno Fini". Se tu avessi un filtro che ti elabora i pensieri e cestina le cose che vorresti dire ma è meglio se non le dici Berlusconi non si starebbe preoccupando per il suo lodo ad personam sull’immunità che rischia di veder vacillare la sua approvazione sotto la ribellione di An. Grazie perchè mi regali ogni giorno la consapevolezza che se voglio fare il giornalista, non ho bisogno di corsi e master per capire come fare... Basta aprire il Giornale e comprenderei immediatamente le cose da NON fare.

Grazie perchè sono sempre più convinto di voler essere come sono e non come sei tu.

Cioè io nei ranghi in cui tu vuoi far rientrare Fini, magari vengo solo a farci i bisognini.

Commenti all'articolo

  • Di gigidieffe (---.---.---.83) 12 settembre 2009 12:49

     Visto che si parla di Lotta Comunista al passato volevo farle leggere questo articolo a firma Nadia Campini del 22 agosto 2009. Lascio a lei e alla sua intelligenza trarre le conclusioni,


    Repubblica - 22 agosto 2009
    UL portoncino di legno chiaro in via De Cavero non ci sono targhette, ma al suono del campanello c’ è sempre qualcuno prontoa rispondere, perché la politica va avanti 24 ore su 24: qui, in un anonimo palazzo di Cornigliano pulsa il cuore genovese di Lotta Comunista, il movimento politico e sociale che da quarant’ anni milita nelle fabbriche e nelle università genovesi e che oggi ha raggiunto forse la sua massima visibilità in città. A Genova infatti, unico caso in Italia, ben due militanti del movimento occupano posizioni chiave: sono Antonio Benvenuti, il neo-console della Culmv succeduto a Paride Batini, e Franco Grondona, segretario generale della Fiom genovese. «Anche se qualcuno lo pensa non sono il capo di Lotta Comunista a Genova mette subito in chiaro Grondona noi non abbiamo un capo, non ci interessano le posizioni di potere, segretario della Fiom lo sono diventato per le mie posizioni sindacali, non perché aderisco a Lotta Comunista. Noi di Lotta Comunista non andiamo nemmeno a votare, io le leggi le rispetto e le seguo tutte, anche se qualcuna non la condivido, ma la rivoluzione non si fa attraverso i partiti». Nel silenzio Lotta Comunista è cresciuta, occupando in molte fabbriche almeno una parte dello spazio lasciato libero prima dal Pci, poi dai Dse ora dal Pd. Così oggi all’ Ilva nella rappresentanza sindacale unitaria la Fiom ha 13 delegati su 25 e di questi 6 sono di Lotta Comunista, all’ Ansaldo su 27 delegati 13 sono della Fiom e di questi 5 di Lotta Comunista, all’ Elsag su 12 delegati la Fiom ne ha 6 di cui 3 di Lotta Comunista, alla Controllii3 delegati sono tutti della Fiom e di questi 2 di Lotta Comunista, alla Fincantieri su6 delegati Fiom 3 sono di Lotta Comunista, ma molti ce ne sono anche nelle riparazioni navali, in porto e nei trasporti, in particolare all’ Amt, mentre nel pubblico impiego non ci sono più, ma solo perché nel 2007 c’ è stata la diaspora. All’ epoca la segreteria del sindacato aveva scelto di non candidare 19 delegati che volevano presentarsi alle elezioni della Rsu della Asl 3, e tra questi c’ era una figura storica del sindacato, Lino Iannuzzi, di Lotta Comunista. Ci furono assemblee furibonde alle Croce Verde di Sestri e alla fine l’ esodo dal sindacato di una bella fetta di iscritti, qualcuno parla addirittura di 700 tessere restituite, e di queste probabilmente quasi la metà sono di aderenti a Lotta Comunista. In città il movimento viene allo scoperto essenzialmente con il corteo del primo maggio, che negli ultimi anni ha portato in strada circa 2000 manifestanti, ma fa attività politica quotidiana anche con cinque circoli operai, Sestri, San Tedoro, Sampierdarena, Marassi e Borgoratti. A Sestri il circolo organizza una scuola di italiana per immigrati, all’ università invece a lettere Lotta comunista tiene un corso di marxismo, apertia tutti gli interessati. E la sede centrale di via De Cavero funziona 24 ore su 24, presidiata con turni di 8 ore, tutti dai volontari, l’ attività politica è autofinanziata, con la vendita del giornale porta a porta e le sottoscrizioni degli aderenti, che versano il 10% del proprio reddito. Con questi fondi è stata acquistata più di dieci anni fa la sede genovese di via De Cavero, un grande spazio in parte sotterraneo che negli anni Trenta ospitava il mercato di Cornigliano. Qui grazie al lavoro volontario dei militanti, sono stati ristrutturate stanzee stanzoni, e sotto terra funzionano oltre ai normali uffici anche una tipografia per i volantini ciclostilati, una sala convegni da 400 posti, una piccola cucina per le emergenze e una raccolta di periodici che farebbe invidiaa molte biblioteche, con le raccolte degli ultimi vent’ anni di settimanali come «Der Spiegel», «l’ Express», «L’ Observateur», «Le monde», «Espansione», «L’ Europeo», ma anche la «Rivista italiana della Difesa» e «Famiglia Cristiana». - (nadia campini)

  • Di Italien (---.---.---.83) 12 settembre 2009 12:54

    Un altro "grande" è Emilio Fede..

  • Di clintock (---.---.---.28) 13 settembre 2009 16:23

    Se girnalismo fazioso vuol dire fare delle affermazioni e portare delle prove che le sostengono (Vedere caso Boffo con fotocopia del documento di condanna) allora Feltri è molto fazioso.
    Se invece essere fazioso vuol dire tirare fuori foto di donne con le tette e di un primo ministro estero in una proprietà privata, in tenuta adamica e costruirci sopra di tutto, allora "Repubblica" è faziosa ....... a me i fatti sembrano abbastanza chiari, peccato che l’odio offuschi la vista

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.175) 14 settembre 2009 13:03
    Doriana Goracci

    Caro Pensante...non so il suo nome...scrive bene e ancora meglio di tanto Giornalismo Firmato. Mi permetto una critica o meglio che lei ci pensi un po’ a quanto le scrivo: "Però La Repubblica è un quotidiano pieno di contenuti, dalla cronaca alla cultura, dallo sport all’economia (lungi da me leggere la parte economica)... Gli altri mi sembrano vuoti, grigi, freddi".
    Come lei per diciamo sette anni, leggevo l’Espresso formato lenzuolo, la cultura..., il manifesto che costava 50 lire e ne avevo 350 per tutto il giorno da studentessa lavoro nero,Lotta continua la comprava una mia sorellina talvolta, poi c’era papà con Paese Sera e mamma con Anna che inviava ad una sua amica dopo averla letta, emigrata con marito e figli in quel del Belgio. ..poi entrai alla Comit per "guadagnare" regolare ed ebbi la sventura di farlo per 31anni in Borsa e fu così che facevo andata e ritorno da casa con il sole 24 Ore, giornale economico e finanziario... che passava la Casa: numeri cifre, vuote grige fredde? Dal ’73 al 2004 ho seguito le vicende economiche dell’Italia e le sventure-avventure degli Italiani nella fabbrica dei sogni, grazie anche a quel giornale che riportava certi numeri delle obbligazioni di Stato, quelli che Repubblica non porta più da anni ma Fondi e affonda poi a destra e sinistra, gran giornale...
    Questa mia per dirle che è piacevolissimo leggere un buon pezzo ma non diamoci la zappa sui piedi da soli, parlando di politica che è pura economia e finanza, globale per giunta, a partire dal pizzicagnolo sotto casa o dal prezzemolo incellofanato del superMercato dove prima o poi finiamo tutti, anche in discount. Scordando la terra, ci hanno messo lì, buttate come meravigliose cicale a cantare , molto meglio ne convengo, di certi cantori dei MediaMercato...leggo anche certi inserti, mi creda sono un’ ottima digestione di certe altre notizie, aiutano la ruminazione.

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