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Padova e Verbania eletti consiglieri comunali rumeni

Anche a Verbania, capoluogo di provincia piemontese in riva al Lago Maggiore, un romeno è stato eletto come consigliere comunale di maggioranza

 

Lo scorso sei e sette giugno in Italia, terra in cui ultimamente, soprattutto nella cosiddetta Padania, si sta facendo strada anche a livello politico uno spietato e pericoloso sentimento razzista contro gli immigrati ed i loro figli, in alcune città capoluogo di provincia è iniziato timidamente a cadere il muro della discriminazione, per ciò che concerne l’elettorato passivo, anti-stranieri. Merito soprattutto di due romeni, un uomo ed una donna, che per i prossimi cinque anni siederanno nei consigli comunali di Padova, la seconda città del Veneto ed una delle più antiche capitali culturali d’


Italia, e Verbania, il capoluogo piemontese che sorge sulle rive del Lago Maggiore. E’ vero che sin dal varo del Decreto-Legislativo con cui il primo governo Prodi, nel 1996, aprì ai cittadini dell’Unione europea le porte dell’elettorato passivo ed attivo in Italia in occasione delle elezioni amministrative comunali già erano stati eletti in qualità di consiglieri qua e là nella penisola cittadini francesi, olandesi o tedeschi ma ora, per la prima volta, dei rappresentanti del popolo avranno al cittadinanza delle nazioni della cosiddetta “Nuova Europa dell’est”, persone sinora, ed in massima percentuale proprio se romeni, disprezzate dagli autoctoni. La nuova consigliera comunale romena di Padova, eletta al seguito del riconfermato sindaco Flavio Zanonato, si chiama Nona Evghenie. Presentatasi nella lista del Partito Democratico ha ottenuto ben trecentoventi voti. Giovane di trent’anni proviene da Targu Neamt, piccola cittadina dei Carpazi laddove la Transilvania cede il posto all’altra regione storica romena della Moldavia. Abituata sin da piccola a vivere in un ambiente che, nonostante le rigidità della Romania del primo post- comunismo, rimase cosmopolito grazie alla convivenza tra romeni, moldavi, ebrei e polacchi, la Nona giunse a Padova qualche anno fa e subito si innamorò della città.

Regolarizzatasi in poco tempo, ha continuato a vivere e lavorare nella città antoniana dove ha trovato anche marito. Ora con l’elezione in Consiglio Comunale ha raggiunto la piena integrazione. Evghenia è raggiante per il risultato ottenuto e già ha dichiarato che si adopererà per una Padova più sicura da un lato ma anche più tollerante dall’altro. “Chi viene in Italia per crearsi una prospettiva di vita deve rispettare le leggi del paese ospitante ma deve anche essere aiutato ad integrarsi nella società in cui vorrebbe far crescere i propri figli. Tolleranza zero, dunque, per i criminali stranieri ma accanto a ciò devono essere garantite misure sociali tendenti ad assimilare nella realtà italiana quegli stranieri che qui onestamente vivono. Io mi batterò perché ad essi sia riconosciuto il diritto di piena cittadinanza. Certamente noi romeni, nonostante gli attacchi marcatamente xenofobi di certa stampa italiana, grazie all’ingresso della nostra Nazione nell’Unione europea siamo più tutelati rispetto ad altri ma io oggi vorrei che certe garanzie sino estese anche ai cosiddetti extra- comunitari come Moldavi, Ucraini, Albanesi, Africani o Cinesi. Li invito ad aprirsi perché da oggi a Padova in Comune troveranno qualcuno disponibile ad ascoltarli con sensibilità”, afferma la neo-consigliera comunale. Le stesse cose vengono dette, quattrocento chilometri a Nord-ovest, da Adrian Chifu, neo-consigliere di maggioranza, in quota al centro-destra, della città di Verbania una volta "feudo rosso”. Nato pure lui nella provincia di Neamt, est della Romania, da umile muratore immigrato è riuscito a costruirsi in riva al Lago Maggiore una piccola fortuna divenendo imprenditore. Sembra dunque che grazie all’ingresso di questi cittadini romeni, da anni immigrati in Italia, nei consigli comunali di alcune nostre città possa dispiegarsi a breve una concreta nuova attenzione verso i problemi degli immigrati, visti non più solo con gli occhi degli italiani ma anche di chi sino a ieri era spietatamente bollato, pure lui, come extra-comunitario.

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