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 Home page > Tribuna Libera > Oberdan(k) il precursore dell’italianizzazione fascista dei cognomi

Oberdan(k) il precursore dell’italianizzazione fascista dei cognomi

Odiava a tal punto l'Impero Austroungarico, da cui disertò per passare sotto l'Italia, che italianizzò il proprio cognome da Oberdank ad Oberdan. Ma non ci fu mai alcun atto ufficiale che riconobbe tale cambio di cognome.

 Fu solo frutto di una sua esaltazione irredentista, estremista, quella che lo porterà alla pena capitale, dopo l'arresto avvenuto a Ronchi, che costò il ferimento anche di un gendarme austriaco, perché Oberdank voleva uccidere l'Imperatore Francesco Giuseppe. Con quel gesto simbolico dell'eliminazione della K altro non fece che porre culturalmente le basi per quell'estremismo ideologico che qualche decennio dopo verrà fatto proprio specialmente nella Venezia Giulia dal fascismo con il noto processo dell'italianizzazione dei cognomi. Tra i 50 mila e 100 mila cognomi italianizzati, con l'invenzione della restituzione alla forma originaria, che non esisteva. Ma nella cultura fascista altro non significava che disconoscere le radici slave e germaniche di queste terre. L'affermazione della superiorità latina, tanto decantata da D'Annunzio prima, Mussolini, poi. Oberdan fu l'antesignano di quel modo di pensare, l'estremo opposto del multiculturalismo e pluralismo che connotava queste terre sotto l'Impero Austroungarico. Di cui anche la sua famiglia ne era espressione. La madre una goriziana slovena e fu lei a dare il proprio cognome al figlio. Oberdan troncando la K ha disconosciuto la sua identità, le sue radici slave. Italianizzò anche il proprio nome. Si chiamava Wilhelm. Diventerà Guglielmo. Ma ci vollero diversi anni per veder diffuso il nome Oberdan anziché Oberdank, le basi si porranno con i circoli che si diffonderanno a macchia di leopardo lungo tutto lo stivale a partire dal 1888. Ma sarà soprattutto dopo la prima guerra mondiale e la disfatta dell'Impero Austroungarico che si consoliderà Oberdan anziché Oberdank. Una pagina di storia di queste terre che non meriterebbe di essere celebrata, esaltata come continua ad accadere incredibilmente ancora oggi, in un Paese fondatore dell'Europa unita i cui valori si pongono in assoluta antitesi con il nazionalismo estremista incarnato dal “biondo triestino”. Ma come ben sappiamo, c'è chi preferisce andare avanti con il passo del gambero.

mb

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