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OGM in Italia

OGM in Italia

"Il ministero delle Politiche agricole dovrà autorizzare entro 90 giorni l’avvio delle coltivazioni Ogm anche in assenza di norme specifiche da parte delle Regioni". Questa la sentenza del Consiglio di Stato numero 183 del 19 gennaio 2010, sembra una sorta di vittoria per i sostenitori degli OGM.
 
Infatti le reazioni non si sono fatte attendere...
 
"La sentenza è inequivocabile, seminare Ogm è un diritto degli agricoltori e le linee guida sulla coesistenza non sono e non potranno essere un ostacolo all’innovazione". Dichiarazioni di Duilio Campagnolo, Presidente di Futuragra, un’associazione di 500 proprietari terrieri pro Ogm.
 
"Si mette fine al paradosso italiano che prevede l’import e l’uso derivati di mais e soia transgenici e il divieto imposto ai produttori di accedere a tali innovazioni con un ostracismo ideologico che richiama quel no al nucleare che tanto è costato negli ultimi anni al sistema Paese", ha dichiarato il Presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni.

Di tutt’altro parere è il ministro delle politiche agricole Zaia. "Continueremo a difendere cittadini e agricoltori. La sentenza segue il dettato delle leggi e dei codici, ma contravviene in modo palese alla volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e delle regioni italiane che non vogliono Ogm nei loro campi". Oltre a Zaia, altre dichiarazioni fanno presagire una dura lotta su questo importante tema.

Il Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, annuncia che ricorrerà a un referendum "per difendere il sacrosanto diritto dei cittadini e degli agricoltori di mantenere i propri territori liberi dagli organismi geneticamente modificati".

"Appare frettolosa e soprattutto in controtendenza con quanto espresso dagli stessi cittadini italiani, che in più di un’occasione si sono dichiarati contrari al cibo-biotech. Su un argomento del genere ci vuole riflessione e confronto fra tutte le parti interessate, a cominciare dai produttori agricoli". Altro commento decisamente contro gli OGM del Presidente della Cia, Giuseppe Politi, e contro la decisione del Consiglio di Stato.

Una cosa appare sicura, i prodotti OGM potrebbero rendere economicamente molto, soprattutto per le aziende produttrici e per quei coltivatori che hanno abbastanza soldi per potersi permettere l’acquisto delle sementi rispettando i termini del contratto proposto dalle aziende produttrici. Infatti i semi sono brevettati e quindi bisognerà rispettare il contratto di utilizzo alla lettera, pena sanzioni di vario genere.

E’ per il consumatore, questa sarebbe una buona notizia?
 
Molti pensano di no.
 
Molti punti poco pubblicizzati ci dovrebbero fare riflettere...


- "Il fatto di poter brevettare il gene, la pianta modificata con l’inserimento del gene e la discendenza di quella pianta, permette alle grandi aziende produttrici di sementi di chiedere per contratto agli agricoltori che utilizzano i loro semi di non usare parte del raccolto per la semina dell’anno successivo".

Direi che queste poche parole tratte dal sito AmbienteDiritto.it pongono l’accento su un problema molto reale, il possibile monopolio del cibo con conseguente monopolio dei prezzi. Avete provato a spegnere la TV ed a guardarvi intorno per vedere come gira il mondo? Secondo voi le grandi multinazionali che hanno i brevetti per i semi OGM sono organizzazioni no profit nate per servirvi e riverirvi?
 
Difficile, vero?
 
In un mondo governato dal denaro, i cambiamenti di questo genere ben difficilmente sono a vantaggio nostro.

Altri problemi posti da tutte le associazioni contro gli OGM sono:


- "La riduzione della biodiversità è un altro effetto dell’introduzione di OGM nell’ambiente: nuove specie con diverse caratteristiche potrebbero competere più vantaggiosamente con quelle che si sono selezionate naturalmente facendole scomparire per sempre ed innescando processi di cui non è facile prevedere lo sviluppo sia in termini ambientali che economici e sociali".

Ovvero la possibilità di contaminazione fra specie.
 
In questo caso, se questa possibilità si verificasse, i danni, probabilmente, si noteranno quando sarà troppo tardi.


- "Le possibilità di allergie. Esemplare è stato il caso della soia in cui sono stati inseriti i geni della noce brasiliana per renderla più ricca di metionina, un aminoacido che il nostro organismo non sa produrre. La soia così creata si è rivelata fortemente allergenica per gli allergici alla noce e solo in extremis si è evitato che venisse commercializzata. Questo esempio fa anche capire l’importanza dell’etichettatura dei prodotti transgenici per informare le persone allergiche sulla insospettabile presenza in cibi o materiali (ad es. la soia) di sostanze alle quali gli interessati potrebbero essere allergici (la noce brasiliana)".

Nessuno è infallibile, soprattutto la nostra scienza, quindi questa è una possibilità concreta.

Cosa possiamo dire?

E’ proprio necessario delegare il nostro futuro alimentare a poche aziende?
 
Su questo e su altri punti discusse la Commissione federale Svizzera d’etica per la biotecnologia nel settore non umano quasi 6 anni fa.
 
"Non è chiaro se l’ingegneria genetica sia utile per il Terzo Mondo o no. Per alcuni permette di lottare contro la fame, ma restano gli effetti dannosi, come i monopoli e le monoculture".
 
Una delle osservazioni della CENU Svizzera è stata questa.
 
Nell’articolo completo vi sono altre interessanti osservazioni, al lettore il piacere di approfondire.
 
Forse non tutte le paure sono ingiustificate.
 
Per chi volesse lasciare il suo parere sulle culture OGM, sul Corriere della sera sono aperti i sondaggi.

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