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Nuove energie Naturali e ricerca scientifica europea

Gli ultimi avvenimenti mondiali fanno emergere la necessità di un’Istituzione Europea interdisciplinare e multidisciplinare finalizzata a sfruttare il calore geotermico terrestre in profondità e a utilizzare l’energia solare con la fotosintesi artificiale (che imita la fotosintesi clorofilliana delle piante).

La dipendenza dal petrolio da paesi stranieri da parte dell’Unione Europea, impone un grande impegno da parte dei cittadini e degli uomini di cultura scientifica e ed umanistica, per fare pressione sui politici, per creare un’Istituzione Europea che si dovrà occupare dello sviluppo di progetti di crescita sociali e tecnico-industriali con spirito interculturale.

La punta di diamante di questa Organizzazione dovrebbe essere la creazione di un Centro Internazionale di Ricerche per lo Sviluppo Energetico a carattere interdisciplinare e multidisciplinare. Occorre cioè riunire i più grandi Biologi, Fisici, Chimici, ecc., di livello internazionale in maniera da trovare nuove forme di produzione di energia. In particolar modo si tratterebbe anche di finanziare massicciamente gli attuali progetti di ricerca che sembrano dare risultati molto interessanti: la Fotosintesi Artificiale (le prime ricerche pilota tra l’altro sono italiane)e l’Energia Geotermica di profondità legata al calore del nocciolo liquido della terra.

Il progetto non è poi così difficoltoso, se si pensa quanto già avvenuto nei Stati Uniti negli anni 40 per le ricerche atomiche. Le necessità della guerra avevano spinto enormi masse di denaro nelle mani dei migliori scienziati dell’epoca e avevano permesso ad una sola nazione di fare scoperte sensazionali. L’energia atomica però, è stata utilizzata prima a scopo militare (portando alla guerra fredda e all’eliminazione dei grandi conflitti)e poi si è appurato che anche per l’uso civile presentava molte controindicazioni: i vari problemi di sicurezza interna (fattore umano e malfunzionamenti tecnici) ed esterna (sabotaggi e attentati), e la gestione delle scorie radioattive (che necessita di grandi spazi disabitati).

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