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Musica Rock e Cinema: un po’ di storia

Su una straordinaria metà degli anni Cinquanta e sull'euforia generale e generazionale scatenata dal film di Richard Brooks The Blackboard Jungle (Il seme della violenza, in Italia) Frank Zappa ha detto [il brano è citato in: E.Venditti, Storia del Rock, Roma 1997, pp.33-34] :

Ricordo quando andai a vedere Blackboard jungle. Quando il titolo sfolgorò là sullo schermo, Bill Haley e i suoi Comets attaccarono One, two,three o'clock, four o'clock rock..., era il suono rock più forte che i ragazzi avessero mai sentito a quei tempi..., i giovani si erano sempre ammucchiati intorno a vecchie radioline e giradischi a poco prezzo per ascoltare la 'musica oscena' del loro stile di vita ('vattene nella tua stanza se suoi sentire quella porcheria... e tieni basso il volume!'). Ma al cinema, davanti a Blackboard jungle, non potevano dirti di tener basso il volume. Non importava se Bill Haley era bianco o sincero... suonava l'inno nazionale dei teen-ager ed era così forte che io saltavo sù e giù. Blackboard jungle, anche non considerando lo sviluppo della trama (che alla fine vedeva vittoriosi gli adulti), rappresentò una strana specie di 'avallo' della causa giovanile: 'Hanno fatto un film su di noi, dunque esistiamo...'

A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta si creano legami strategici tra l’industria del cinema e quella della musica pop rock. La popolarità del brano Rock around the clock, per esempio, fu sfruttata cinematograficamente nel film del 1956 che porta lo stesso titolo della canzone e che fu interpretato dallo stesso cantante Bill Haley. In quegli anni e per tutto il decennio successivo cominciano ad emergere molti personaggi del mondo della musica che dimostreranno di avere chiarezza di idee e una certa predisposizione, a diversi livelli e ruoli, a cogliere le potenzialità offerte dal mondo della celluloide (Elvis Presley, gli Stones, Dylan, i Beatles, gli Who).

In tempi più vicini a noi, altri importanti esponenti della musica pop come David Bowie, Kris Kristofferson, Sting, Glen Frey ed altri appariranno come attori anche in film che con il loro ambiente di provenienza (il mondo della musica rock, appunto) niente hanno a che fare. Alcuni di loro diventeranno addirittura attori professionisti operando di fatto, parallelamente, anche scelte di campo artistiche diverse rispetto a quelle da loro inizialmente compiute per emergere e diventare famosi nel mondo del pop (è, questo, il caso di Kris Kristofferson e di David Bowie).

Per altro verso celebri e apprezzatissimi cineasti (si pensi a George LucasAmerican Graffitti, Michelangelo AntonioniZabriskie Point, Sam PeckinpahPat Garrett e Billy the Kid, Brian De PalmaIl fantasma del palcoscenico, Ken RusselTommy, Jean Luc GoddardOne plus one, Milos FormanHair, Oliver StoneThe Doors, Jonathan DemmeHeart of Gold e, dulcis in fundo, Martin Scorsese, regista e uomo di cinema a tutto tondo con all’attivo vari documentari su personaggi del rock e The Last Waltz, No Direction Home, Shine a Light, The blues), si avvicinano alla musica rock e ai suoi protagonisti contribuendo in modo davvero notevole ad estenderne e consolidarne il mito.

Il cinema valse, in un certo senso, a confermare e al tempo stesso a mettere ancora più in risalto ciò che di alcuni protagonisti della musica giovanile (uno su tutti: Elvis Presley) la stessa musica incisa sui dischi in vinile trasmetteva in quegli anni al pubblico di giovani fin negli angoli più remoti del pianeta, mentre, per altro verso forniva ulteriori contenuti che un semplice ascolto discografico non sarebbe riuscito a trasmettere. Il cinema soddisfaceva anche l’urgenza manifestata da molti artisti di esprimersi a livelli molteplici facendo ricorso a tipologie espressive (musica, pittura, poesia, letteratura e, appunto, cinema) anche molto diverse tra loro. E’, questo, il caso di lavori come i già citati One plus one di Jean Luc Goddard, con gli Stones, o di 200 Motels, film con e di Frank Zappa o di Tommy, uno dei primi esperimenti di rock opera diretto da Ken Russel, film che annovera nel cast, tanto per citarne alcuni, personaggi del mondo del rock come Roger Daltrey, Keith Moon, Eric Clapton, Elton John, Tina Turner oppure di alcuni film che vedono i Beatles come protagonisti.

Diretto da Norman Jewison e girato interamente in Palestina, Jesus Christ Superstar (Usa 1973) deve essere compreso tra i film (non solo musicali) più visti di tutti i tempi e incarna molto bene, con la rappresentazione di un Cristo poco trascendente e molto umano, lo spirito hippie ancora in voga nei primi anni settanta. Le musiche della colonna sonora del film, musical rock per antonomasia, sono composte dal musicista inglese Andrew Lloyd Webber (autore delle musiche di altri famosi musical come Evita, Il fantasma dell’opera e Cats), mentre il soggetto ed i testi sono opera di Tim Rice. Jesus Christ Superstar presenta la particolarità di essere interamente cantato; non sono infatti previste, all’interno del film, parti semplicemente dialogate.

Nel tentativo di fornire una definizione soddisfacente del genere cinematografico legato alla musica pop Franco Montini osserva che

Il fatto è che il rock, proprio perché esperienza musicale assai rilevante, interessa sempre più i registi e i film corredati da musica di questo tipo si moltiplicano. In particolare il rock, espressione musicale tipicamente giovanile, è presente nei film con protagonisti giovani o diretti da giovani. Il nuovo cinema americano, nato a cavallo tra il 1968 e il 1970, in cui il protagonista era il giovane ribelle e capellone, anarchico e pacifista, è ricchissimo di colonne sonore rock. Perfino Antonioni, per Zabriskie Point, utilizzò le musiche dei Pink Floyd [ F.Montini, Pop e Cinema, in: AA.VV., L’arcipelago pop, Roma 1977, pp.88-106, spec. p.89]

Ancora, all’interrogativo su quali e quanti siano i film sul rock Montini risponde che

Innanzitutto esistono molti film corredati di musica rock, ma che non per questo si possono considerare film sul rock. In queste pellicole, infatti, la musica ha soltanto la funzione di colonna sonora: serve di supporto all’immagine per creare certe atmosfere, per sottolineare pericolosi stati d’animo, ne più ne meno che tutta la musica utilizzata dal cinema sia essa classica, sinfonica, leggera, ecc. [ibidem]

Le osservazioni di Montini possono essere esemplificate richiamando alcuni emblematici casi di motivi rock utilizzati con successo quale accompagnamento sonoro di sequenze cinematografiche che non attengono a temi specificatamente musicali. Ricordo il brano The End, dei Doors, utilizzato da Francis Ford Coppola (cineasta ‘rock’ come pochi altri) come tema musicale di alcune tragiche sequenze del film Apocalypse Now (Usa 1979) e la canzone White rabbit, dei Jefferson Airplane, cult song della San Francisco lisergica di fine anni Sessanta, inserita da Oliver Stone nella colonna sonora di Platoon (Usa 1986). Ricordo anche le due canzoni degli Steppenwolf Born to be wild e The Pusher, che videro incrementare notevolmente la loro popolarità dacchè entrarono a far parte della colonna sonora di Easy Rider (Regia di Dennis Hopper, USA 1969), film che traccia una apologia del movimento flower power e che costituisce un baluardo per la cultura hippy, in quel periodo molto diffusa e praticata.

I film Buena Vista Social Club e The harder they come costituiscono esperienze seminali che hanno avuto il merito di far conoscere in tutto il mondo generi musicali di derivazione etnica quali la musica afrocubana e il reggae. In uno dei quartieri della capitale cubana, il quartiere di Buena Vista, esisteva un tempo un locale attivo fin dagli anni trenta e riservato esclusivamente ai neri, che aveva per nome Buena Vista Social Club. Il locale conosce una seconda giovinezza quando, circa alla metà degli anni Novanta, viene costituita l’orchestra composta da stelle del firmamento musicale cubano, la Afro Cuban All Starsensemble di valenti musicisti che suscita l’interesse di Ry Cooder e sperimenta, sempre con il chitarrista americano, anche una collaborazione discografica. Al ritorno di Cooder da Cuba, dopo la registrazione di un disco di musica afro-cubana, nasce il progetto del famoso film-documentario che sarà diretto da Wim Wenders (anch’egli da annoverare tra i registi che maggiormente hanno intrecciato arte cinematografica e rock) dal titolo, appunto, di Buena Vista Social Club, presentato per la prima volta al Festival internazionale del film di Berlino nel 1999. Il film, che in tutto il mondo ha conseguito grandi successi e incassi, pare, per oltre 23 milioni di dollari, proietta sulla ribalta musicale internazionale musicisti come Compay Segundo, Ibrahim Ferrer, Omoro Portuondo, Eliades Ochoa, Ruben Gonzalez.

The Harder they come uscì nel 1972 (la regia è di Perry Henzell) e figura tra i molti film di ambientazione giamaicana che la storia del cinema ha conosciuto. Girato per le strade di Kingston, film politico-sociale assolutamente rappresentativo della realtà storica della Giamaica di quegli anni, narra le vicende di Ivan (Jimmy Cliff) che si svolgono trucemente (durante le riprese del film persero la vita, assassinati, due degli attori del cast) all’interno del ghetto della capitale giamaicana tra criminalità, droga, religione islamica, cultura rastafari e rivoluzione.

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