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Migranti nel Mediterraneo, salvataggi e respingimenti

La pagina Facebook di Sea Watch riporta notizie drammatiche. Niente di nuovo, purtroppo

(Foto di Adrian Pourviseh, https://www.facebook.com/seawatchprojekt)

Ieri a 5 miglia nautiche dalla Sea-Watch 3 si è verificato un nuovo caso d’emergenza nella zona SAR Maltese. Frontex, che era sul posto da diverse ore con uno dei suoi droni, ha informato direttamente la Guardia Costiera libica, invece di contattare la nostra nave che era più vicina e ben equipaggiata per prestare soccorso.

L’equipaggio del nostro aereo ha tracciato Frontex, segnalandone la posizione alla Sea-Watch 3. Quando però siamo giunti sul posto abbiamo trovato una barca vuota. A bordo del barchino abbandonato abbiamo trovato gli effetti personali delle persone che erano lì fino a poche ore prima. Uomini, donne e bambini ingiustamente respinti in Libia.

Riportare le persone in fuga in Libia non è legale, perché come sappiamo lì subiscono spesso violenze, torture e lavoro forzato. Questo episodio però è più grave dei precedenti, perché l’intercettazione da parte della cosiddetta Guardia Costiera libica è avvenuta in una zona SAR europea.

Malta e Frontex dovevano assicurarsi che le persone venissero soccorse e portate in un luogo sicuro come l’Europa, e non in Libia dove le violazioni dei diritti umani sono numerose e ben documentate.

Il diritto internazionale è stato ancora una volta violato per sigillare ancora di più la “fortezza Europa”.

In precedenza la nave Sea-Watch 3 aveva effettuato due salvataggi, come raccontato sempre su Facebook: “Il primo, a notte inoltrata, ha visto la nostra nave in soccorso di un’imbarcazione in pericolo in acque SAR maltesi, durante un tentativo di respingimento illegale da parte della cosiddetta Guardia Costiera libica. Molte persone erano in acqua e sono state portate in salvo a bordo. 33 persone sono state messe in sicurezza sulla Sea-Watch 3; tra loro tre bambini piccoli e molti minori non accompagnati. La motovedetta Classe Bigliani 656, donata dall’Italia alla cosiddetta Guardia Costiera libica, si è allontanata con a bordo diverse persone catturate.

Il secondo salvataggio è avvenuto di mattina: più di 60 persone sono state trasferite a bordo da una barca di legno; tra loro molti bambini. Alcune di esse hanno gravi ustioni e stanno ricevendo le prime cure dal nostro staff medico. Adesso a bordo di Sea-Watch 3 ci sono circa 100 persone salvate.”

Almeno per alcuni dei naufraghi salvati la situazione si è evoluta in senso positivo. Sei persone e le loro famiglie sono state finalmente evacuate medicalmente dalla Sea-Watch 3. Tra di loro tre bambini, accompagnati dalle famiglie e un minore non accompagnato. Il nostro capitano, Klaus, aveva chiesto aiuto a Malta e all’Italia ore fa, ma le rispettive autorità hanno ritardato il soccorso a spese di coloro che stavano soffrendo. Alla fine, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma ci ha informato dell’invio di un assetto per l’evacuazione”.

Tutti gli altri migranti sono ancora a bordo della Sea-Watch 3. E’ stato chiesto di indicare un porto sicuro e in attesa dell’assegnazione la nave rimane in area Sar per soccorrere eventuali altre imbarcazioni in difficoltà.

Nella serata del 31 luglio arrivano via Twitter altre drammatiche notizie: Alarm Phone ha lanciato l’allarme per 350 persone a rischio di annegare in una barca alla deriva che imbarcava acqua. Nonostante le richieste d’aiuto, la nave Maridive 206 che si trovava nelle vicinanze non è intervenuta.

Quando la Sea-Watch 3 è arrivata sulla scena, ha trovato una grande barca di legno a più ponti alla deriva. Centinaia di persone a bordo; alcune sarebbero già morte” riferisce su Twitter la Ong tedesca.

Gli ultimi aggiornamenti, arrivati sempre via Twitter, sono incoraggianti: “Durante un’operazione di salvataggio di 5 ore, con l’aiuto di RESQSHIP e di SOS Mediterranee circa 400 persone sono state salvate e stanno ricevendo le prime cure su Sea Watch 3 e Ocean Wiking”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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