Siamo in un momento temporale nel quale i fenomeni naturali sembrano coalizzarsi contro l'uomo per rendergli l'ambiente più ostile del solito.
Capisco che è brutto da pensare, da dire e da comunicare, ma questa è la realtà che è facile osservare nel nostro quotidiano.
I terremoti e i maremoti ci sono sempre stati e sempre ci saranno, sono un' espressione di un nucleo terrestre attivo che spinge tra loro le grandi placche continentali galleggianti sul magma modellando continuamente la crosta terrestre. Certo, ma ultimamente la frequenza e la violenza sono cresciute. I fenomeni atmosferici eccessivi come grandi inondazioni, nevicate eccezionali per durata e quantità, grandine con chicchi delle dimensioni di uova, venti a oltre 200 km/h, stagioni astronomiche alterate profondamente nel loro sviluppo meteorologico, tutto questo statisticamente può avvenire. Ma anche qui stiamo parlando di un susseguirsi di eventi eccezionali che nella frequenza assumono sempre più le caratteristiche di una nuova terrificante "norma" dove potrà nel futuro collocarsi la possibilità di eventi ulteriormente fuori norma.
Ciliegina sulla torta: il buco dell'ozono che sembrava tornare lentamente sotto controllo, invece, nell'arco di pochi mesi si è ulteriormente e profondamente allargato.
Il satellite dell’ESA Envisat ha misurato in marzo dei livelli minimi record di ozono sul settore euro-atlantico dell’emisfero settentrionale. Conosciamo anche la causa di questo insolito aggravamento della situazione: una condizione climatica eccessiva verificatasi sul Polo Nord durante il periodo invernale. Infatti dice l'ESA che il record minimo nelle dimensioni dello spessore dello strato di ozono è stato causato da venti insolitamente forti, noti come vortice polare, che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, impedendole di mischiarsi con l’aria alle medie latitudini e generando, così, temperature molto basse.
Durante il mese di marzo questa massa d’aria fredda, colpita dalla luce del sole, ha rilasciato, soprattutto nella parte più bassa della stratosfera a circa 20 km dalla superficie, atomi di cloro e bromo, prodotti dei clorofluorocarburi, che distruggono l’ozono. Lo strato atmosferico di ozono si trova a circa 25 km di altitudine e agisce da filtro solare, proteggendo gli organismi viventi sulla Terra dai nocivi raggi ultravioletti, che possono essere dannosi per la vita marina e aumentare il rischio di cancro della pelle. Chimicamente questo tipo di composti appartengono alla famiglia degli alogenuri alchilici e sono noti anche con la sigla CFC, acronimo di clorofluorocarburi. Sono stati sintetizzati a partire dal 1931 e proibiti dal 1990 se non negli usi per i quali non hanno sostituti.I freon hanno trovato largo impiego nell'industria del freddo, come fluidi per cicli frigoriferi. I CFC, per via della loro inerzia chimica, sono stati inoltre impiegati come gas di propulsione per aerosol, come solventi, come fluidi per ricerca di fughe. Sono ormai stati abbandonati perché dichiarati responsabili del "buco nell'ozono", ovvero della degradazione dello strato di ozono nell'alta atmosfera alle alte latitudini.
E allora da dove venivano questi CFC? Ne bastano ora quantità così ridotte rispetto al periodo anteriore al 1990 per provocare una simile distruzione di ozono? Oppure le cause possono essere anche diverse? Di sicuro l'anomalo inverno polare è da attribuire senz'altro al cambiamento climatico in atto dovuto all'innalzamento della temperatura media dell'atmosfera.
Anche l'anomalia termica primaverile (oltre 30° di temperatura nella prima settimana di Aprile!) verificata principalmente nel nord Italia, come la furibonda tempesta di sabbia che ha colpito in questi giorni in Germania un tratto dell'autostrada A19 provocando il più grave incidente degli ultimi 20 anni in questa nazione, hanno secondo i meteorologhi la loro giustificazione . Il grande nucleo di alta pressione, che staziona sul deserto del Sahara, si è spostato più a nord invadendo la zona mediterranea e parte di quella europea e scacciando il "nostro" anticiclone delle Azzorre. Registriamo con soddisfazione la puntuale giustificazione scientifica che, se non altro, allontana le solite "leggende metropolitane" che fioriscono sempre a margine dei fenomeni strani. Ho sentito parlare addirittura di "anomalie termiche conseguenti all'aumentata inclinazione dell'asse terrestre dopo il violento terremoto in Giappone". Sciocchezze e basta. Un' unica semplice e terrificante verità: l'innalzamento della temperatura media dell'atmosfera conferisce all'intero sistema una maggiore quantità di energia che è il surplus di carburante che alimenta i fenomeni atmosferici conferendo loro maggiore intensità.
Come difendersi da tutto ciò : sicuramente con accordi internazionali / mondiali (sic) che limitino realmente l'emissione di gas serra e prevenendo con difese passive efficaci i possibili danni derivanti da incendi, esondazioni, venti eccezionali, ecc.
Perché la natura non è mai contro se l'uomo si adatta ai suoi ritmi che mutano nel tempo.
Commenti all'articolo
Di Renzo Riva(---.---.---.206)11 luglio 2011 13:00
Perché la natura non è mai contro se l’uomo si adatta ai suoi ritmi che mutano nel tempo.