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Lista Pdl esclusa nel Lazio. Bonino ha vinto a tavolino

Lista Pdl esclusa nel Lazio. Bonino ha vinto a tavolino

Grazie al clamoroso infortunio nel quale sono incorsi gli incaricati del PDL alla presentazione delle liste elettorali regionali per la Provincia di Roma, Emma Bonino può già considerarsi il nuovo presidente della Regione Lazio e i partiti diversi dal PDL possono cominciare a festeggiare l’elezione di un numero di consiglieri molto al di sopra delle più rosee aspettative.

Il PDL non raccoglierà voti nella Provincia di Roma, allo scadere del termine delle ore 12 i suoi rappresentanti non sono riusciti a consegnare la prevista documentazione e il PDL è stato escluso dalla competizione elettorale nella provincia, dove votano 2.3 milioni di laziali su un totale di 3.2. Il PDL è matematicamente tagliato fuori da ogni speranza e rischia di portare in consiglio regionale solo qualche candidato sparso, un disastro.

Disastro certificato dal tribunale romano che ha respinto il ricorso subito tentato dal partito. Partito nel quale ovviamente stanno volando gli stracci, Polverini avrebbe definito "una manica d’imbecilli" i camerati/colleghi di partito (Poi si è appellata a Napolitano, che però non ha competenza sulla questione) e persino il mite Rotondi si è detto "stufo di questa banda d’incapaci".

Il problema del deteriorarsi della classe dirigente può anche essere ignorato e può anche farsi strada il costume di retribuire la lealtà sopra tutto, ma alla fine le devastanti conseguenze di una tale corsa al ribasso chiedono un prezzo e non sempre si limitano a farlo pagare ai contribuenti.

In questo caso l’incredibile livello di cialtronaggine corrente nel centrodestra romano ha procurato il suicidio elettorale. Che la qualità della "classe dirigente" che il PDL è in grado d’esprimere a Roma sia catastrofica è evidente, dai buzzurri cresciuti nello MSI fino allo sconfinato magma dei grandi magnaccioni, dietro al faccione di Berlusconi ci sono tutti, compreso quel Molbek padrone del senatore-schiavo Di Girolamo o quell’Andrini (Messo a capo dell’azienda che si occupa dei rifiuti romani) che si inventò la residenza finta del senatore in Belgio. Peccato solo che nessuno abbia trovato il tempo di sbrigare le pratiche, se non sono capaci di presentare le liste, chissà che "buon governo" del Lazio.

Nelle prossime ore sarà interessante, e forse pure divertente, osservare le dinamiche interne al PDL (Come oggi leggere i commenti dei lettori pubblicati da Il Giornale di Berlusconi). Di soluzioni all’orizzonte non se ne vedono, una volta respinto il ricorso non esiste altra procedura d’appello, altri ricorsi già annunciati dovrebbero finire nel nulla in quanto infondati, le liste non c’erano e non si vede chi e come potrebbe motivare un’eccezione. Anche in passato molti sono rimasti esclusi dalle elezioni per infrazioni anche più veniali, a meno di un colpo di mano che è difficile anche immaginare nella sua forma, per la lista Polverini è finita.

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