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Libertà condizionata fino al 2013 per Francesca Mambro

ROMA - Il Tribunale di sorveglianza di Roma ha concesso la libertà condizionale fino al 2013 a Francesca Mambro, l’ex terrorista nera che con Valerio Fioravanti è stata condannata all’ergastolo per la strage alla stazione di Bologna. Francesca Mambro era in regine di detenzione domiciliare con permesso per lavoro esterno preso l’associazione ’Nessuno tocchi Caino’. (fonte, ansa)

Francesca Mambro, per quanto mi riguarda, assieme al suo dolce compagno di vita "Giusva" Fioravanti, non necessita di presentazioni. Ad ogni modo, se volete dare un occhio alla lista delle sue imputazioni, guardate pure.

E’ per me desolante capire che il processo di riabilitazione di certe figure continua con il passo della storia. Il sangue delle loro vittime è ancora caldo, non ancora, se mai lo saranno, risolti i traumi inflitti a quelli che erano solo bambini e dal giorno dopo sono stati chiamati orfani.
Non ce n’è solo per la Mambro, per quanto mi riguarda, ce n’è per Curcio e chiunque altro vogliate.

E’ vero, c’era una guerra, un tremendo e finto vuoto di potere, che altro non era che un potere totale che muoveva i suoi burattini dandogli credenza e parvenza di libertà. C’era bisogno di terrore, allora come oggi, allora con ancora più forza, perchè la gente chiedesse sicurezza, perchè la gente sospirasse pensando ai bei tempi in cui si poteva dormire con la porta di casa aperta.




E’ vera anche un’altra cosa, ne tengo di conto: la Mambro e Fioravanti, pur sapendo che la strage di Bologna non era altro che uno tra i motli delitti commessi, che il rinnegarlo non gli avrebbe garantito la libertà, hannos empre e comunque difeso le loro persone da quella terroristica catastrofe, ammettendo, invece, tutti gli altri reati.

Ma ugualmente.
Mi piacerebbe poter scrivere cosa ne pensa Calabresi, il figlio. Forse si limiterebbe a ricordare che quelle erano sottospecie di persone che uccidevano a sangue freddo, con pistole, alle spalle, o con bombe. "Il 23 giugno 1980. Fioravanti, Mambro e Cavallini uccidono a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 42 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Ha ereditato i fascicoli d’indagine dal giudice Vittorio Occorsio. Poco prima di essere assassinato aveva chiesto l’uso di un’auto blindata. Gli fu negato. All’indomani dell’omicidio, i Nar telefonano ad un quotidiano e fanno ritrovare un volantino di rivendicazione che dice: «Oggi 23 giugno 1980 alle ore 8:05, abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati. Oggi egli ha chiuso la sua squallida esistenza imbottito di piombo. Altri, ancora, pagheranno». Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando «alla visione di una verità d’assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi»." (Wikipedia)

Il dilemma è sempre il solito: per chi sbaglia ci deve essere o pena o riabilitazione. se crediamo nella riabilitazione dobbiamo affrontare anche una possibile liberazione di terroristi, forse cambiati, forse pentiti, se non ci crediamo, è necessario confinarli ai limiti estremi della società, dove non possano più nuocere. A voi la scelta.

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