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Le navi dei dannati: nel 1939 e oggi

Respingimenti e sequestri (di migranti): la storia non insegna nulla?

Testi ripresi da «Medicina democratica».

La “banalità del male” è ancora pienamente in opera. Abbiamo ricordato (https://www.medicinademocratica.org... ) il pilatesco parallelo tra l’incapacità dei governi europei di regolare l’afflusso di migranti (e parliamo del modesto numero di persone che cercano di entrare via mare con mezzi improvvisati) e le (non) decisioni dell’incontro di Evian del 1938 che condannò (almeno) decine di migliaia di ebrei a morte per mano dei nazisti e dei fascisti.
E’ altrettanto valido – di fronte agli ultimi eventi di rifiuto e “rimpallo” di navi di soccorso, ONG o marina per il nostro governo non fa differenza, il parallelo con l’odissea della Sant Louis nel 1939 con un “carico” di migranti clandestini che cercano di scampare all’odio (che si sarebbe poco dopo trasformato in genocidio) dei nazisti.
Perdere la memoria è una brutta cosa, negare la memoria è ancora peggio.

Le navi dei dannati, dall’Acquarius alla St. Louis: storie di ordinaria disumanità

«I vagoni merci erano completamenti chiusi, ma qua e là mancavano delle assi, e dalle aperture spuntavano mani a salutare, proprio come le mani di chi affoga» (Etty Hillesum)

Sono le mani degli ebrei che salutavano la vita, dai vagoni merci diretti ai campi di sterminio, che ricordano le mani dei migranti che affogano nel mare.

Negli ultimi 25 anni sono morti 34.361 migranti: annegati, detenuti, sparati, in cerca di una vita migliore: «sognando l’Europa» ha titolato The Guardianche ha pubblicato una lista di nomi lunga 56 pagine, purtroppo parziale. (https://uploads.guim.co.uk/2018/06/... )

La chiusura dei porti, da Roosevelt a Salvini, passando per Trump e Minniti, è una pratica di ordinaria disumanità, lo è oggi, lo fu nel 1939.

Dalla nave Aquarius respinta dal governo italiano Lega-5stelle lo scorso giugno con 629 persone a bordo alla St. Louis della cui vicenda ci occuperemo qui.

Perseguitati in patria, indesiderati all’estero. Ieri gli ebrei, oggi i cosiddetti migranti. Tre volte vittime: dell’odio in patria e contemporaneamente del rifiuto di accoglienza degli Stati e della indifferenza e dell’egoismo della maggioranza della gente, che sa, e volge la testa dall’altra parte.

«Incontrai persone che avevano girato il mondo su quella nave che non aveva avuto il permesso di approdare in nessun porto: ve ne ricorderete di certo, a quel tempo i nostri giornali erano pieni di quella storia. Ho visto molte fotografie di bambini piccoli, che nel frattempo saranno cresciuti non poco in qualche luogo ignoto, di questa terra: chissà se potranno mai riconoscere i propri genitori, se mai potranno rivederli»

(Etty Hillesum, Lettere 1942-1943, Adelphi editore).

Potrebbe essere il racconto di una nave di migranti di oggi, in cerca di un porto per attraccare, ma Etty Hillesum in questa lettera si riferisce a persone incontrate nel campo di smistamento di Westerbork, in Olanda, nel 1942, che erano state imbarcate sulla St. Louis. La lettera – da cui è tratto questo pezzo – fu divulgata clandestinamente nel 43 dalla Resistenza olandese perché non si potesse dire «non lo sapevo».

Esther Hillesum, è la ragazza olandese che ha trovato la morte a soli 29 anni nel campo di stermino nazista di Auschwitz. Ci ha lasciato un bellissimo diario e lettere, che rappresentano uno dei documenti spirituali più importanti del nostro tempo.

La St. Louis, un transatlantico da crociera tedesco – in un viaggio di 800 miglia dal 13 maggio al 17 giugno del 1939 da Amburgo ad Anversa con a bordo 937 profughi, fra cui molti bambini, in grandissima parte ebrei tedeschi, in fuga dalle persecuzioni naziste – aveva destinazione Cuba.

Fu concesso il visto d’uscita per motivi propagandistici, per tacitare le accuse della comunità internazionale in seguito alla mattanza nazista della “Notte dei cristalli”. Questa vicenda – ricordata in diversi monumenti e musei del mondo, che ha ispirato libri e un film – ricalca drammaticamente quello che sta accadendo oggi in Europa e in Italia.

Si gioca a dadi con la vita di chi fugge dalla morte: rifugiati o turisti? Migranti economici o rifugiati politici o migranti secondari?

Il 27 maggio 1939, dopo quindi giorni di navigazione, la St Louis arriva a Cuba.

Molti cubani non vedevano di buon occhio l’arrivo dei profughi ebrei. Perché – stando ai documenti dell’United States Holocaust Memorial Museum -questi rubavano i pochi posti di lavoro a disposizione, un fattore che in breve tempo aizzò focolai xenofobi e antisemiti. Furono indette proteste pubbliche, organizzate dai movimenti di destra del Paese con il supporto di agenti nazisti attivi a Cuba, contro gli «ebrei comunisti».

[…]

Per molti l’approdo a Cuba era un transito, per poi raggiungere gli Stati Uniti. Risultavano turisti, grazie a una lacuna di un decreto cubano che non distingueva chiaramente il turista dal rifugiato. Ma nel frattempo un nuovo decreto governativo cubano stabilì che i documenti dei migranti in arrivo non erano più validi e per questo verrà negato l’approdo.

Così Cuba respinge i 936 (durante il viaggio si era suicidato un passeggero) della nave con un tragico mix di burocrazia e corruzione,giocando sull’equivoco dei visti.

Il presidente di Cuba, un certo Federico Laredo Brú, nazionalista, uomo di Batista, però tentò anche di lucrarci sopra e definì rifugiati gli ebrei, chiedendo 500 dollari a ciascuno di loro per sbarcare, appellandosi al decreto legge; il ministro dell’immigrazione, Manuel Benitez, optò per definirli turisti e chiese loro una tangente di 150 dollari per lo sbarco, che soltanto 29 di essi riuscirono a pagare.

A due passi da Cuba, c’è la Florida, Miami, i grattacieli. La decisione di Roosevelt alla fine fu quella di rifiutarli, perché non potevano essere considerati turisti e perché eccedevano le quote di immigrazione promulgate nel 1924.

[…]

 

LEGGI ANCHE: RESPINGIMENTI, PRECEDENTI AGGHIACCIANTI

 

Foto: Internazionale

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