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Lavorare per EXPO, lavorare gratis

Il 23 luglio 2013 è stato stipulato il “Protocollo espositivo EXPO” da Expo 2015 S.p.A. e dalle Organizzazioni Sindacali (CGIL, CISL, UIL) che definisce gli strumenti contrattuali applicabili dalla società, la descrizione delle attività dei volontari, la definizione del presidio di sicurezza sul lavoro e l’osservatorio di gestione di tutti i protocolli.

All’interno del protocollo sono dettagliate le diverse modalità occupazionali che EXPO può contemplare: tempo determinato, apprendistato, somministrazione a termine, stage (con un rimborso spese di 516 euro al mese, con cui a stento si riesce a coprire l’affitto di una stanza a Milano) e, udite udite, il volontariato!

Ecco che nasce “il Programma Volontari per Expo Milano 2015” con cui EXPO “assolda” migliaia di volontari che si candidano attraverso la rete nazionale dei Centri Servizio per il Volontariato (CSV) o sul sito internet ufficiale. Dato che il lavoro non c’è, ed ormai anche lo stage risulta essere un lusso, il capitale arriva al massimo grado di sfruttamento nascondendosi dietro la parola “volontariato”. Un volontariato con tanto di requisiti minimi: propensione all'accoglienza, residenza in un Paese Ue o in uno Stato aderente al programma Erasmus e conoscenza dell'inglese, più eventualmente altre lingue.

Mancano meno di due mesi all’inaugurazione dell'EXPO e l’esercito di aspiranti volontari inizia a muoversi: a metà febbraio erano ben 16.000 le candidature già inviate (più 1.300 per l’assistenza al padiglione Unione Europea). Le posizioni sono diverse: supporto ai visitatori in coda, attività di accoglienza e orientamento del visitatore, organizzate in team. Ma hanno tutte un comun denominatore: la gratuità della prestazione, fatta passare per volontarietà. Una “volontarietà obbligata” per chi il lavoro non ce l’ha e studiata a tavolino attraverso la stipula del protocollo espositivo (con tanto di firma dei sindacati ed Expo): 475 opportunità di volontariato moltiplicate per il periodo di presenza giornaliero (minimo 5 ore) e per una permanenza media di due settimane portano alla modica cifra di un totale di 18.500 volontari per il corso dell’intera manifestazione.

L’occasione di avere 18.500 persone che possano lavorare gratis è unica e ghiotta, bisogna dunque pubblicizzarla a dovere: il 30 luglio 2014 EXPO produce il video “spot volontari EXPO Milano”, ad oggi visualizzato da 30.000 persone e descritto così: “Entra nel vero social network dell’anno. Diventa Volontario Expo Milano 2015. Tu puoi fare tanto per Expo. Expo può fare tanto per te.”

Lungo il territorio nazionale si sono attivati tutti i CSV: è iniziato il reclutamento. Sono arrivate candidature da Brescia, Pavia, Bergamo, Como, Rovigo, Aosta, Venezia e tutto il resto d’Italia. Ognuno racconta la sua storia: pur di fare un’esperienza lavorativa e inserirla sul proprio CV si è disposti a stare tutto il giorno in piedi, accogliere 20 milioni di visitatori con la massima disponibilità e soprattutto fare tutto questo gratis!

Nel mondo ci sono tanti padroni che vorrebbero guadagnare di più, aiutali a sfruttarti: lavora gratis per EXPO!

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.62) 19 marzo 2015 19:13

    Cari Clash City Workers, sono un inoccupato in attesa di percepire la pensione a fine 2016 (se l’Italia allora sarà ancora in piedi), 62 anni, e per la voglia di parlar le lingue straniere mi sono candidato a fare il volontario. Sommamente pentito per tutto quello che voi dite ma soprattutto perché Expo 2015 ha distribuito soldi e incarichi a man bassa, e a un qualsiasi titolato - per tacere dei corrotti che abbondavano anche in Expo - può aver ricevuto decine di migliaia di € per un incarico qualsiasi. Non solo, recentemente, dopo l’elearning fatto al pc (laborioso e piuttosto catechizzante), mi hanno offerto, per l’onore di essere ancora più volontario, di raddoppiare le mie due settimane di prestazione "per l’onore" a quattro ... Pentitissimo! Mi vergogno quasi, avrò rubato il posto - ma non credo - a qualche ragazzo/a.

  • Di (---.---.---.162) 20 marzo 2015 12:17

    Chi sa bene le lingue non rimane in Italia a lavorare gratis o per pochi soldi.

    Per fortuna i ragazzi più capaci sono già andati a fare esperienza all’estero, dove si guadagna molto di più, lavorando meglio e imparando molto di più.

    Per molti neolaureati invece può essere una buona opportunità, però visti tutti i soldi spesi potevano far girare un po’ di soldi anche per i giovani o per chi comunque dedica un po’ di tempo a valorizzare l’Italia. Ma la giustizia non esiste in questo mondo e quindi figuriamoci se può esistere in Italia...

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